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lunedì 27 maggio 2013

PD: PERDENTI DI SUCCESSO

PD: Perdenti Di-successo  

“Non-vincono” ma praticamente governano sempre e (quasi) ovunque: parlo del PD.
Proviamo a riepilogare come sono andate le cose, elettoralmente, negli ultimi due anni, cominciando da un elenco in ordine gerarchico decrescente delle principali poltrone nel paese:
Presidente della Repubblica
centro-sinistra
Presidente del Consiglio
centro-sinistra
Presidente del Senato
centro-sinistra
Presidente della Camera
centro-sinistra
Sindaco di Roma
centro-sinistra
Sindaco di Milano
centro-sinistra
Sindaco di Napoli
centro-sinistra
Sindaco di Torino
centro-sinistra
Sindaco di Bologna
centro-sinistra
Sindaco di Firenze
centro-sinistra
Sindaco di Genova
centro-sinistra
Sindaco di Cagliari
centro-sinistra
Sindaco di Bari
centro-sinistra
Sindaco di Palermo
centro-sinistra
Governatore Lombardia
Lega Nord
Governatore Piemonte
Lega Nord
Governatore Veneto
Lega Nord
Governatore Lazio
centro-sinistra
Governatore Puglia
centro-sinistra
 si deve attendere il risultato del ballottaggio
  in coalizione col centro-destra
Osservando i risultati elettorali degli ultimi due anni, cosa resta davvero al centrodestra in fatto di poltrone? A ben vedere poco.
Esclusa qualche giunta regionale, qualche comune medio-grande – comunque nessuno fra più popolosi come si può vedere in tabella – il PDL tiene per le palle il governo e tre consigli regionali fra i più importanti: non è affatto cosa da poco.
Guardando i risultati esposti nella tabella in alto, è significativo ricordare che ogni qualvolta si dice centro-sinistra bisogna considerare che il principale partito quasi mai ottiene una poltrona. E se anche la ottiene non si tratta di eredi dei DS-PDS-PCI bensì della Margherita-PPI-DC (si vedano ad esempio i casi dei due rampanti rampolli PD come Letta jr. o Renzie) o al massimo di indipendenti (spesso ex magistrati come Emiliano, Grasso, De Magistris) o di esponenti di SEL o della società civile. Insomma il PD non esprime mai candidati di successo ma governa sempre.
Circa l’altra sponda invece c’è da riflettere: considerando il forte astensionismo, quanto pesa realmente nel paese la forza elettorale di Berlusconi? A conti fatti parliamo di poco più del 10% dell’elettorato totale ossia un elettore su 10. Ciò significa che ogni 10 elettori 9 che non lo scelgono eppure sono costretti a subire i suoi ricatti.
Inoltre, se dovesse venire meno Berlusconi, mettiamo il caso per una condanna in uno dei processi in cui è coinvolto, cosa ne sarebbe del partito? Chi sono i leader ‘trascinatori’ che potrebbero prendere il posto del leader padre e padrone? Gasparri? Lara Comi? Formigoni? Raffaele Fitto?
E’ plausibile credere che il PDL possa vivere, politicamente, solo in parallelo al suo padre-padrone, per poi lasciare la sua eredità elettorale a chi saprà coglierla al meglio (di iene non mancano, gli elettori possono solo subire il corso degli eventi).
Per questo motivo il PD, in ottica di saggia (o forse solo meramente opportunistica) lungimiranza, piuttosto che razzolare piccole percentuali a sinistra, dove la concorrenza è forte e i clienti latitano, ha svenduto ogni residuo di ideologia a una massa indefinita di tentativi elettoralistici, e ora attende sul fiume il cadavere del suo nemico puntando a un boccone più consistente sull’altra sponda, avallandosi delle iene tardo-democristiane, attempate e non, da sempre vera struttura del partito insieme ai residui di nomenklatura.
E poi ci sono i freelance che ci provano, con scarse fortune. Dai Montezemolo ai Marchini: gran parte dell’eredità elettorale berlusconiana, che non potrà essere coltivata dai berluscones, incapaci di guidare la nave senza un condottiero, sarà divorata da un accrocchio di iene che faranno di essa le fondamenta della nuova DC di fatto.
Nel frattempo, molti giornalisti, commentatori, politici navigati e naviganti a vista su imbarcazioni di piccolo cabotaggio, si sono precipitati a gridare al crollo del MoVimento 5 Stelle, che effettivamente ha visto ridursi la percentuale di consensi di quasi il 50% rispetto alle politiche di Febbraio.
Ad oggi il M5S ha dei meriti: sta distraendo voti al pdl, sta distraendo voti al rischio di emersione dell’estrema destra, sta responsabilizzando parte del centro(sinistra) che spudoratamente a parole copia le proposte m5s ma di fatto inciucia con B.
Tuttavia, il M5S, purtroppo, sta pagando un problema interno (inesperienza e organizzazione) ed esterno (attacchi mai visti prima da ogni parte, da sedicente stampa pagata con soldi pubblici che non informa ma disinforma e fa propaganda politica di bassissima lega). 
Non si dimentichi che le elezioni locali sono differenti da quelle nazionali o regionali dove il voto assume toni maggiormente ‘di opinione’; inoltre, molti gruppi M5S sono alla prima esperienza e nonostante tanti sforzi hanno operato nell’ombra dell’informazione, mentre altri candidati pur non avendo fatto mai strada o piazza, hanno lavorato tramite uffici stampa facendo credere, con le dichiarazioni quotidiane ciclostilate, di svolgere attività politica. A volte bisogna fare anche così sebbene non sia quello che fa bene ai cittadini, è importante fare di tutto per farsi notare o non si comprenderà il valore di una presenza, di una differenza. 
Ci vorranno pazienza, sana autocritica, cinismo, convinzione, decisione e per fortuna mi pare che non manchino osservando l’ottima attività portata avanti dai parlamentari. ignoriamo chi cavalca un risultato sotto le aspettative che in fondo riflette le forze in campo, oggi. Si sta crescendo, ci vorrà tempo, ma la direzione pare sia quella giusta. L’alternativa sarebbe quella suggerita dal premier Letta jr: mescolarsi nella melma e restarne assorbiti scomparendo con le speranze che 9 milioni di elettori italiani hanno affidato a una realtà politica inedita (e necessaria) per la politica italiana e non solo.

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