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sabato 28 luglio 2012

COME VIVERE CON 5 EURO AL GIORNO




CRISI E RECESSIONE / Come vivere con 5 euro al giorno in tempi di crisi

Una giovane blogger ha fatto di necessità virtù pubblicando un libro di consigli utili per risparmiare e tornare a uno stile di vita dimenticato


Crisi econominca Italia, ultime notizie Brescia - Stefania Rossini ha 37 anni, è sposata, con un marito operaio e tre bambini. Originaria della provincia di Cremona, fino a due anni fa era impiegata part-time in un supermercato. Ma ha dovuto lasciare il lavoro per motivi familiari. A quel punto, pagare il mutuo della casa (a Pontevico, vicino Brescia) e andare avanti con il solo stipendio del marito, un operaio metalmeccanico, sembrava un’impresa titanica.

Lei però non si è abbattuta, anzi: ha deciso di ridurre le spese mettendo in tavola il cibo coltivato nell’orto e realizzando da sola un sacco di prodotti e accessori, dai saponi ai detergenti per la casa, dai vestiti alle borse agli orecchini.“Una riscoperta del saper fare”, spiega Stefania, che si ispira alla vita dei nostri nonni e bisnonni.

“Non si tratta di mero risparmio – aggiunge, mentre con una mano regge il telefono e con l’altra prepara la merenda per i suoi piccoli di 10, 5 e 3 anni – ma di un vero e proprio stile di vita, un fatto etico e sociale”. I 5 euro non sono mai stati un obiettivo da raggiungere ma un risultato arrivato naturalmente, vivendo senza sprechi. E una precisazione è d’obbligo, per zittire gli scettici: la cifra non comprende il mutuo, la benzina e le bollette.

Con il suo stile di vita sano, sostenibile e attento all’ambiente e alla salute Stefania ha dimostrato che vivere con 5 euro al giorno è possibile, così come è possibile risparmiare davvero molto, soprattutto in tempo di crisi.

C’è di più però, Stefania è anche una giovane blogger che giorno per giorno ha raccontato la sua esperienza nei suoi post e che ora ha fatto diventare quel racconto un libro che, tra difficoltà e creatività, è una bibbia di buoni consigli e un metodo per tornare davvero alle origini e ai valori dimenticati. Il suo segreto? Fare di necessità virtù. Una filosofia di vita che, appunto, sta tutta in “Vivere in 5 con 5 euro al giorno” edito da L’Età dell’Acquario.

Come Stefania stessa racconta: “Sono partita da zero, aprendo un blog (http://natural-mente-stefy.blogspot.it/) lo scorso agosto per raccogliere tutti i consigli, le ricette e le procedure per realizzare saponi e non solo. In tanti mi chiedevano come fare e ho deciso di condividere tutto in rete”, continua. È stato il primo passo. La cosa più difficile? “Fare il sapone. Ma basta solo un po’ di esperienza e di accortezza, perché bisogna maneggiare la soda caustica”.

Sul sito si trovano consigli per creare eco-cosmetici, riciclare gli oggetti, realizzare vestiti a mano, bigiotteria, detersivi per piatti, colla ecologica, deodoranti, gelato senza gelatiera, talco, tappeti e tanto altro. “Abbiamo anche riscoperto il baratto e la condivisione con altre famiglie”, aggiunge Stefania. E alle giovani coppie, che oggi rimandano il matrimonio per problemi di soldi, offre la sua saggezza: “Basta volersi bene. L’importante è valorizzare il cuore e non la merce. Mi piange il cuore quando dei giovani rinunciano a stare insieme perché vittime del circolo vizioso di questa economia”, che mette al centro il consumismo.
“Noi abbiamo tutto. In primis la salute e l’amore, che non si possono comprare”, sottolinea la donna. Soprattutto, non bisogna avere paura perché “una volta sperimentato questo nuovo mondo, la mente si apre ad un punto tale che nulla poi risulta strano”. Parola di Stefania.         

mercoledì 25 luglio 2012

MILANO TRUFFATO IL POPOLO ITALIANO

Milano, a processo il "sistema bancario". Il pm: "Truffato il popolo italiano" di Redazione 18/07/2012 

 Milano, a processo il "sistema bancario". Il pm: "Truffato il popolo italiano" di Redazione 18/07/2012 Fonte : www.today.it

Milano, a processo il "sistema bancario". Il pm: "Truffato il popolo italiano"

Il pm Robledo ha chiesto la condanna di quattro istituti di credito: Deutsche Bank, Ubs, Depfa e Jp Morgan. Al centro, la "truffa sui derivati" nei confronti del Comune. "Le banche hanno raggirato l'amministrazione e aggredito la comunità".

Pena pecuniaria di un milione e mezzo di euro e confisca di 72 milioni di euro come profitto proveniente da una truffa nei confronti del Comune di Milano. E' questa la richiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo nei confronti di quattro istituti di credito: Deutsche Bank, Ubs, Depfa e Jp Morgan.

Durissime le parole del pm: "Le banche hanno raggirato il Comune di Milano". E ancora: l'operazione con i derivati effettuata dalle quattro banche estere ai danni del Comune di Milano "è stata un'aggressione alla comunità". Il rappresentante dell'accusa ha sostenuto che i funzionari imputati nel processo hanno agito sulla base di "direttive precise, puntuali, direi quotidiane" impartite dalle banche, il cui comportamento "è stato improntato a una opacità assoluta".

L'inchiesta - Il processo, giunto alla richieste di condanna da parte della Procura di Milano dopo circa 90 udienze, è iniziato nel maggio del 2010 ed è il frutto di un'indagine nata nel 2008 che ha avuto al centro uno "swap triennale" del 2005 tra il Comune di Milano e le quattro banche su un "bullet bond" da 1,68 miliardi di euro con scadenza 2035.

Secondo la procura, le banche hanno ottenuto da questa operazione un "profitto illecito" per circa 100 milioni di euro.

Lo swap, nella finanza, appartiene alla categoria degli strumenti derivati, e consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti. E' uno dei più moderni strumenti di finanziamento delle imprese, ma ormai anche degli enti pubblici.

Si presenta come un contratto nominato (ma atipico in quanto privo di disciplina legislativa), a termine, consensuale, oneroso e aleatorio.

Il sistema dei derivati - Per esempio, un soggetto A può acquistare un'obbligazione a tasso variabile e corrispondere gli interessi che percepisce a un soggetto B. B, a sua volta, acquista un bond a tasso fisso, percepisce gli interessi variabili di A e gli gira gli interessi a tasso fisso. Questa struttura (chiamata IRS, cioè interest rate swap) può essere utile per immunizzarsi da fluttuazioni di mercato o gestire fondi comuni (con la strategia CPPI). Nell'accordo di swap vengono stabilite le date in cui i pagamenti verranno effettuati e il modo in cui saranno calcolati.

Richieste di condanna - Alfredo Robledo, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la condanna di quattro banche, e cioe' Gp Morgan, Deutsche Bank, la filiale londinese di Ubs e la filiale di Dublino di Depfa Bank ad una pena pecuniaria pari ad 1 mln e mezzo ciascuna oltre alla confisca di 72 mln come profitto dei reati contestati. Per le 4 banche, inoltre, l'accusa ha chiesto l'interdizione per un anno a contrarre con la pubblica amministrazione.

Nove condanne e quattro assoluzioni sono state invece chieste per le tredici persone fisiche imputate.

L'assoluzione con la vecchia formula dell'insufficienza delle prove è stata sollecitata per Giorgio Porta, ex city manager di Palazzo Marino; Mario Mauri, ex consulente del Comune; Simone Rondelli e Francesco Rossi Ferrini, entrambi all'epoca dei fatti funzionari di Jp Morgan.

Condanna a 12 mesi e mille euro di multa è stata chiesta per Antonio Creanza (Jp Morgan), Marco Santarcangelo (Depfa) e William Marrone (Depfa).  Undici mesi e novecento euro di multa sono stati sollecitati per Carlo Arosio e Tommaso Zibordi (entrambi Deutsche Bank), mentre dieci mesi e 800 euro sono stati chiesti per due ex funzionari di Ubs, Gaetano Bassolino e Matteo Stassano. Infine, otto mesi e settecento euro di multa per Fulvio Molvetti (Jp Morgan) e sei mesi e seicento euro per Alessandro Foti (Ubs).

La requisitoria - ''In questo Paese ci si affida solo alle banche'' per le operazioni degli enti pubblici legate ai derivati e ''questa è una situazione anomala dell'Italia'' . Lo ha detto in aula il procuratore aggiunto Alfredo Robledo durante la sua requisitoria al processo per la truffa sui derivati al Comune di Milano. Robledo ha osservato che in tutta Italia ci sono oltre 500 operazioni aperte di questo genere ma ''sfido a trovare un solo ente che abbia nominato un consulente esterno. Nessuno lo ha fatto ha aggiunto - perchè in questo paese ci si affida alle banche''. Inoltre il Procuratore ha voluto sottolineare come il ''valore della trasparenza è fondamentale in questo tipo di operazioni'. Trasparenza che deve diventare un ''valore giuridico''.

Le difese - JpMorgan accoglie "con rispetto le richieste del pubblico ministero nei confronti della banca e dei suoi esponenti, tanto quelle di assoluzione di Francesco Rossi Ferrini e Simone Rondelli, quanto quelle di condanna". Così in una nota il gruppo bancario Usa commenta le richieste della procura di Milano nel processo per truffa ai danni di Palazzo Marino, relativo al caso derivati, che vede imputato l'istituto per legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il gruppo si dice convinto, inoltre, "che tutti i nostri dipendenti e la banca abbiano agito con professionalita' e in maniera del tutto appropriata nel contesto delle operazioni con il Comune di Milano, e confidiamo in un sereno giudizio da parte della Corte".

Per la banca svizzera Ubs "i fatti presentati al processo dimostrano l'assenza di collusione tra le banche e il Comune di Milano, nessuna frode da parte di alcun individuo impiegato presso Ubs e nessun danno per il Comune di Milano".

Lannutti (Idv): "Accusa chiara alle banche" - ''Quello della procura di Milano è un atto di accusa chiaro e durissimo nei confronti del sistema bancario per l'abuso criminale che ha fatto dei derivati, vere e proprie armi di distruzione di massa delle democrazie e della sovranità popolare. Siamo accanto ai magistrati perchè siano accertate tutte le responsabilità di una vicenda gravissima''. Lo afferma il senatore Elio Lannutti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Finanze, che sui contratti sui derivati stipulati da diversi enti locali ha presentato più di un'interrogazione.

''Sta emergendo in tutta la sua evidenza - aggiunge - la gigantesca truffa perpetrata da alcune banche a danno di quasi 500 enti locali, tra cui il Comune di Milano, nel silenzio e nell'immobilismo, quando non nella complicità, di chi avrebbe dovuto vigilare. Come ha sottolineato nella sua requisitoria il procuratore Robledo, da parte delle banche c'è stata un'aggressione alla comunità, ossia ai cittadini, che alla fine sono chiamati a pagare il conto dell'inganno delle banche e della sconsideratezza dei loro amministratori. Ora è fondamentale che i colpevoli paghino - conclude Lannutti - ma è necessario anche che il governo intervenga con opportune contromisure per impedire che questa vergogna si possa ripetere in futuro''.

domenica 15 luglio 2012

INCHIESTA ESM LANNUTTI IDV DENUNCI




Lannutti lasci IDV e denunci la complicità del suo partito, oppure mente. Attenti alle trappole: chiedete spiegazioni.  


Con grande sorpresa, visto il silenzio indecente di tutti questi mesi sulla questione ESM/MES, un parlamentare di Italia dei Valori si accorge che si tratta di uno strumento che “garantirà dorate poltrone a tecnocrati, burocrati e ottimati che, come novelli principi di Valacchia, continueranno a succhiare il sangue ai popoli europei già dissanguati”.
E se ne è accorto solo ora, mentre anche il cittadino attivo meno esperto, capendo la gravità della situazione, ha appoggiato una protesta che va avanti da diversi mesi? Beh, anche se fosse in buona fede, non è sicuramente all’altezza della situazione, sollevare in aula un problema gigantesco per la sopravvivenza dello Stato democratico quando è ormai praticamente ovvio che Monti incassi la ratifica puzza di furbata, un modo per “ripulirsi la faccia” dopo mesi di complicità. Non pare essere un atteggiamento nuovo in questo partito, visto che alcuni suoi parlamentari sono stati fra i promotori del DDL sull’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione salvo poi, all’ultimo momento, tirarsi indietro quando non c’era più nulla fare.

Sono uscita da Italia dei Valori proprio perché con il loro silenzio hanno dichiarato di volere appoggiare questo trattato tenendo i cittadini all’oscuro di tutto.

Colpevoli imperdonabili di questa complicità sono proprio i suoi colleghi/amici del partito per cui ho preparato una mozione sull’argomento chiedendo di intervenire con una importante battaglia politica. Lannutti era chiaramente in mezzo a loro.

Per fortuna decine e decine di migliaia di italiani sanno cosa è accaduto, anche all’interno dello stesso partito in cui, tranne qualche caso isolato, restano anch’essi a guardare senza esprimersi nonostante qui ci sia in gioco anche il futuro dei loro figli, che pagheranno con “lacrime e sangue” queste scelte.

Insomma, la storia dell’atteggiamento di questo partito rispetto al “governo delle banche” la conosciamo bene, ed infatti si sono astenuti durante le votazioni in Senato, ridicoli.

Adesso invito tutti a porre all’on. Lannutti le seguenti domande:
  • On. Lannutti con grande stupore apprendiamo la sua opposizione dell’ultimo momento sul trattato ESM che lei stesso ha definito come uno strumento che garantirà dorate poltrone a tecnocrati, burocrati e ottimati che, come novelli principi di Valacchia, continueranno a succhiare il sangue ai popoli europei già dissanguati. Poiché è ovvio che i suoi colleghi parlamentari si sono rilevati complici di questo sistema, prima tenendo all’oscuro i cittadini quando la società civile chiedeva battaglia politica e poi con una astensione imbarazzante al voto in Senato, perché non denuncia pubblicamente la loro posizione abbandonando questo partito?
  • Ci spiega, visto anche che vi manteniamo con stipendi d’oro per fare i nostri interessi, come è stata affrontata la questione all’interno del partito e perché è stata ignorata la denuncia della dott.ssa Lidia Undiemi contro l’ESM quando ancora si poteva fare qualcosa per evitare il voto favorevole?
  • E’ per ignoranza che lei si è dimostrato favorevole a questo “fondo salva-stati” nelle mozioni di fine gennaio in favore di Mario Monti? (Già solo per questo, viste le sue ultime considerazioni sull’ESM, dovrebbe dimettersi anche da parlamentare)
  • Lei propone di istituire un Tribunale Internazionale per crimini economici contro l’umanità e processare i banchieri. Non sarebbe meglio iniziare con l’istituzione di un tribunale italiano per i crimini economici contro l’umanità da parte dei partiti politici italiani che fanno scelte politiche in favore delle banche che lei vorrebbe incriminare?

Ricordiamo all’on. Lannutti che se i poteri finanziari potranno adesso aumentare vertiginosamente l’esercizio dei propri poteri nel territorio nazionale è soprattutto grazie al silenzio e al consenso dei parlamentari italiani circa la ratifica di due trattati, ESM e fiscal Compact, che possono entrare in vigore in Italia soltanto con l’approvazione del Parlamento.

Ecco la mail di Lannutti: lannutti_e@posta.senato.it a cui inviare le domande.

lunedì 9 luglio 2012

LA GRANDE TRUFFA DA ITALIA DEI DOLORI


La Grande Truffa – Ponzi Austerity: che cosa significa?  

Molte persone si chiedono cosa sia la Ponzi Austerity. Spiego brevemente.
Ponzi Austerity dev’essere in simbiosi con:
(a) una riduzione su larga scala dei servizi pubblici ed una stretta di cinghia al contribuente (per tener le redini delle finanze pubbliche);
(b) un nuovo meccanismo per il rifinanziamento del debito di un ramo della macroeconomia (comprese le perdite bancarie) con la creazione di nuovi debiti insostenibili in alcuni altri rami.
In breve, Ponzi Austerity aumenta il debito aggregato intenzionalmente spostandolo sulla macroeconomia, nella speranza che l’occhio del pubblico venga distratto da tutto questo movimento. [CHOMSKY strategie della manipolazione] – Basta dare un’occhiata furtiva a ciò che sta accadendo oggi qui in Europa, al fine di trarre la conclusione inevitabile che l’austerità praticata nella zona euro è forse il caso più lampante possibile della Ponzi Austerity.
Il potere si prenderà il suo tempo a scapito della solvibilità ed – infine - ci saranno quelli che riusciranno a riprendersi i loro soldi fuori dal “sistema” prima del crollo inevitabile, lasciando così il contribuente sfortunato a raccogliersi i cocci quando tutta questa faccenda finirà con le gambe all’aria.

Così, una volta compresi questi semplici punti, si nota che:
1. dato che i salvataggi vengono realizzati con i soldi dei contribuenti, allora abbiamo il diritto di sapere esattamente cosa stia succedendo e di come i soldi di questi salvataggi vengano spesi.
2. dato che le nostre economie sono inestricabilmente interdipendenti ed i salvataggi le stanno rendendo ancor più intrecciate, i cittadini provenienti da qualsiasi paese europeo hanno il diritto di conoscere in modo totalmente trasparente tutti i flussi di denaro di tali salvataggi in tutta Europa, SENZA esserne limitati dai nonconfini
In quanto cittadina europea, voglio ed ho il diritto di sapere se il tedesco o greco o qualsiasi altro governo facente parte dell’UE, sono collusi con questo o quel interesse privato, essendo delle banche o qualsiasi altra cosa. E se sono queste ultime a distorcere i processi decisionali in modo tale da aumentarne il rischio complessivo del fallimento della zona euro.
Ho il diritto di sapere perché questo sta andando ad incidere su me: a prescindere se posso votare alle elezioni per quei governi o no. Purtroppo, l’opinione pubblica europea è ancora frammentata a causa della stessa frammentazione dei media europei.
Ma vorrei fare un appello a qualsiasi giornalista europeo che sta leggendo questo articolo: se si pensa che l’opinione pubblica europea abbia il diritto di sapere e se si dispone dei mezzi per contribuire a renderlo possibile, beh… li usino! Qui in Italia abbiamo già troppa schifosa e scandalosa CENSURA.
Scandalo Madoff e schema Ponzi


                                                                               
                             
                                                      Bernie Madoff e lo schema Ponzi   


                                                                        
                                                                           

I NOSTRI FIGLI E QUELLI DEI MINISTRI


I figli dei ministri? Tutti geni (con posto fisso e vicino a mammà) – Nomi, foto, storie  


Sarà forse una questione genetica ma i figli di questi ministri incartapecoriti, che da una settimana somministrano al Paese dosi mai viste di delirio senile, sono tutti ma proprio tutti dei grandi fenomeni della natura, una sfida alle leggi della statistica. Oh nemmeno uno “sfigato” ma tutti autentici geni con uno o più posti fissi e con compensi che i comuni mortali possono solo sognare. O forse no. Forse sono solo i figli di una classe dirigente che predica bene e razzola malissimo. Forse sono soltanto la punta dell’iceberg di un sistema malato, fondato sul nepotismo e sulla clientela e ostile al merito. E tuttavia, le sparate di Monti, Fornero e Cancellieri, ci offrono una grande opportunità, ossia quella di aprire nel Paese una grande discussione sul tema della mobilità sociale. Dobbiamo interrogarci su come sia possibile offrire a tutti (al figlio di Monti come a quello dell’operaio) le stesse condizioni di partenza e le stesse opportunità così come recita l’articolo 3 della Costituzione che qui ricordiamo: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Ecco a voi i ritratti di questi fenomeni della natura e, come si suol dire, Una coincidenza è una coincidenza due coincidenze sono un indizio tre coincidenze sono una prova:
GIOVANNI MONTI (figlio di Mario)
39 anni. A poco più di 20 anni è già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d’affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo apicale di  International Advisor. A 25 anni è già consulente di direzione da Bain & company, dove rimane fino al 2001.  Dal 2004 al 2009, vale a dire fino al suo approdo alla Parmalat, Giovanni Monti ha lavorato prima a Citigroup e poi a Morgan & Stanley: a Citigroup è stato responsabile di acquisizioni e disinvestimenti  per alcune divisioni del gruppo, mentre alla Morgan  si è occupato in particolare di transazioni economico-finanziarie sui mercati di Europa, Medio Oriente e Africa, alle dipendenze dirette degli uffici centrali di New York.
SILVIA DEAGLIO (figlia di Elsa Fornero)
37 anni. A soli 24 anni, mentre già svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. La figlia del ministro inizia ad insegnare medicina a soli 30 anni. Diventa associata all’università di Torino a 37 anni con sei anni di anticipo rispetto alla media di accesso in questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l’università dove insegnano mamma e papà, nell’ottobre 2011. alla professoressa Deaglio ha certamente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all’Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell’ultima riunione della commissione di esame che l’ha nominata docente di seconda fascia. Come detto, l’Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all’epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero.
PIERGIORGIO PELUSO (figlio di Annamaria Cancellieri)
Appena laureato viene catapultato subito all’Arthur Andersen. Un fenomeno della natura. Da lì balza a Mediobanca. Passa poi per diversi enti e dirigenze bancarie tra cui Aeroporti di Roma (consigliere d’amministrazione), Gemina (consigliere) Capitalia, Credit Suisse First Boston e Unicredit per finire, poco tempo fa, alla Fondiaria Sai dove ricopre il ruolo di direttore generale con compenso da 500mila euro all’anno.
MICHEL MARTONE (figlio di Antonio)
Figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, amico di Previti e Dell’Utri e Brunetta, già  nominato da Brunetta presidente dell’authority degli scioperi, ruolo da cui si è dimesso dopo essere stato coinvolto come testimone nell’inchiesta P3. Il superaccomandato Michel Martone ha una carriera universitaria molto rapida: a 23 anni ha un dottorato all’università di Modena. A 26 anni diventa ricercatore di ruolo all’università di Teramo. A 27 anni diventa professore associato. Al concorso, tenutosi tra gennaio e luglio 2003, giunse al secondo posto su due candidati, in seguito al ritiro di altri 6. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non ammissibile); ottenne 4 voti positivi su 5, con il parere negativo di Franco Liso, contro i cinque voti positivi ricevuti dall’altra candidata, 52enne con due lauree e 40 pubblicazioni. Tuttavia fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. A 37 anni diventa viceministro del governo Monti. 

I ragazzi studiano troppo poco? No, la colpa è tutta degli insegnanti 

CHE BASTARDI !!! TUTTA L' ITALIA SI LAMENTA FIGLI CHE HANNO STUDIATO ONEROSAMENTE CON DEVOZIONE INAUDITA PER RAGGIUNGERE UN PERSONALE SUCCESSO AMMESSI AL' ESAME CON LA MEDIA DEL 8 ALCUNI BOCCIATI E ALCUNI GLI HANNO DATO IL 60  ( POLITICO) IL MIGLIORE USCITO CON 71 CHE VERGOGNA PORCI COMMI-SIONISTI  CORROTTI !!! LO FARESTE CON VOSTRO FIGLIO ????  MAIALI 
DA MARINAIO @diversamenteabi   SU TWITTER

Ho letto una dichiarazione della Fornero che dice che i ragazzi di oggi studiano troppo poco, ma non diciamo stupidaggini.
Poniamoci invece serie domande sul fallimentare corpo insegnati.
Ho riscontrato purtroppo in molti di loro una vera mancanza “umana”, questi professori sono consapevoli di
quanti disastri riescono a fare su questi ragazzi? Ritengo inaccettabile che vengano umiliati psicologicamente in classe.
Nel caso specifico, esistono e non sono poche, situazioni di massimo disagio per quegli alunni che più di altri sono meno veloci ad apprendere quando il loro insegnante spiega. Esistono docenti bravissimi nella loro materia ma non adatti all’insegnamento dove alunni più bravi seguono, i meno pronti, sommandosi queste problematiche, faticano e “soccombono”.
Mi è capitato, proprio quest’anno di incorrere in un’insegnante di un liceo scientifico di Milano (per ora non faccio nomi), che già a novembre ha deciso che mia figlia non avrebbe superato l’anno, condizionandole tutto il percorso scolastico.
Secondo me il compito dell’insegnate è anche quello di capire ,con l’aiuto, ovviamente, dei genitori e degli psicologi, per comprendere la sua timidezza i suoi punti lacunosi e soprattutto non sanno coinvolgerlo per far si che la materia non sia arida ma fonte di sapere.
Perché allora non si prendono seriamente in considerazione valutazioni proprio sugli insegnanti? Perché l’insegnante deve avere sempre ragione e noi genitori dobbiamo stare zitti perché abbiamo paura per i nostri figli?
I nostri ragazzi sono la cosa più preziosa che abbiamo sono il nostro futuro ma dobbiamo tutti insieme aiutarli a crescere e maturare in modo corretto e onesto.
Vorrei concludere con l’etimologia della parola INSEGNARE (cfr. Vocabolario Zingarelli) :” Esporre e spiegare in modo progressivo un’arte, un mestiere”………… ma se non lo sanno fare neanche loro………

domenica 8 luglio 2012

G8 SENZA DIGNITÀ

G8, De Gennaro si limita a scuse formali. Agnoletto: "E' inaccettabile che resti al governo nel silenzio colpevole di tutto il parlamento"





''Per quanto mi riguarda ho sempre ispirato la mia condotta e le mie decisioni ai principi della Costituzione e dello Stato di diritto e continuerò a farlo con la stessa convinzione nell'assolvimento delle responsabilità che mi sono state affidate in questa fase''. A dichiararlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni De Gennaro, in merito alla sentenza sui fatti al G8 di Genova. "Resta comunque nel mio animo un profondo dolore - aggiunge - per tutti coloro che a Genova hanno subito torti e violenze ed un sentimento di affetto e di umana solidarieta' per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalita' organizzata'', conclude De Gennaro.
"Le parole di De Gennaro però non sono certo quelle che si aspettano da un uomo che ha giurato di servire le istituzioni e che oggi rappresenta il governo. Sono parole simili a quelle di un capobanda che, dopo aver subito una sconfitta, resta consapevole dell'enorme potere di cui ancora dispone''. A dichiararlo è Vittorio Agnoletto portavoce del GSF al G8 di Genova commentando la dichiarazione del sottosegretario De Gennaro. ''Nelle parole dell'ex capo della polizia - aggiunge - non c'è nemmeno l'ombra delle scuse che, se pur solo formalmente, ha chiesto il suo successore Manganelli''.
''De Gennaro, con arroganza rivendica ogni cosa e - prosegue - sfottendo i giudici osa addirittura affermare, che tutto si è svolto secondo la Costituzione, lui che a Genova nel 2001 era il capo della polizia e quindi il responsabile della gestione dell'ordine pubblico''.
''Nemmeno una critica -rileva Agnoletto - verso i dirigenti di polizia condannati per reati estremamente gravi, ai quali va anzi la sua solidarietà. La stessa solidarietà in nome della quale per undici anni i vertici della polizia hanno cercato di impedire l'azione dei pubblici ministeri e di bloccare i processi. Per tutti gli altri resta solo un generico dolore; nemmeno un accenno alle vittime della violenza provocata dai suoi sottoposti. In qualunque altro Paese europeo - conclude Agnoletto - De Gennaro sarebbe statosospeso dall'incarico già nel 2001; è inaccettabile - conclude - che resti al governo nel silenzio colpevole di tutto il parlamento''.                       

venerdì 6 luglio 2012

CE CHI VORREBBE UN ITALIA COSI

       
CI SONO ANCHE I PAZZI  DA MARINAIO @diversamenteabi  SU TWITTER

QUESTA è DA LEGGERE TUTTE LE MATTINE  
   


                                                                     


      

I PUNTI SALIENTI DEL PROGRAMMA POLITICO

        I PUNTI SALIENTI DEL PROGRAMMA POLITICO

I PUNTI SALIENTI DEL PROGRAMMA POLITICO

AZIONI PRIORITARIE DA ATTUARE IN CASO DI VITTORIA ELETTORALE

1) Annullamento del concetto di soggetto giuridico
Note : La responsabilità è solo personale e soggettiva (di un uomo), perché i più ricchi possono costituire infinite società e non rispondere di alcuna responsabilità e in pratica fallire enne volte, e chi è povero può fallire una sola volta?
2) Annullamento di tutti i finanziamenti pubblici a qualsiasi setta religiosa, in particolare alla setta cattolica cristiana romana, nell’ ottica che ognuno si paga i suoi vizi.
Note : L’Italia è uno Stato laico oppure suddito a sua volta del Papato? Se davvero tutti i cittadini sono uguali questo non dovrebbe esistere, e le altre superstizioni le sperequiamo?
3) Eliminazione del concetto di società a responsabilità limitata
Note : se tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge perché devono essere avvantaggiati i più ricchi?.
4) Uscita dell’Italia dall’Europa Comunitaria
Note : No alle mistificazioni e soprattutto alla riduzioni dei diritti di sovranità dei popoli senza l’avvallo di referendum o deleghe democraticamente e palesemente espresse. Si all’Europa unita, ma con la volontà espressa dei popoli che vi partecipano, e soprattutto sotto il controllo diretto dei cittadini e non delle multinazionali dei farmaci, delle telecomunicazioni, di Microsoft, delle banche private, dei media controllati dalla finanza.
5) Centralità e responsabilità soggettiva di ogni uomo, anche nelle attività economiche e finanziare
Note : centralità e responsabilità soggettiva di ogni uomo, anche nelle attività economiche e finanziare. Anche chi detiene azioni di società ne risponde in solido personalmente ogni volta
6) Chiusura per ignominia della Borsa italiana
Note : annullamento per ignominia della Borsa italiana e deferimento giudiziario dei suoi vari responsabili da almeno trent'anni.
7) Conquista territoriale ed annullamento giuridico e politico internazionale dello Stato del Vaticano
Note : Siete d’accordo che occorrerebbe occupare lo Stato del Vaticano ed annetterlo al territorio italiano, ed eliminare l’esistenza dello Stato del Vaticano dagli organismi internazionale, in modo da porre fine al potere temporale dei Papi che è un anacronismo, un aborto logico oltre che un conflitto di interessi assoluto?
8 ) Coscrizione obbligatoria
Note : sull'esempio svizzero ferma dei cittadini maschi e femmine coscritti dai 15 ai 65 anni per 2 settimane all'anno.
9) Eliminazione degli ordini professionali e degli albi
Note : Se il Titolo di studio non è abilitante alla professione, che cosa fa lo Stato rilascia titoli, diplomi, lauree falsi? Oppure è il caso di eliminare gli ordini corporativistici che hanno usurpato i diritti e le competenze dello Stato?
10) Uscita dell’Italia dall’ONU
Note : Senza avulgersi dai grandi sistemi politici nessuna politica veramente originale ed autonoma è possibile, occorre rendersi indipendenti per essere davvero liberi di fare scelte epocali ed inderogabile che occorrono ai nuovi scenari internazionali che si stanno appalesando
11) Uscita dell’Italia dalla NATO
Note : No al più bieco militarismo e neocolonialismo mascherato da intervento umanitario, occorre riflettere, ripensare le alleanze, i trattati, via le basi militari USA di occupazione mascherate anch’esse da alleanza dal territorio italiano.
12) Uscita dell’Italia del FMI
Note : Se l’Italia non si sgancia dl sistema del signoraggio delle altre monete qualunque politica monetaria, e nessuna politica tout court sarà mai possibile, quindi uno degli elementi essenziali ed inderogabili è svincolarsi dai legacci che avvolgono la nostra economia.
14) Uscita dell’Italia del WTM
Note : Serve sganciarsi dalle grandi multinazionali della finanza che controllano i flussi delle merci, i cambi, gli scambi internazionali e soprattutto le fonti energetiche. L’unica soluzione efficace per conto mio è quello di isolarsi, rendersi autonomi, e quindi trattare da una posizione di indipendenza e autonomia.
15) Uscita dell’Italia del WTO
Note : Come sopra.
16) Uscita dell’Italia della zona dell’Euro
Note : L’euro, ormai è chiaro a tutti, è la più grande truffa di tutti i tempi dopo quella del dollaro. Bisogna interrompere immediatamente la farsa.
17) Il potere sta nelle armi, ergo assegnazione, incarico e detenzione di armi da guerra distribuite a tutti i cittadini
Note : Detenzione di armi da guerra, di cui si è responsabili, al dominilio di ogni cittadino abile e coscritto; armi da guerra, quindi anche bazooca, lanciamissili, carri armati, autoblindo, etc., etc., ovviamente con le dovute accuratezze e sicurezze di controllo da parte di più cittadini.
18 ) Liberalizzazione delle droghe
Note : Circa due milioni di drogati schedati significa che una persona su trenta si droga con grande danno alla società in termini di delinquenza, spaccio, movimento di grandi quantità di denaro illegale, malattie incontrollate, insicurezza sociale. Forse togliendo la gestione dell’"affaire" alle mafie le cose nella società potrebbero migliorare, e forse anche ridursi il numero dei tossici.
19) Monopolizzazione delle droghe
Note : Circa due milioni di drogati schedati significa che una persona su trenta si droga con grande evasione fiscale ora che l’"affaire" è gestito dalle mafie. Una grande potenziale fonte di introiti per lo Stato. Sembrerebbe essere 44 miliardi di euro!!
20) Tassazione delle droghe
Note : Potrebbe essere una soluzione, per il finanziamento delle cure e dell'assistenza vera ai tossici; che ne dite?
21) Nuovo sistema fiscale con esazione preventiva all’atto dell’emissione della moneta.
Note : Innovativo (non tanto, ma pochissimo applicato) sistema di tassazione da parte dello Stato all'atto di emissione della moneta da parte della banca a cui ci si rivolge per l'ottenimento della moneta con fattura emessa per merce o beni richiesta da acquirente, (poi vi spiego). Aliquote oscillanti fra il 5 e il 10 %.
22) Responsabilità personale del politico
Note : Responsabilità diretta ed obbligo del risarcimento del politico che arrechi per qualunque motivo pregiudizio e danno al cittadino.
23) Responsabilità personale del pubblico funzionario
Note : Responsabilità diretta ed obbligo del risarcimento del politico che arrechi per qualunque motivo pregiudizio e danno al cittadino.
24) Responsabilità personale dell amministratore pubblico
Note : Responsabilità diretta ed obbligo del risarcimento del politico che arrechi per qualunque motivo pregiudizio e danno al cittadino.
25) Ridemanializzazione delle coste e degli arenili
Note : L’accesso al mare, ai fiumi, ai laghi deve essere libero, e le loro coste devono essere riconsegnate alla libera fruizione da parte dei cittadini, deve essere quanto più ripristinato l’ambiente naturale.
26) Ridemanializzazione delle strade e delle vie di comunicazione di ogni tipo e genere
Note : Il suolo ed i beni demaniali nel corso degli ultimi decenni sono stati fatti oggetto di appropriazioni improprie da parte di altri enti (in particolare gli enti locali), da parte di privati che hanno usurpato piccoli e grandi fondi, e soprattutto si sono incorporati pertinenze e fronti stradali in ogni genere di arteria viaria alla faccia del bene pubblico. Le strade e le ferrovie servono, lasciamogli gli spazi per gestirle, costruirle, ampliarle, innovarle.
27) Riemissione in corso la Lira (o io preferirei il Talento, se vi interessa vi spiegherò)
Note : Se l’Italia è uno Stato di diritto internazionale deve far valere le proprie ragioni di diritto sulla sua propria autonomia monetaria, che non è stata mai delegata ad altri dai cittadini sovrani, e quindi rimettere in corso una sua propria moneta. Lira o Talento.
28 ) Rimozione dei crocefissi da tutti gli edifici pubblici
Note : L’Italia è uno Stato laico oppure suddito a sua volta del Papato? Se davvero la legge è uguale per tutti sopra lo scranno del giudice non può esserci il feticcio di una delle centinaia di sette religiose o superstizioni. Lo stesso nelle aule della scuola pubblica.
29) Rinazionalizzazione della Banca d Italia sotto il controllo diretto del governo
Note : L’Italia è uno Stato o una barzelletta? Il controllo dell’emissione della moneta (unità di misura del valore) deve essere effettuato da chi questo valore lo produce : i cittadini.
30) Rinazionalizzazione della rete elettrica
Note : Qualche anno fa ho querelato ENEL per truffa a danno dei cittadini, falsa ed omessa fatturazione, ed una sfilza di reati di vario genere, non ho mai ricevuto controquerela. . Poi vi spiego.
31) Rinazionalizzazione delle autostrade
Note : Che meriti avrà mai la famiglia Benetton per fregarsi gli utili spettanti a tutti i cittadini italiani con le autostrade costruite con i pedaggi di tutti i cittadini negli ultimi cinquant’anni??
32) Rinazionalizzazione delle dorsali telefoniche/telematiche
Note : Vogliamo porre fine allo scempio dei beni comuni dei cittadini regalati aggratis alla grande finanza??
33) Rinazionalizzazione delle ferrovie dello Stato
Note : Anche in questo caso se so venduti pure l’onore della madre. Una S.p.A. che non è una S.p.A., ma è, quando occorre, una S.p.A., il gioco delle tre carte
34) Ripubblicizzazione delle acquedotti e delle acque
Note : L’acqua è un bene primario indispensabile alla sussistenza, alla sopravvivenza, alla vita in senso lato, è di tutti per antonomasia, non può essere oggetto di concessione a nessuno, eppure quasi tutti i comuni italiani, in cambio di briciole hanno ceduto per trent’anni il loro bene primario a chi li sfrutta piratescamente.
35) Ritiro di tutte le truppe italiane all’estero
Note : Lo impedisce la costituzione. Mi sembra ragione sufficiente.
36) Seconda tassazione integrativa sulle banconote che si detengono con apposizione di bollo bimestrale
37) Elezione diretta dei giudici del tribunale locale da parte dei cittadini della circoscrizione
38) elezione diretta di tutte le Autorità di controllo, assistenza e sanzione direttamente da parte di tutti i cittadini
39) Elezione diretta di tutti i difensori civici da parte dei cittadini/elettori del Comune di competenza
40) Elezione diretta di tutti i difensori civici regionale da parte di tutti gli elettori regionali
41) Rinazionalizzazione di tutta la grande industria;
42) Ricostituzione dell I.R.I.
43) Confisca della FIAT e nazionalizzazione di tutti i beni degli Agnelli;
44) Confisca di tutte le grandi aziende quotate in borsa e nazionalizzazione delle stesse fino ad un minimo di 20 milioni di euro;                                                

LA MANOVRA DEL INCAPACE STR.MONTI

La manovra monstre di Monti-Bondi: tagli per 27 miliardi. Riunione fiume nella notte e scontro nell'esecutivo. Cancellata la sanità pubblica



"Benefici concreti per i cittadini". C'è scritto proprio così nell'incipit della manovra finanziaria da più di ventisette miliardi (in tre anni), alias 'spending review', che il Governo ha varato stanotte dopo una riunione di sette ore. Sette ore di drammatico confronto interno in cui ad un certo punto per arginare l'opposizione dei ministri il premier ha dovuto usare le maniere forti. Alla fine "Supermario" la spunta. Ed ottiene che la norma sugli uffici giudiziari, oggetto di gran parte delllo scontro, viene solo posticipata di qualche giorno. I risparmi conteggiati ammontano a 5 miliardi nel 2012, 11 nel 2013 e altri 11 nel 2014. Tutta la manovra viene coperta dalla patina dell'efficientamento e della razionalizzazione. In realtà l'impostazione è quella dei tagli "a prescindere" sul lato della spesa senza minimamente curarsi della erogazione sui servizi a favore dei cittadini. Basta guardare, per esempio, a quanto avverrà nella Sanità dove si stima un taglio di 18mila posti letto. Molti presidenti di regione hanno già dichiarato che con questi provvedimenti l'assistenza sanitaria pubblica non c'è più. C'è poi il doloroso capitolo sul lavoro nel pubblico impiego. A parte il taglio delle piante organiche, viene introdotta una odiosa pagella individuale sulla base della quale viene misurata la produttività del lavoratore. Viene così aperta la strada al licenziamento "modello Fiat". Nella pubblica amministrazione si apre un vero e proprio esodo di massa tra tagli agli enti locali, soppressione delle province e 'razionalizzazione'. Ma ancora non è finità perché Monti sta preparando il taglio delle agevolazioni fiscali e dei contributi pubblici. Su questo ha messo al lavoro due campioni del liberismo come Giuliano Amato e Francesco Giavazzi. Un miliardo in più infine alle missioni militari all'estero. Di seguito un quadro sintetico della legge finanziaria. Pubblica amministrazione
Nella Pubblica amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali di almeno il 10%. I lavoratori verranno stipati in spazi più ristretti: tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Anche gli archivi subiranno la stessa sorte. Ovviamente, gli spazi risparmiati verranno venduti.
Per il personale in eccedenza prevista la "risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che, in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma introdotta dal decreto legge n. 201 del 2011, avrebbero ottenuto la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2014". Il trattamento di fine rapporto verrà percepito non subito ma con la pensione. Per gli altri che non hanno i requisiti si apre la prospettiva della mobilità.
Stop alle consulenze per i dipendenti pubblici che andranno in pensione. Il viceministro Grilli parla di "una clausola di impedimento a dare consulenze al personale in quiescenza".
Il valore dei buoni pasto non può superare i 7 euro, mentre le ferie e i riposi non potranno più essere "monetizzati" e vanno consumati obbligatoriamente.
Le pubbliche amministrazioni potranno "rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi" per quanto riguarda l'acquisto di beni e servizi. Nel decreto si prevede anche l'accentramento alla Consip, la società del ministero dell'Economia che ha per legge il ruolo di "centrale acquisti" di tutti i poteri di tesoreria anche sulle amministrazioni decentrate. Per i ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Taglio del 50% rispetto al 2011 per i fondi relativi al parco auto. Tra gli interventi di soppressione quelli dell'Isvap e della Covip (saranno accorpate nell'Irvap) e di altri enti e società.
Gli affitti pagati dallo Stato subiranno un taglio del 15% dopo la procedura di rinegoziazione. Più veloce la procedura di vendita degli alloggi di servizio di proprietà del ministero della difesa.
Stretta sulle società pubbliche e su quelle in house che non potranno più esistere. Previsto il taglio ai cda delle società a totale partecipazione pubblica: avranno solo tre membri. La mano pubblica deve vendere tutte le partecipazioni nelle società controllate. Un colpo mortale al risultato del referendum contro la privatizzazione dell'acqua.
Scuola
Saltano i fondi per scuole non statali, mentre 10 milioni vanno alle Università non statali. Sono le spese autorizzate per il 2013. "Il fondo per il finanziamento ordinario delle università - si legge - di cui all'articolo 5, comma 1, della legge 24 dicembre 1993, n.537, è ridotto di 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013''. È anche previsto un incremento di 90 milioni di euro per il Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d'onore e l'erogazione delle borse di studio da ripartire tra le regioni. Il personale inidoneo viene inserito nell'amministrazione mentre vengono aboliti i distacchi presso il ministero degli Affari esteri (istituti di cultura all'estero).
Vincoli al turn over per il sistema universitario statale e per gli enti di ricerca. Si prevede per le università e gli enti di
ricerca l'adeguamento alla normativa già in vigore preso le altre pubbliche amministrazioni, in materia di limitazione alle nuove assunzioni.
Enti locali
Via all'accorpamento delle province. In pratica ne rimarranno solo 50. Criteri: popolazione ed estensione. Il Consiglio dei ministri fisserà entro dieci giorni le soglie minime per la sopravvivenza di una provincia, per poi passare la palla agli enti locali. Il processo dovrebbe essere completato entro la fine del 2012. Saranno salve le province degli attuali capoluogo e entro il primo gennaio saranno istituite 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contemporaneamente si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro dal 2013 i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per il 2012 e 2 miliardi di euro dal 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per quest'anno e 1 miliardo di euro dal 2013.

Sanità
I tagli nel settore della sanità si concentrano su quattro capitoli. Sarà anticipato il taglio del 5% sull'acquisto di beni e servizi che sarebbe entrato in vigore dal 2013, con la rinegoziazione dei contratti in essere. Sulla spesa per i farmaci, il governo ha decisio un aumento dello sconto obbligatorio che farmacie (fino al 2014) ed aziende farmaceutiche ( solo per il 2012) praticano al Servizio sanitario nazionale. Per gli anni successivi saranno invece aggiornate le regole che prevedono un tetto di spesa per la farmaceutica territoriale e quella ospedaliera. Meccanismo simile per l'acquisto di dispositivi medici: per il resto del 2012 deciso un abbattimento del 5%, ma dal prossimo anno sarà fissato un tetto di spesa. Prevista anche la riduzione dell'acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati.Il saldo complessivo è di un taglio di 18mila posti letto.

giovedì 5 luglio 2012

ITALIA DEI DOLORI ANALISI MERKEL


ANALISI: La Ricerca di Merkel per un’Europa di tedeschi Multiculturali è più pericolosa di ogni altra cosa dopo Anschluss. 



Un’immagine di Trieste quando era Territorio Libero (TLT).
La Germania deve accettare il fatto di non esser stato l’unico membro ad aver sofferto sotto l’Unione europea.
Ho trascorso un weekend di sole splendente riscoprendo luoghi che non si vedon troppo spesso e parlando a lungo con i tedeschi (mio padre lo era). Uno di loro mi ha segnalato un libro scritto dall’ex presentatore di Money Programme Alan Watson, intitolato semplicemente The German. Scritto durante un anno o due, dopo la riunificazione tedesca, mostra tutto l’ottimismo di quel tempo.
Correttamente, prevedevano che una Germania unita sarebbe diventata la centrale elettrica d’Europa: tuttavia, il libro non fa una sola menzione all’unione monetaria – o anche solo all’idea di essa. Il 1992 è solo venti anni fa ed abbiamo avuto questi maledetti euro per questi dieci anni. Così, va da sè, a dimostrare quanto rapidamente gli egomaniaci abbiamo realizzato un programma dell’Unione e di come – in tutta fretta – l’intero schema sia stato messo assieme.
Ma la cosa più significativa del libro è la riverenza che l’autore ha per Costituzione tedesca e per la Legge fondamentale sancita e protetta dalla Corte di Karlsruhe. Nessun partito o leader politico oserebbe sfiorare la questione Karlsruhe – ha opinato – o cercar di cambiare qualcosa di fondamentale nella Costituzione [ciò che ha fatto invece l'Italia in gran silenzio all'ART.18 della Costituzione italiana].
I giorni dei politici sarebbero contati se ignorassero la legge o la modificassero per capriccio. Chiaramente, l’unica cosa che Watson non si aspettava è che un ex DDR apparatchik fosse un Cancelliere per ancora altri quindici anni oltre al politico più potente d’Europa. Un Osti che – nella sua adolescenza - fu organizzatore e responsabile della propaganda della linea dura di Gioventù Comunista.
Angela Merkel ha già ignorato una delle regole di Karlsruhe sull’idea del MES (ESM), con queste parole: “E’ solo una Corte con un’opinione, mentre abbiamo un altro parere”. Questa è un’osservazione cavalleresca sulla BundesCourt, la quale è, in realtà, l’arbitro finale su tutte le questioni costituzionali in Germania.
La Corte ha anche emesso avvisi pubblici che la cessione della sovranità coinvolta nell’Unione Fiscale è vincolata dalla sua natura ad essere incostituzionale. Fino ad oggi lei ha ignorato anche questo e va avanti, pur accennando oscuramente a cambiamenti costituzionali in tempo per la prossima Conferenza Nazionale CDU.
Il suo compagno in questa materia è Wolfgang Schäuble che - dopo l’esperienza di Atene – anche lui è preoccupato per quello che la Germania potrebbe o non potrebbe essere entrando. Come abbiamo visto la scorsa settimana, il Piano B – un’uscita tedesca dall’euro - è stato completamente pianificato a Berlino.
Ma il cancelliere tedesco ritiene che questa sia l’ultima risorsa, con grande delusione dei suoi banchieri.
Si sospetta che una delle cose che l’UE trova molto attraente, è la sua casuale volontà di calpestare la democrazia e lo Stato di diritto. In ogni singola occasione che i cittadini dell’UE danno il loro verdetto su qualcosa, Bruxelles ne ignora il risultato.
Quando sembra in grado di aver un qualche tipo di “voce in capitolo”, Bruxelles li blocca.
A Bruxelles, voti che finiscono in “modo sbagliato”, vengono abitualmente definiti come “incidenti”.
La Banca centrale europea (BCE) sta ignorando le decisioni prese dai deputati democratici dal 2005. E’ il Presidente Mario Draghi: illegalmente subordinato agli obbligazionisti greci. Ha poi salvato la Grecia con inutili pezzi di carta creati “ad hoc” che tirò fuori al momento giusto.
Ma, dal suo punto di vista, Angela Merkel potrebbe esser giunta ​​sulla scena politica tedesca proprio al momento giusto. Oggi, nel 2012 – per la prima volta dal Trattato di Versailles del 1919 – i tedeschi si fan duri.
Al momenti, quando parli con i tedeschi (ne ho molti di amici), noti che è rimasto lo stesso risentimento di 3 anni fa. La Francia si sente quel senso di colpa circa il prezzo del sangue che seguitò per troppo tempo. Pochissime persone nella Bundesrepublik di oggi hanno qualcosa a che fare con le atrocità naziste. Disgustati di sovvenzionare uno standard di vita di gran lunga superiore rispetto a quel che merita la Francia, la media dei tedeschi ha del risentimento nel sborsar danaro vedendo ozio e corruzione. Anche gli inglesi sono, a loro volta, una nota dolente: sempre a raccontare barzellette sulla guerra ed il rifiuto di partecipare come buoni europei. Ed ora i greci: i Greci! Urlano a squarciagola ’tedeschi nazisti’. A me sembra davvero tutto così ingiusto.
Ma, purtroppo, come argomenta piuttosto chiaramentee molto lucidamente il libro di Alan Watson, i sentimenti di risentimento tra i tedeschi sono - di solito – la prefazione di una grande difficoltà in Europa.
La verità è che la Germania ha bisogno di fermare questa autocommiserazione: proprio ora. Ha avuto l’euro (di fatto, un marchio a basso costo) per dieci anni di vacche grasse. Bene, ha fatto la maggior parte di questo e ha lavorato sodo: ma se gli inglesi sono ancora ossessionati con la guerra, lo sono anche i tedeschi con le loro ossessioni sull’inflazione Weimar.
Son quasi passati esattamente 200 anni da quando la Francia invase la Germania… Mentre i tedeschi hanno invaso la Francia per due volte nel secolo scorso. La Grecia non è stata solo invasa dalla Germania nel 1941: fu violentata. Ora viene chiesto non solo di subire un rigore spietato, ma anche di far una sola eccezione a quella difficile regola: il pagamento per intero per le forniture di armi tedesche. I tedeschi devono ricordare che gran parte dei punti - più o meno – dal primo giorno UE, contenevano: non la Francia, non la Gran Bretagna e, di sicuro, non il ClubMeds.
A seguito del presunto veto, David Cameron creava un’Unione fiscale minore a 17 entro i 27 (e dove si trova nel Trattato di Lisbona?). Autorevoli esponenti politici tedeschi han fatto alcuni discorsi con pochi amici su “Ora l’Europa parla tedesco“, assieme allo sfogo abbastanza imperdonabile di Wolfgang Schäuble: “Vedrete la Gran Bretagna: alla fine, sarà costretta ad entrare nell’area dell’euro”. Come sempre, la Germania è il suo peggior nemico.
Questo Cancelliere Merkel sta giocando con questo senso di risentimento. È difficile negare. Il suo sproloquio ipocrita su “Tutti i debiti li pagherete in pieno” non è altro che mettersi in mostra: non ci sono abbastanza soldi sul pianeta per pagare i debiti europei, tra cui la Germania.
Ad un certo punto, mi sembrò fosse disposta a prender le banche e difendere i soldi dei contribuenti. Ora, non ne sono proprio così sicura. Come Hitler a Stalingrado, disegna nella sabbia delle linee impraticabili che sono uno spreco di tempo e risorse.
Nessun salvataggio. Nessuna ristrutturazione. Nessun ESFS. Nessun MES (ESM). Nessun MES (ESM) potenziato. Nessuna distensione dell’austerità.
Affermazion che ricordano fin troppo le richieste senza volto e senza cuore del comunismo dell’Est europeo.
Ironia della sorte, gli amici più grandi dell’Europa – al momento – sono i banchieri tedeschi a Francoforte e Der Spiegel. Loro – e solo loro – si oppongono ai piani di Merkel assurdamente costosi ed insensibili: i politici del Bundestag – al di là del FPD – sono sonnambulismo. Ordinari tedeschi che indulgono sè stessi nelle fantasie di un Untermenschen latino e dei media scandalistici che si occupano di incoraggiarli in una visione di vita del cazzo.
Ma la semplice realtà resta proprio questa: l’Unione europea si sta trasformando in un altro fallimento per i folli seguaci del multiculturalismo…
Solo che – questa volta – l’entità del disastro sta per essere finanziariamente e socialmente da capogiro.
Torniamocene a casa nostra.

mercoledì 4 luglio 2012

DA ITALIA DEI DOLORI



DIFFONDETE! Referendum abrogazione parziale indennità parlamentari








Alzi la mano chi sapeva che presso i Comuni è possibile firmare per un Referendum abrogativo parziale sulla legge per le indennità parlamentari (Art. 2 L. 31/10/1965, n. 1261). Ben pochi, credo. Si tratta di un referendum, si, l’ennesimo referendum che però ha un fine più che nobile: il taglio degli stipendi della casta politica. La raccolta firme si concluderà il 30 luglio 2012 (termine per la presentazione al Comitato promotore 31/07/2012).
Cosa occorre fare? Nulla di più semplice: recarsi presso il proprio Comune ed andare a firmare. Provate però a domandarvi come mai questa notizia non è passata sui giornali. Non è che per caso c’è un forte connubbio tra i finanziamenti elargiti alla carta stampata e la casta politica? Meditate gente.
Intanto, con qualsiasi mezzo, DIFFONDETE LA NOTIZA!!!!! Voglio proprio vedere se anche stavolta la passano liscia. E poi dopo fate un salto in Comune. Ci vogliono 500.000 firme altrimenti avremo perso l’ennesima buona occasione per dare un duro colpo alla casta. Ma attenzione, la notizia è poco nota e quindi dovete DIFFONDERLA!!!!
Articolo 2 della Legge 31 Ottobre 1965, n. 1261
Ai membri del Parlamento è corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. Gli Uffici di Presidenza delle due Camere ne determinano l’ammontare sulla base di 15 giorni di presenza per ogni mese ed in misura non superiore all’indennità di missione giornaliera prevista per i magistrati con funzioni di Presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate; possono altresì stabilire le modalità per le ritenute da effettuarsi per ogni assenza dalle sedute e delle Commissioni.
E’ solo un piccolo passo, visto che TUTTA QUESTA LEGGE  meriterebbe una bella spolveratina, ma è pur sempre un passo necessario per far partire il movimento di rivolta popolare pacifica contro gli stipendi pagati al mondo della politica.
STAY TUNED!
Gazzetta n. 97 del 26 aprile 2012
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
COMUNICATO
Comunicato relativo all’annuncio di una richiesta di referendum popolare
Nel testo dell’annuncio citato in epigrafe, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – serie generale n. 93 del 20 aprile 2012, alla pag. 38, terzo rigo, dove e’ scritto: «27 marzo 2012», leggasi: «20 aprile 2012».
Gazzetta n. 99 del 28 aprile 2012
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
COMUNICATO
Comunicato relativo all’annuncio di una richiesta di referendum popolare
Nel testo del comunicato relativo all’annuncio di una richiesta di referendum popolare, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 97 del 26 aprile 2012, dove e’ scritto: «20 aprile 2012», si deve leggere: «19 aprile 2012».

NON CI SONO ITALIANI IGNORANTI MONTI

#spendingreview il governo sta tecnicamente distruggendo lo stato sociale e l’occupazione  

Tagli agli enti locali, taglio del personale, disorganizzazione della lotta all’evasione fiscale, ecco la spending review. In realtà il governo sta tecnicamente distruggendo lo stato sociale e l’occupazione, continuando l’opera delle manovre precedenti e del famigerato decreto 87 che ha semplicemente disorganizzato il settore fiscale, ponendo le condizioni per ostacolare la lotta all’evasione. La logica di Monti è quella di ritirare il ruolo dello stato per favorire il mercato, coprendo il tutto con la scusa della lotta agli sprechi. Nella spending review ci sono i tetti agli stipendi dei parlamentari, dei funzionari pubblici strapagati o un tetto alle pensioni d’oro? Nulla di tutto questo ma invece taglio degli organici e riduzione dei servizi. Complimenti al PD che – in nome della difesa del lavoro – sostiene il governo più thatcheriano che l’Italia abbia mai visto.


conti pubblici: istat, deficit/pil 8% nel primo trimestre  

   Nel primo trimestre 2012 l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche (dati grezzi) e' stato pari all'8,0% del Prodotto interno lordo (Pil). Nel corrispondente trimestre dell'anno precedente era stato pari al 7,0%. Lo rende noto l'Istat. Nel primo trimestre 2012 il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) e' risultato negativo e pari a 11.471 milioni di euro. L'incidenza sul Pil e' stata del -3,0% .


 #sfiducia il Pd si sente rappresentato dalla #Fornero, il ministro contro i lavoratori

La scelta del PD di confermare la fiducia individuale alla Fornero è un atto politico molto pesante: significa che il PD si sente rappresentato da questo Ministro che agisce palesemente contro i lavoratori e contro la Costituzione e che fa parte di un governo che ha demolito l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. È una scelta di campo, quella di sostenere chi sta contro i lavoratori. A questo punto suonano francamente ipocrite le critiche all’azione del governo: che senso ha lamentarsi di come funziona il governo se poi lo si tiene in piedi anche nei personaggi peggiori e si votano tutte le misure contro i lavoratori. La favola dell’emergenza è finita, qui vediamo delinearsi una scelta di fondo


La #spendingreview non è una manovra e Ruby è la nipote di Mubarak: Monti per nascondere la stangata estiva dice più bugie di Berlusconi  


    Se la spending review non è una manovra allora ha ragione Berlusconi e Ruby è la nipote di Mubarak. In realtà Monti per nascondere la stangata estiva dice più bugie di Berlusconi. Ci racconta che la spending review non è una manovra e forse pensa che basti usare termini inglesi per prendere in giro la gente: dopo le pensioni e i diritti dei lavoratori, ora i tecnici attaccano il welfare e i servizi pubblici. L’operazione strutturale, come la chiama il premier, consisterà nel taglio verticale di fondi e servizi nel settore pubblico, dalla sanità alla scuola. Una manovra di destra, in perfetto stile thatcheriano, che forse nasconde ulteriori sorprese visto che Monti dice che servono più di 4 miliardi per “evitare l’aumento dell’Iva”: vuoi vedere che il governo batterà cassa ancora chiedendo sacrifici ai già tartassati lavoratori? Il punto vero è che Monti e la sua maggioranza sta demolendo welfare e diritti dei lavoratori e con le sue manovre aggrava la crisi

lunedì 2 luglio 2012

ACCORDO CASINI D'ALEMA :MONTI


Accordo Casini e D’Alema: Monti a Palazzo Chigi nel 2013. E Prodi? Al Quirinale  


resizer e1341214842656 Accordo Casini e D’Alema: Monti a Palazzo Chigi nel 2013. E Prodi? Al QuirinalePer l’Italia si prospetta un periodo infernale. Il regime di centrosinistra si prepara a prendere il potere e imporre agli italiani la sua aberrante filosofia politica. Nel trionfo della disinformazione e del disinteresse italico, il Governo di Bersani & C. è pronto a “svendere” l’Italia agli immigrati e ai banchieri, che se la spartiranno come meglio credono.
Il tutto con la complicità di Casini, che già pensa di fare l’alleanza con il PD. Il motivo è chiaro: da buon democristiano qual è, Pierferdy ha subodorato che le chance del PD di “vincere” le prossime elezioni sono decisamente più alte di quelle del centrodestra. Perciò, siccome il potere logora chi non ce l’ha, ecco che l’UDC ha fatto la sua scelta: sta con il possibile vincitore. Il che la dice lunga sulla coerenza politica di questo partito.
Il collante in questa anomala (mica poi tanto) alleanza sarà Mario Monti, ufficialmente “moderato”, ma ufficiosamente qualcosa di diverso: referente economico/politico dei poteri forti italici, europei e mondiali.
Ecco dunque la famosa quadratura del cerchio. Mario Monti – supportato e sponsorizzato da Casini – farà il Premier e proseguirà con le sue politiche “europeiste” e “mondialiste”, mentre al Quirinale ci finirà per l’ennesima volta un esponente del centrosinistra (dopo Scalfaro, Ciampi e Napolitano): Romano Prodi. Collega e amico di Monti, nonché pure lui referente di quei poteri forti europei e mondiali che tanto danno hanno creato al nostro paese.
E chi ha veramente a cuore l’identità e gli interessi degli italiani? Per sua colpa, finirà all’opposizione, a starnazzare di valori e identità mentre i sinistri e i poteri forti demoliranno giorno dopo giorno il nostro paese, introducendo norme e leggi che non faranno altro che favorire l’immigrazione e la demolizione dei principi sui quali si fonda la cultura italiana.
Sarà un brutto periodo per il nostro paese, o almeno per quello che ne rimarrà. Dico solo che se verrà attuato il minimo del programma che la sinistra ha in mente per l’Italia, non solo non usciremo più dalla recessione, ma si aggraverà la deindustrializzazione e la delocalizzazione delle attività produttive nei paesi terzi, e nel mentre si accentuerà l’immigrazione clandestina, attratta dalla facile cittadinanza e dai facili permessi di soggiorno.
Verremo invasi e il nostro paese diventerà più povero e invivibile. La destra si svegli e si svegli prima che sia troppo tardi!

DICHIARAZIONE CONGIUNTA SYRIZA

DICHIARAZIONE CONGIUNTA SYRIZA, PRC E ALTRE FORZE SINISTRA EUROPEA CONTRO L'EUROPA DELLE BANCHE

  

CRISI – VERTICE UE, I LEADER DELLA SINISTRA EUROPEA: «SOLO LE BANCHE ESCONO VITTORIOSE DAL SUMMIT EUROPEO» Dichiarazione congiunta di Pierre Laurent, segretario nazionale del Partito comunista francese (Francia) e presidente del partito della Sinistra Europea, Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, Alexis Tsipras, presidente di Syriza (Grecia) e vice presidente del partito della Sinistra Europea, Cayo Lara, portavoce di Izquierda Unida (Spagna), Jose-Luis Centella, segretario generale del PCE (Spagna), Katja Kipping & Bernd Riexinger, co-presidenti di Die Linke (Germania):
«I capi di Stato dei nostri paesi di ritorno dal vertice UE hanno dichiarato a gran voce che hanno strappato delle vittorie per i popoli, delle flessioni da parte della Cancelliera Merkel, di Mario Draghi o di Jean-Claude Junker. Avrebbero per la 19^ volta dall'inizio della crisi, "salvato l'Europa". Francois Hollande ha dichiarato persino che l’Europa si è “riorientata” nella giusta direzione.
Questa è pubblicità ingannevole. Il patto di bilancio (fiscal compact) resta intatto. Non c’è stata alcuna "rinegoziazione" e la componente di crescita promossa da Francois Hollande non ha alcun valore legale. Diretto o indiretto, finanziato dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità) o no, il così detto "aiuto finanziario" sarà ancora una volta pagato interamente dai cittadini europei, attraverso tagli di bilancio e attacchi ai diritti dei lavoratori. Tutte le disposizioni adottate in nome della solidarietà con l'Italia e la Spagna sono solo misure di socializzazione delle perdite. Ciò significherà anche una perdita della sovranità dei popoli e il declino della democrazia parlamentare. La verità è che i negoziati nell'Ue liberale sono a 27 ma a vincere sono sempre le banche. Facciamo appello a tutti gli uomini e le donne di sinistra, a tutti gli eletti che siedono nei parlamenti affinchè si mobilitino per impedire la ratifica di questo patto fatale nei nostri paesi. Solo una rifondazione dell'Ue può permettere un’uscita dalla crisi. Continueremo a ripeterlo: l'austerità porta la recessione. Non ci può essere crescita in questo quadro.

Noi proponiamo un'alternativa:
· una soluzione europea per il debito pubblico esistente, insostenibile, che proponga la sua decisiva riduzione;
· cambiare il ruolo e i compiti della Bce, per favorire la creazione di occupazione e la formazione, non gli speculatori;

· creare una nuova istituzione: una banca pubblica europea, finanziata dalla Bce e dalla tassa sulle transazioni finanziarie, i cui fondi siano utilizzati esclusivamente per promuovere gli investimenti pubblici nei servizi pubblici e sviluppo industriale sostenibile;


· uniformare al livello più alto i diritti dei lavoratori e tutti i diritti sociali».

LA MANO DELLO STATO


La mano che arraffa: quella dello stato 

Per poter valutare l’espansione senza precedenti che lo Stato democratico moderno ha registrato in Europa, è utile ricordare l’affinità storica tra due movimenti che emersero alla sua nascita: il liberalismo classico e l’anarchismo. Entrambi questi movimenti furono motivati dall’ipotesi, rivelatasi poi errata, che il mondo si stesse incamminando verso un’era di indebolimento dello Stato. Ma mentre il liberalismo propendeva per uno stato minimo che governasse i cittadini in modo quasi impercettibile, lasciando loro la libertà di condurre i loro affari in  santa pace, l’anarchismo, al contrario, auspicava la dissoluzione totale dello Stato.
Dietro questi due movimenti si celava una speranza tipica del Novecento europeo: che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo sarebbe ben presto giunto al capolinea. In un caso, ciò sarebbe originato dall’eliminazione della predazione parassitaria esercitata dalle classi improduttive, quali la nobiltà e il clero. Nell’altro caso, la chiave di volta era stata individuata nel processo di riorganizzazione delle tradizionali classi sociali, che si sarebbero costituite in piccoli gruppi autosufficienti. Ma la storia politica del ventesimo secolo, e non solamente nel corso delle sue derive totalitarie, si è dimostrata del tutto inclemente, tanto con il  liberalismo classico, quanto con l’anarchismo. Lo Stato moderno democratico a poco a poco si è trasformato nell’attuale “Stato debitore”: nel volgere di un secolo, il processo di metastasi ha dato luogo a un mostro colossale, un mostro che respira e sputa fuori i soldi.
Questa metamorfosi è stata la risultante, soprattutto, di un prodigioso allargamento della base imponibile, specie in forza dell’introduzione dell’imposta progressiva sul reddito. Questa imposta è l’equivalente funzionale dell’ espropriazione socialista. Ma capace di garantire, in più, il notevole vantaggio di essere reiterata di anno in anno, almeno in tutti i quei casi in il soggetto non risulti dissanguato dal salasso dell’anno precedente (Per avere un’idea della tolleranza dei cittadini del giorno d’oggi, basti ricordare che quando l’imposta sul reddito fu introdotta, per la prima volta,  in Inghilterra, con una pressione del 5 per cento, la regina Vittoria era seriamente preoccupata del fatto che ciò avrebbe rischiato di oltrepassare ogni limite tollerabile. Da quel giorno, ne è passata di acqua sotto i ponti: e siamo ormai assuefatti all’idea che una manciata di cittadini produttivi debba  necessariamente fornire, con le loro tasse, più della metà del gettito sul reddito nazionale).
Quando questo prelievo forzoso si combina con una lunga batteria di ulteriori tasse e imposte, che vanno ad incidere soprattutto sui consumatori, si origina un risultato sorprendente: ogni anno, gli Stati moderni rivendicano la metà dei proventi economici generati dalle loro classi produttive e li affidano in consegna agli esattori delle tasse. E ciononostante, queste classi produttive non tentano di rimediare alla loro situazione  ricorrendo alla sola reazione che appare come la più ovvia e naturale: una civile rivolta fiscale! Questa totale ed assoluta sottomissione si configura effettivamente, [per i governanti, ndt], come un formidabile successo politico, che avrebbe fatto cadere in deliquio  il ministro delle finanze di qualsiasi sovrano.
Rifacendoci a queste considerazioni, possiamo ben capire che la domanda che molti osservatori europei continuano a formulare durante l’attuale crisi economica – “il capitalismo ha un futuro?”, è del tutto mal riposta. In realtà, quello in cui ci tocca vivere non è affatto un  sistema capitalistico: ma è una forma di  ibrido semi-socialista che gli europei, con molto tatto, definiscono “economia sociale di mercato”. La mano avida dello Stato cede parte del bottino soprattutto per placare l’apparente interesse pubblico, finanziando attività inutili e prive di senso  in nome della “giustizia sociale”.
Così, lo sfruttamento diretto ed egoistico dell’epoca feudale è stato trasformato, nell’era moderna, in un  stato,  giuridicamente vincolato e quasi disinteressato, di totale cleptocrazia. Oggi, un ministro delle finanze è una sorta di Robin Hood che ha prestato fedeltà a un giuramento costituzionale. La capacità che caratterizza il Tesoro, di arraffare il bottino con la coscienza perfettamente pulita, è legittimata, tanto da un punto di vista teorico quanto nella pratica, dall’affidamento che si ripone nell’incontestabile utilità dello Stato nel mantenere la pace sociale, per non parlare di tutti gli altri vantaggi che si vuole esso fornisca (In tutto questo, la corruzione rimane un fattore del tutto irrisorio… Per comprovare quello che sto dicendo, basti solo pensare alla situazione della Russia post-comunista, dove un ordinario uomo dell’establishment, come Vladimir Putin, è stato in grado, nei pochi anni in cui è stato Capo di Stato, di accumulare una fortuna personale di oltre  20 miliardi di dollari). Gli osservatori favorevoli al  libero mercato fanno sicuramente bene, dal canto loro, a richiamare l’attenzione su una serie di pericoli ben precisi: sia che si sostanzino in una eccessiva regolamentazione, suscettibile di inibire l’afflato imprenditoriale; ovvero, in una imposizione fiscale fuori controllo, che punisce il successo; o, ancora, in un debito ipertrofico, che è la conseguenza di un rigore di bilancio che ha ceduto il passo alla leggerezza speculativa.
I sostenitori del libero mercato non hanno inoltre mancato di osservare come l’attuale stato delle cose determini il sovvertimento del concetto stesso di “sfruttamento”. In precedenza, i ricchi vivevano a spese dei poveri, in via del tutto diretta ed inequivocabile. Nelle economie moderne, invece, sono sempre più i cittadini improduttivi a vivere parassitariamente alle spalle di quelli produttivi, ancorché lo facciano in maniera del tutto equivoca, posto che, come si dice e si reputa, essi sono svantaggiati ed in virtù di questo meriterebbero un sostegno ancor maggiore. Ai giorni nostri, di fatto, una buona metà della popolazione di ogni nazione moderna è costituita da persone che, disponendo di un reddito scarso se non nullo, sono esenti da qualsiasi obbligo fiscale, e vivono, in larga misura, a scapito dell’altra metà della popolazione, che al contrario paga le tasse. Se tale situazione dovesse radicalizzarsi, ciò potrebbe sicuramente  dar luogo ad estesi conflitti sociali. Questa tesi, eminentemente plausibile, dello sfruttamento da parte dei ceti improduttivi, elaborata dai fautori del libero mercato, avrebbe poi prevalso sulla omologa tesi di matrice socialista, di sicuro molto meno convincente, che ravvisava lo sfruttamento dei lavoratori ad opera dei capitalisti. L’affermarsi di questa rivoluzione concettuale recherebbe con sé l’avvento di un’era post-democratica.
Allo stato attuale, il pericolo principale per la futura tenuta del sistema coinvolge il crescente indebitamento degli Stati, intossicati dal proliferare delle politiche keynesiane. In maniera del tutto impercettibile, ma ormai del tutto inevitabile, ci stiamo dirigendo verso una situazione in cui, ancora una volta, i debitori potranno espropriare i loro creditori, come è purtroppo sovente accaduto nel corso della storia della tassazione, dall’epoca dei faraoni, alle riforme monetarie del ventesimo secolo. La novità è data dalla scala gigantesca del debito pubblico. Non importa le spoglie sotto cui formalmente si presenteranno – se come garanzia, insolvenza,  riforma monetaria, o inflazione – ma i prossimi grandi espropri sono già in corso d’opera. Oggi, la mano avida dello Stato si è già insinuata nelle tasche delle generazioni di coloro che devono ancora venire al mondo. Abbiamo già scritto il titolo del prossimo capitolo della nostra storia: “il saccheggio del futuro da parte del presente”.

APPELLO AL POPOLO TRAPPOLA DELLA RETE

             
 

Le trappole della Rete di Stefano D’Andrea - Fonte: Appello al Popolo          


Le trappole della Rete

di Stefano D’Andrea - 04/09/2012

Fonte: Appello al Popolo
(Ci stavo riflettendo proprio ieri.......n.d.r.)
Ogni strumento apporta una utilità o crea una possibilità e al tempo stesso arreca danni o comunque cagiona perdite: l’esempio paradigmatico è il telefono, che quando venne introdotto consentì agevoli contatti con la persona lontana ma spinse ben presto ad abbandonare la scrittura di lettere: l’uomo che telefona non è necessariamente migliore dell’uomo che scrive lettere. La rete di internet non si sottrae alla regola generale. Nessuno può contestare che la rete consente di reperire informazioni che altrimenti non avremmo avuto e di conoscere riflessioni che altrimenti non avremmo mai letto. La rete ha permesso, non soltanto in Italia, di organizzare partiti politici – è il caso del movimento cinque stelle o dei diversi partiti dei pirati. Perciò essa è anche mezzo organizzativo, oltre che mezzo di diffusione di informazioni e riflessioni estranee al pensiero unico (nelle due versioni di sinistra e di destra, comprese le varianti della sinistra e della destra radicali).
Tuttavia, queste indubbie potenzialità della rete non devono spingere verso il disinteresse per le trappole che la rete tende e nelle quali si cade facilmente. La prima trappola consiste nell’indurre il navigante a credere che coloro che sono in possesso di una determinata notizia o che accolgono un preciso punto di vista morale o politico o una interpretazione storica o una proposta di politica economica siano molti di più di quanti sono effettivamente. La chiamerei la trappola dell’illusione quantitativa. E’ una trappola che la rete tende per sua natura. Tutti i pesci che amano un determinato cibo, ossia tutti gli utenti che si interessano di alcuni temi o che vanno in cerca di posizioni eterodosse intorno a una certa materia – per esempio la sovranità monetaria, economica o politica o i temi connessi alla decrescita -, sono attirati, per il funzionamento di internet, in un preciso “luogo” o meglio tratto, più o meno ampio, della rete. Quanti sono i siti di “controinformazione” (uso una parola che non amo, soltanto in ragione della sua diffusione) o di “controriflessione” che occupano quel luogo? Tutto sommato sono pochi e comunque non molti. Accade così che un gruppo di siti o di pagine facebook sia frequentato in gran parte dalle medesime persone. Quindi un sito avrà mille contatti giornalieri, un altro duemila, un altro tremila e un altro ancora seimila; ma le persone che approfondiscono quotidianamente il tema principale di questo gruppo di siti non sono dodicimila (mille più duemila, più tremila più seimila), bensì sei o settemila al giorno e verosimilmente dieci-dodicimila a settimana. Ma la trappola consiste in altro e segnatamente nel fatto che quei siti e quelle pagine facebook sono frequentati da pochissimi sostenitori della linea dominante. In calce agli articoli si accumulano commenti, talvolta a decine, tutti favorevoli a una nuova linea politica, a una deversa politica economica, a una diversa politica energetica, a una diversa collocazione geopolitica dell’Italia. Frequentando quotidianamente quei siti, nei quali si dileggiano e denigrano con strafottenza le concrete e reali decisioni o affermazioni di politici, economisti e giornalisti mainstream, si finisce per avere l’impressione di appartenere a una minoranza non così poco numerosa come si credeva. Non solo. Dinanzi al fatto che, sia pure lentamente, i siti di controinformazione e controriflessione aumentano e così pure i frequentatori di quei siti, si ha l’impressione di appartenere a un movimento politico in grande crescita o che comunque si sta diffondendo in misura maggiore di come effettivamente si va diffondendo.
La verità è che la rete aggrega e segrega; riunisce i pesci che amano un determinato cibo in un tratto di rete e così separa quei pesci dai tanti altri che si nutrono di altri cibi. L’illusione quantitativa non riguarda soltanto il numero di persone che aderirebbero a una nuova dottrina e sosterrebbero politiche economiche alternative alla linea dominante, riguarda anche e soprattutto il livello di disperazione, di rabbia e di contestazione; la disponibilità a ribellioni, ad invadere piazze e città, a partecipare a occupazioni illegittime. Frequentando taluni siti o alcuni gruppi facebook si scopre che migliaia di persone scagliano quotidianamente offese, insulti,  e frasi di rabbia contro i politici. Si ha come l’impressione che esistano centinaia di migliaia di ribelli. Si è indotti inizialmente a credere che coloro che si esprimono su quei siti siano rappresentativi di un modo di essere molto diffuso.  Tuttavia, quando fuori dalla rete si parla con le persone comuni, al bar, in incontri occasionali con vecchi amici, durante incontri lavorativi o professionali o sotto l’ombrellone, ci si avvede che al massimo una persona su cento rivela quella rabbia, quella perdita di controllo, quella volontà ribelle. Coloro che parlano della crisi sono molti di più. Moltissimi commercianti, molti imprenditori, tutti i disoccupati e molti lavoratori precari. Salvo alcune eccezioni, non lo fanno tuttavia con ossessione. Nella maggior parte dei casi si tratta di uno degli argomenti di conversazione. Soltanto una parte degli ossessionati è persuasa che si debba uscire dalla crisi con scelte politiche innovative, che segnino un netto distacco dalle politiche fino ad ora seguite. Molti, infatti, sono convinti che il sistema si riprenderà tra qualche anno o magari tra un paio di anni; non pochi accettano l’idea che la crisi sia un costo da pagare e che poi si ripartirà. Alcuni dicono che la crisi farà bene, perché è nei momenti difficili che le persone di valore si fanno valere. Altri dichiarano di non capire le ragioni delle diffuse difficoltà economiche. Moltissimi sparano la sentenza risolutiva: se facessero pagare le tasse a tutti….; se licenziassero tutti gli statali che non lavorano…..; se eliminassero gli intralci burocratici…..; se abbassassero le imposte a un livello accettabile….. Si tratta di un gruppo molto nutrito, per il quale la soluzione è in fondo agevole, salvo il fatto che chi è al governo non avrebbe interesse a prenderla. Ma le persone che, pur avvertendo una qualche perdita economica, o invece non subendo alcun effetto negativo della crisi, si disinteressano alla crisi e non parlano di euro e unione europea più di una volta, per venti minuti, ogni due settimane sono di gran lunga la maggioranza.
La rete è dunque utile per scoprire informazioni e riflessioni. Ma poi va utilizzata per uscirne: per organizzare un’associazione o movimento o partito di persone che militino nelle cittadine e nelle città italiane. Portare la “controinformazione” e la “controriflessione” fuori dalla rete è già militare. Organizzare volontà politiche collettive, che si esprimano e agiscano fuori dalle catacombe di internet, e che diffondano controinformazioni e controriflessioni al fine di fare proseliti ed ingrandire l’esercito dei militanti è ancora meglio. L’obbiettivo è sacrosanto ma non così facile da realizzare. La rete, infatti, tende un’altra trappola: dà la dipendenza[...]