PD: Perdenti Di-successo  
“Non-vincono” ma praticamente governano sempre e (quasi) ovunque: parlo del PD. 
Proviamo a riepilogare come sono andate le cose, elettoralmente, 
negli ultimi due anni, cominciando da un elenco in ordine gerarchico 
decrescente delle principali poltrone nel paese:
| Presidente della Repubblica | 
 si deve attendere il risultato del ballottaggio
 
in coalizione col centro-destra
Osservando i risultati elettorali degli ultimi due anni, cosa resta 
davvero al centrodestra in fatto di poltrone? A ben vedere poco.
Esclusa qualche giunta regionale, qualche comune medio-grande – comunque
 nessuno fra più popolosi come si può vedere in tabella – il PDL tiene 
per le palle il governo e tre consigli regionali fra i più importanti: 
non è affatto cosa da poco. 
Guardando i risultati esposti nella tabella in alto, è significativo 
ricordare che ogni qualvolta si dice centro-sinistra bisogna considerare
 che il principale partito quasi mai ottiene una poltrona. E se anche la
 ottiene non si tratta di eredi dei DS-PDS-PCI bensì della 
Margherita-PPI-DC (si vedano ad esempio i casi dei due rampanti rampolli
 PD come Letta jr. o Renzie) o al massimo di indipendenti (spesso ex 
magistrati come Emiliano, Grasso, De Magistris) o di esponenti di SEL o 
della società civile. Insomma il PD non esprime mai candidati di 
successo ma governa sempre. 
Circa l’altra sponda invece c’è da riflettere: considerando il forte 
astensionismo, quanto pesa realmente nel paese la forza elettorale di 
Berlusconi? A conti fatti parliamo di poco più del 10% dell’elettorato 
totale ossia un elettore su 10. Ciò significa che ogni 10 elettori 9 che
 non lo scelgono eppure sono costretti a subire i suoi ricatti. 
Inoltre, se dovesse venire meno Berlusconi, mettiamo il caso per una 
condanna in uno dei processi in cui è coinvolto, cosa ne sarebbe del 
partito? Chi sono i leader ‘trascinatori’ che potrebbero prendere il 
posto del leader padre e padrone? Gasparri? Lara Comi? Formigoni? 
Raffaele Fitto? 
E’ plausibile credere che il PDL possa vivere, politicamente, solo in
 parallelo al suo padre-padrone, per poi lasciare la sua eredità 
elettorale a chi saprà coglierla al meglio (di iene non mancano, gli 
elettori possono solo subire il corso degli eventi).
Per questo motivo il PD, in ottica di saggia (o forse solo meramente 
opportunistica) lungimiranza, piuttosto che razzolare piccole 
percentuali a sinistra, dove la concorrenza è forte e i clienti 
latitano, ha svenduto ogni residuo di ideologia a una massa indefinita 
di tentativi elettoralistici, e ora attende sul fiume il cadavere del 
suo nemico puntando a un boccone più consistente sull’altra sponda, 
avallandosi delle iene tardo-democristiane, attempate e non, da sempre 
vera struttura del partito insieme ai residui di nomenklatura.
E poi ci sono i freelance che ci provano, con scarse fortune. Dai 
Montezemolo ai Marchini: gran parte dell’eredità elettorale 
berlusconiana, che non potrà essere coltivata dai berluscones, incapaci 
di guidare la nave senza un condottiero, sarà divorata da un accrocchio 
di iene che faranno di essa le fondamenta della nuova DC di fatto. 
Nel frattempo, molti giornalisti, commentatori, politici navigati e 
naviganti a vista su imbarcazioni di piccolo cabotaggio, si sono 
precipitati a gridare al crollo del MoVimento 5 Stelle, che 
effettivamente ha visto ridursi la percentuale di consensi di quasi il 
50% rispetto alle politiche di Febbraio.
Ad oggi il M5S ha dei meriti: sta distraendo voti al pdl, sta 
distraendo voti al rischio di emersione dell’estrema destra, sta 
responsabilizzando parte del centro(sinistra) che spudoratamente a 
parole copia le proposte m5s ma di fatto inciucia con B.
Tuttavia, il M5S, purtroppo, sta pagando un problema interno 
(inesperienza e organizzazione) ed esterno (attacchi mai visti prima da 
ogni parte, da sedicente stampa pagata con soldi pubblici che non 
informa ma disinforma e fa propaganda politica di bassissima lega). 
Non si dimentichi che le elezioni locali sono differenti da quelle 
nazionali o regionali dove il voto assume toni maggiormente ‘di 
opinione’; inoltre, molti gruppi M5S sono alla prima esperienza e 
nonostante tanti sforzi hanno operato nell’ombra dell’informazione, 
mentre altri candidati pur non avendo fatto mai strada o piazza, hanno 
lavorato tramite uffici stampa facendo credere, con le dichiarazioni 
quotidiane ciclostilate, di svolgere attività politica. A volte bisogna 
fare anche così sebbene non sia quello che fa bene ai cittadini, è 
importante fare di tutto per farsi notare o non si comprenderà il valore
 di una presenza, di una differenza. 
Ci vorranno pazienza, sana autocritica, cinismo, convinzione, 
decisione e per fortuna mi pare che non manchino osservando l’ottima 
attività portata avanti dai parlamentari. ignoriamo chi cavalca un 
risultato sotto le aspettative che in fondo riflette le forze in campo, 
oggi. Si sta crescendo, ci vorrà tempo, ma la direzione pare sia quella 
giusta. L’alternativa sarebbe quella suggerita dal premier Letta jr: 
mescolarsi nella melma e restarne assorbiti scomparendo con le speranze 
che 9 milioni di elettori italiani hanno affidato a una realtà politica 
inedita (e necessaria) per la politica italiana e non solo.