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giovedì 23 maggio 2013

CARCERI INDEGNE MA L'AMNISTIA RESTERÀ TABÙ

Carceri indegne, ma l'amnistia resterà un tabù 

Il ministro Cancellieri fa il punto sulla situazione: "Le nostre carceri non sono degne di un paese civile". E la situazione non può far altro che precipitare: eppure, parlare di amnistia resta mossa fortemente impopolare.
Le nostre carceri non sono degne di un paese civile. È necessario che in carcere si paghino gli errori commessi, ma anche che se ne esca migliori e bisogna garantire a ciascun detenuto una possibilità decente di alloggio, di sanità e di spazi per poter lavorare“. Sono queste le ultime dichiarazioni del ministro Anna Maria Cancellieri sulla situazione delle carceri italiane, giunte dopo che nei mesi scorsi aveva parlato in maniera ancor più chiara, sottolineando come la soluzione dell'annoso problema del sovraffollamento delle carceri fosse “una priorità per il Governo”. Del resto, la situazione appare senza dubbio drammatica, con 65.785 detenuti presenti a fronte dei 44mila posti “disponibili” e dei 38mila effettivamente utilizzabili (per carenza di personale o per inagibilità delle strutture). Ma non basta, perché, come ricorda un report del Sole24Ore, nei prossimi mesi il quadro complessivo può peggiorare ulteriormente per l'avvicinarsi di tre scadenze cui far fornte:
La prima a dicembre, perché scade la legge «svuota carceri» sulle misure alternative, già prorogata (e ampliata) dall'ex guardasigilli Paola Severino, che ha soprattutto dimezzato il fenomeno delle “porte girevoli” (chi entra e esce dal carcere nel giro di pochissimi giorni). A gennaio, poi, scade la moratoria concessa all'Italia dalla Corte di Strasburgo per evitare altre condanne per «trattamenti inumani e degradanti» (il governo Monti ha impugnato la sentenza per guadagnare qualche mese in più). La terza scadenza riguarda gli Opg, che dovrebbero chiudere a marzo 2014 (termine già prorogato di un anno).
Dunque, che la condizione dei detenuti sia una priorità sembra essere concetto condiviso, con l'affollamento delle carceri che resta “una barbarie condannata in tutto il mondo”. Il punto è capire come uscire in tempi rapidissimi dall'impasse. La costruzione di nuove carceri è soluzione complessa e certamente non utilizzabile in tempi brevissimi. Dunque, restano altre strade, tra cui senza dubbio quella dell'approvazione del disegno di legge già presentato in Senato e che contiene misure alternative al carcere, nonché della possibilità di depenalizzare alcuni reati. Ma non solo, perché da tempo si è tornati a parlare di indulto ed amnistia.
Su questi provvedimenti (come anche per la depenalizzazione di alcune fattispecie di reati), però il rischio è quello dello scontro frontale, dal momento che anni e anni di scontro fra politica e magistratura hanno reso ingestibile la discussione di senso. E, impostare un ragionamento sull'amnistia a prescindere dai riferimenti diretti alle vicende giudiziarie dei politici (e ovviamente nello specifico del Cavaliere), appare arduo tanto quanto pensare di poter legiferare sull'indulto senza una mezza sollevazione popolare. Così, persino considerazioni di buonsenso come quelle del capogruppo Pd al Senato Zanda sul fatto che “aministia e indulto hanno un senso solo se sono legate a misure strutturali“, finiscono per sembrare un'apertura ai bellicosi propositi di riforma della giustizia pidiellini. Invece ci sarebbe tanto da discutere, magari senza preconcetti o pregiudizi, magari partendo dalla necessità di “riformare il sistema delle pene senza intervenire sul processo”, oppure dalla riflessione su quanto il fallimento della passata esperienza (l'indulto del Guardiasigilli Mastella) sia dovuto alla reiterazione dei reati (chi è uscito dal carcere c’è troppo spesso tornato), oppure ancora da una seria riflessione sul ruolo riabilitativo e non meramente punitivo del sistema carcerario.
Invece assisteremo, c'è da giurarci, ad un braccio di ferro tra “tifoserie” e sciacalli interessati alla cura del proprio particulare. È il dramma della politica dei nostri tempi, quello di aver speculato sulle emergenze, galleggiato sulla paura, fino a ritrovarsi immobile ed impossibilitata ad agire.

WELFARE REGIONI ACCUSANO 300 MILIONI BLOCCATI PER IL SOCIALE

Welfare, regioni accusano: 300 milioni fondo sociale bloccati da mesi senza motivo 

Sarà una delle principali questioni da sottoporre a Enrico Letta nell'incontro che i governatori avranno con il presidente del Consiglio lunedì prossimo. Parliamo del fondo sociale, 300 milioni di euro per tutte le Regioni con le quali far ripartire il welfare. «In una riunione della Conferenza Unificata del 24 gennaio scorso - ha dichiarato il coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni, Lorena Rambaudi, a margine del seminario sulle riforme - avevamo ripartito i 300 milioni ma da allora il fondo sociale è bloccato al ministero dell'Economia e non sappiamo perchè, non siamo in grado di dire ai comuni, ai quali avevamo preannunciato l'arrivo di questi soldi, quando saremo in grado di farglieli avere. Il ministero - ha continuato - non ci sa dire nulla. Quel che chiederemo perciò a Letta - ha concluso - è di sbloccare situazioni del genere per potere tornare a lavorare sul territorio con maggiore fiducia».

STRAGE DI CAPACI NAPOLITANO L'IMPEGNO PROSEGUE

Strage di Capaci, Napolitano: “Impegno prosegue”. Maria Falcone: “Spero in verità” 

La sorella del magistrato ucciso in un attentato 21 anni fa: "Ho fiducia nei magistrati, spero che qualcuno dica la verità. Anche Totò Riina, chissà..." Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri conferma l'impegno del governo: "Dobbiamo raggiungere i paradisi fiscali dove i mafiosi hanno i soldi"
Già prima che una delle due navi della legalità salpasse dal porto di Napoli, direzione Palermo, Don Ciotti aveva avvertito: “Non basta commuoversi, bisogna muoversi di più tutti insieme”. Il messaggio sembra esser stato recepito: Palermo è stata invasa da oltre 800 scuole, 20000 studenti e giovani di delegazioni di 13 Paesi europei per il 21esimo anniversario della strage di Capaci. A bordo anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, il commissario antiracket, Giancarlo Trevisone e il presidente Rai Anna Maria Tarantola.
Napolitano: “Impegno contro ciminalità prosegue instancabilmente” - Ad attenderli, a Palermo, Anna Falcone, sorella di Giovanni Falcone. Proprio a lei il capo dello Stato ha inviato un messaggio di solidarietà. “L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia. La battaglia e l’esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti – scrive il presidente della Repubblica – Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell’ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale. L’impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali”.
Maria Falcone: “Fiducia nei magistrati, ma spero che qualcuno dica la verità” - La risposta della sorella del magistrato non si è fatta attendere. Maria Falcone ha precisato di aver “sempre avuto fiducia nei magistrati”, essendo però consapevole che loro “hanno bisogno di avere riscontri giudiziari nelle loro indagini e che quindi non possono cercare un’astratta verità”. “Io spero – ha quindi aggiunto Maria Falcone – che presto ci sia qualcuno che ci dica tutta la verità. Anche Toto Riina, chissà…”.
De Girolamo: “Ddl su concorso esterno sbagliato” - Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, il ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo torna a parlare della proposta di legge presentata dal senatore Compagna che proponeva di dimezzare la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. “E’ sbagliata senza se e senza ma, ed è stato ritirato – è quanto afferma De Girolamo – Quel testo era un’iniziativa personale. Ma quelle che contano sono le posizioni politiche, tanto che è stato ritirato. Sulla mafia – conclude – la nostra posizione è chiara: nessuno sconto alla mafia, il suo contrasto va incentivato colpendo cosa nostra sulla sua forza principale, quella economica, snellendo la procedura per la confisca dei beni”. E poi: “Nella lotta alle ecomafie è importante non fare sconti a nessuno”.
Alfano: “Grande intuizione di Falcone fu aggressione ai beni fiscali” - Un ricordo di Falcone arriva anche dal vice presidente del Consiglio Angelino Alfano, che dai microfoni di Rai 1, plaude all’idea del magistrato che sosteneva che ” per colpire realmente i mafiosi occorresse aggredire i loro soldi ed oggi le sue idee sono leggi dello Stato che hanno dato straordinari risultati”. Il titolare del Viminale, poi, sottolinea: “abbiamo la legislazione contro la mafia più avanzata del mondo ed apprezzata da tutti i paesi, ma la mafia si evolve e forse in futuro ci sarà la necessità di aggiornamenti legislativi“.
Cancellieri: “Proseguire su linea di indebolimento economico” - Sulla stessa linea di Alfano anche Anna Maria Cancellieri. “Tante sono ancora le cose da fare in questo campo. Ad esempio occorre proseguire sulla linea dell’indebolimento economico dei clan”, ha detto il ministro. Poi ha aggiunto: “Nella lotta contro la mafia oggi c’è il web. Dobbiamo raggiungere i paradisi fiscali dove sono i soldi, che i mafiosi non tengono più sotto il materasso ma su internet e nel mondo”. La titolare della Giustizia ha infine assicurato che “l’impegno del governo contro la mafia è deciso”. 
Grasso: “Inappropriato definire divisive le leggi contro la mafia” -  E sull’impegno del Parlamento interviene anche il presidente del Senato Pietro Grasso: “Ritengo inappropriato sostenere che proposte legislative di contrasto alla mafia, alla corruzione, al voto di scambio possano essere considerate divisive. L’unica divisione possibile nel contrasto alla corruzione è quella tra gli onesti e i corrotti”. Anche Anna Maria Cancellieri è d’accordo: ” Nulla che va nel senso della legalità puo essere considerato divisivo. Noi dobbamo cercare di fare le cose per questo paese e impegnarci tutti per dare ridsposte all’Italia”. Il presidente del Senato poi aggiunge: “Le forze dell’ordine hanno evidenziato come in ogni regione, in ogni provincia ed in ogni comune l’infiltrazione criminale nel tessuto politico, economico e sociale è passata dalla previsione alla certezza”.
Boldrini: “Lavoro unico antidoto a mafia” - “Il lavoro è l’unico antidoto contro la mafia”. Le parole della presidente della Camera Laura Boldrini arrivano dalla stele di Capaci. “La lotta alla mafia si fa anche confiscando i beni dei boss ma poi riutilizzandoli. Perché l’utilizzo dei beni crea lavoro e il lavoro è l’unico antidoto contro Cosa nostra”, ha spiegato il presidente di Montecitorio.
Crocetta: “Approvazione ddl per familiari delle vittime e testimoni di giustizia” - Il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta annucia “un ddl che estende le misure previste in Sicilia per i familiari delle vittime della mafia ai testimoni di giustizia“. “Abbiamo le immagini di quella voragine spaventosa negli occhi, che ha troncato la vita di una delle personalità più importanti della storia siciliana e più impegnate nella lotta alla mafia – aggiunge – E’ necessario dare segni tangibili dell’attualità di quella lotta, con il sostegno a quanti, esponendosi con il rischio della vita, si battono per l’affermazione dei principi di legalità e giustizia. Spesso chi si espone rimane solo. Sono note le vicende di imprenditori che magari hanno denunciato e sono stati costretti a chiudere le proprie attività, rimanendo a volte persino senza lavoro nè risorse economiche”
Morosini: “Solo gossip su processo Stato-Mafia” – “Durante l’estate scorsa si è fatto soprattutto gossip sul processo della trattativa Stato-Mafia e sul possibile contenuto di alcune intercettazioni che riguardavano il Capo dello Stato e le eventuali aspirazioni politiche di un pm, ma si è parlato pochissimo dei temi del processo e di quello che è realmente accaduto tra il ’92 e il ’93″.  Questo è l’attacco dai microfoni di Radio Città Futura del gup di Palermo Piergiorgio Morosini. Secondo il magistrato “si è parlato pochissimo delle prime intuizioni della Direzione Investigativa Antimafia rispetto a quella stagione. Ci sono una serie di elementi che accreditano la tesi secondo la quale in quel periodo Cosa nostra e la ‘Ndrangheta si sentivano quotidianamente con esponenti del mondo dell’eversione nera, con pezzi dei servizi deviati e con segmenti della massoneria deviata”. Per il giudice di Palermo si tratta di dati dimenticati e analisi sottovalutate “di un periodo delicatissimo che ha segnato in Italia il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica”. Una responsabilità imputabile anche al mondo intellettuale italiano che ha impoverito il dibattito dal momento che per Morosini “intellettuali, storici e giornalisti con il loro contributo possono anche consentire agli altri di avvicinarsi alla verità”.
Letta: “lotta alla mafia obiettivo principale” - Il presidente del Consiglio Enrico Letta ricorda l’anniversario della strage di Capaci dall’Assemblea di Confindustria. “La lotta alla mafia deve essere sempre obiettivo principale”, ha detto Letta, scatenando un lungo applauso.

DISOCCUPAZIONE GIOVANI IN TALIA + 5% NON STUDIANO NE' LAVORANO

GIOVANI, IN ITALIA 2 MLN 250 MILA GIOVANI NON STUDIANO NÉ LAVORANO. NEL 2012 +5% DISOCCUPAZIONE 

Di Nina Petrilli – Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia cresce ancora e il Belpaese vanta tra l’altro la più alta quota di ‘neet’ in Europa. A rilevarlo è l’Istat che rende noti i dati del Rapporto annuale 2013, dal quale emerge che sono arrivati a 2 milioni 250 mila nel 2012 i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano. La cifra è pari al 23,9 % del totale ovvero circa uno su quattro. I numeri sono espansi dal 2011 di quasi 5 punti percentuali e rispetto al 2008 i disoccupati si sono aumentati di oltre un milione di unità, da 1,69 a 2,74 milioni. A crescere è stata soprattutto la disoccupazione di lunga durata, cioè le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (+675.000 unità) che oggi costituiscono il 53% del totale (a fronte di una media UE del 44,4%).
I più colpiti dalla crisi occupazionale sono stati i giovani con titolo di studio più basso: si è innalzato di 5,2 punti percentuali infatti il numero di disoccupati con la licenza media. Quanto alla possibilità di trovare lavoro al termine degli studi, pare che solo il 57,6 % dei laureati e diplomati d’Italia lavora entro tre anni dalla conclusione del proprio percorso formativo. E è importante considerare che la quota differisce dalla media europea di ben 19 punti percentuali (Ue 77%)

MINACCIE AILDA BOCASSINI UNA BUSTA CON PROIETTILI

MINACCE A ILDA BOCCASSINI, RECAPITATA A MILANO UNA BUSTA CON DUE PROIETTILI 

Il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini ha ricevuto una busta contenente due proiettili, chiaro segno di minaccia. A comunicarlo è il procuratore Edmondo Bruti Liberati, il quale ha anche sottolineato la Procura di Milano “adempie e continuerà ad adempiere con immutata serenità al compito di svolgere indagini e sostenere l’accusa in dibattimento nel più rigoroso rispetto delle regole e delle garanzie processuali, fedele al principio costituzionale della eguaglianza di tutti di fronte alla legge”.
“Nelle ultime settimane sono pervenute, in un crescendo, numerose lettere anonime con gravi minacce nei confronti del procuratore aggiunto Boccassini – fa sapere Bruti Liberati – e da ultimo, ieri, una lettera contenente due proiettili

RIFORME .RITOCCHI AL PORCELLUM ENTRO LUGLIO

Riforme. Ritocchi al Porcellum entro luglio   

Correzione del Porcellum "entro l'estate" e via al percorso delle riforme costituzionali, che si chiudera' in ogni caso con un referendum confermativo. Il primo passo e' compiuto. La maggioranza trova un accordo, per nulla scontato, sul metodo ma continua ad essere divisa nel merito. Comunque,intraprende l'impervio cammino che dovrebbe portare non solo ad archiviare la legge elettorale 'porcata', ma anche ad ammodernare la parte seconda della Costituzione.
Sul successo delle riforme, avverte Enrico Letta, si gioca la vita del governo e della legislatura. La partita all'interno della maggioranza entra ora nel vivo. L'intesa viene raggiunta in un vertice di primo mattino a Palazzo Chigi. Letta, con il vicepremier Alfano e i ministri Quagliariello e Franceschini, riunisce i capigruppo della maggioranza. Fin dal suo insediamento il premier ha legato il mandato del suo governo all'orizzonte delle riforme.
Adesso, con un invito ai partiti a "sminare" il lavoro da proposte e polemiche divisive, incassa il via libera alla 'road map'. L'obiettivo e' condurre in porto quella riforma complessiva delle istituzioni di cui si dibatte, sottolinea Quagliariello, "da trent'anni". E tornare a votare con una nuova legge elettorale che, promette Letta, "non derivera" in alcun modo dal Porcellum. Intanto, pero', anche per "rispondere alle richieste della Consulta" si introdurranno correzioni al sistema di voto attuale per eliminarne gli effetti distorsivi.
Il percorso, dunque. Si parte il 29 maggio, quando in Parlamento, presente Letta, si discuteranno le mozioni che disegneranno il cammino delle riforme. Centrale sara' il ruolo di un 'Comitato dei 40', i cui componenti saranno scelti nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, con rappresentanza proporzionale di tutti i gruppi. Nei tempi necessari a istituire il Comitato (serve legge costituzionale), si riunira' una commissione di esperti nominata dal governo, con compiti consultivi: il suo lavoro sara' la base della proposta di riforma che il governo presentera' alle Camere.
Ma anche i cittadini, a partire dai giovani, saranno coinvolti con una "grande consultazione" on-line che partira' prima dell'estate. Forma di governo (con apertura al semipresidenzialismo), superamento del bicameralismo perfetto, riduzione di deputati e senatori, revisione del sistema delle autonomie e legge sui partiti, sono alcuni degli interventi indicati dal ministro Quagliariello in audizione alla Camera. La riforma complessiva dovra' essere scritta dal 'Comitato dei 40', mentre il via libera finale spettera' alle assemblee congiunte di Camera e Senato.
Poi, annunciano i ministri, qualunque sia la maggioranza "ci sara' un referendum confermativo" su quesiti autonomi, per evitare che il no su un punto faccia cadere tutto l'impianto. Capitolo a parte, e particolarmente delicato, la legge elettorale. Nell'attesa di una riforma complessiva legata alla forma di governo, la maggioranza da' l'ok a un "intervento di salvaguardia" entro l'estate, per "sterilizzare" il Porcellum ed evitare una bocciatura della Corte costituzionale. Nel merito pero' le posizioni tra Pd e Pdl appaiono in partenza molto distanti.
Il Pdl infatti spinge per una soglia del 40% al premio di maggioranza, che produrrebbe un sistema sostanzialmente proporzionale. Il Pd, al cui interno preme un ampio fronte per il ritorno al Mattarellum, con Guglielmo Epifani dice no al proporzionale, che creerebbe una "palude" di ingovernabilita'. Il ministro Quagliariello iniziera' gia' questa settimana gli incontri con i partiti (anche d'opposizione) per trovare un accordo sulle modifiche al Porcellum.
Ma il governo sarebbe pronto a presentare una propria proposta, nel caso di impasse. Intanto la volonta' di essere protagonisti di una legislatura costituente si traduce anche nell'iniziativa della presidente della Camera Laura Boldrini per portare in Aula dopo l'estate la riforma dei regolamenti parlamentari. Obiettivo, accelerare l'iter dei provvedimenti senza che il Parlamento sia "schiacciato" dal governo. 
Quagliariello: la modifica del Porcellum aiuta le riforme  
"Non fare le riforme sarebbe il fallimento di questa classe dirigente che verrebbe travolta": è l'avvertimento del ministro Quagliariello che annuncia una proposta del governo anche dopo un confronto con l'opposizione. Evidenzia che dal 29 maggio si entrera' nel merito e avvisa: Se qualcuno tenta di cincischiare lo denuncero'. Poi apre all'elezione diretta del capo dello Stato.
Le posizioni sulle modifiche al Porcellum tra i partiti della maggioranza sono "diverse" ma oggi "c'e' stato un primo confronto che mira ad arrivare a una soluzione che possa portare a varare prima della pausa estiva un provvedimento che metta in sicurezza l'attuale normativa e renda certamente costituzionale il sistema vigente e cosi' agevoli il sistema complessivo di riforme costituzionali". Lo ha detto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, nel corso dell'audizione in commissione.
"In nessun modo una disciplina dello statuto dei partiti politici può diventare elemento condizionante la possibilità stessa di movimenti o associazioni di partecipare alla competizioni elettorali". Così il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello.
Riduzione deputati e senatori"Ampiamente condivisa e' la riduzione del numero dei Parlamentari. Il problema si pone autonomamente ma dovra' trovare una soluzione coerente con la riforma del nostro assetto bicamerale". Cosi' il ministro. "A mio avviso, l'obiettivo deve essere quello di un allineamento agli standard europei nel rapporto parlamentari-elettori, operando una forte riduzione del numero degli attuali deputati e degli attuali senatori che andranno a comporre la nuova Camera politica".
Smascherare istinti conservatori"Il rischio che vedo nelle polemiche di questi giorni e' che le obiezioni rispetto alla definizione di un metodo speciale di approvazione delle riforme, alcune fondate altre strumentali, nascondano una malcelata idea che sia meglio non riformare nulla". Cosi' Quagliariello. "Ma questa strategia di dissimulazione dei piu' profondi istinti conservatori deve essere smascherata. Se qualcuno ritiene" che la Costituzione non vada modificata "lo dica chiaramente e si apra il confronto pubblico sul punto".
Necessario regolamentare lobby"Segnalo la necessita' di una regolamentazione dell'attivita' di lobbying, in grado di evitare ingiuste demonizzazioni ma anche di scongiurare che l'attivita' dei gruppi di pressione possa indebitamente inquinare la vita democratica e alterare la concorrenza".
Abolire finanziamenti partitiSi impone una "rivisitazione dei costi della politica e in particolare dei suoi meccanismi di finanziamento". Ma "la democrazia ha un costo che, per una sua parte incomprimibile, non puo' essere disconosciuto".
"Se dunque da un lato deve essere abrogata l'attuale legge sul finanziamento ai partiti, dall'altro e' necessario definire nuovi meccanismi che rendano tale costo sostenibile". 

Epifani: "Porcellum modificato, Parlamento ingovernabile" 
"Se si andasse al voto con Porcellum modificato si avrebbe un Parlamento proporzionale, quindi ingovernabile". Lo ha detto Guglielmo Epifani, parlando della nuova legge elettorale nel suo intervento al gruppo del Pd della Camera, a poche ore dal vertice di maggioranza che questa mattina ha messo in cantiere modifiche al Porcellum entro l'estate, una 'clausola di salvaguardia' nel caso di voto anticipato a breve.
"Di questo credo sia giusto investire la Direzione nazionale del partito", ha aggiunto il segretario del Pd.
Fiducia
"Dobbiamo avere piu' fiducia in noi stessi", ha poi detto, secondo quanto viene riportato, Guglielmo Epifani. "Il Governo - ha aggiunto - non può fare miracoli, non ha un euro, bisogna che lo dica".
Pd con un leader candidato e uno segretario
E' opportuno separare la figura del segretario da quella del candidato premier, il fatto che siano unificate "non mi convince", ha spiegato Epifani all'Assemblea del gruppo del Pd.
Candidati e Congresso
"Le regole le abbiamo gia' cambiate", ha spiegato il segretario del Pd riferendosi alla modifica statutaria per la candidatura di Matteo Renzi. Il punto, per Epifani, è si va verso "un congresso degli iscritti", però "penso ad una base elettorale non
ristrettissima". Anche senza primarie, "si trovera' il modo di non far votare solo gli iscritti". La proposta di Epifani, a quanto riferito, è di scegliere per l'elezione del segretario un modello simile a quello delle primarie del 2012. Primarie dunque non limitate agli iscritti ma aperte a chi si registra a un albo.
Coerenza
Durante il suo intervento di fronte al gruppo dei deputati del Pd, il segretario Guglielmo Epifani, secondo quanto viene riferito da alcuni partecipanti, avrebbe fatto riferimento all'importanza per il Pd di rivendicare la propria identita' e avrebbe sottolineato che quando si sceglie di avanzare una proposta o un disegno di legge questo va poi
difeso. Durante questo passaggio avrebbe fatto riferimento anche
alla questione dell'ineleggibilita' di Berlusconi sottolineando
che questo "e' un tema gia' affrontato altre volte".
Caduta piaciuta
Epifani ha anche replicato a Maurizio Crozza che ieri sera, nella copertina di Ballaro',
aveva ironizzato sulla caduta del segretario del Pd qualche giorno fa a un comizio ad Avellino. "Ringrazio tutti per la preoccupazione, in particolare il bravissimo Maurizio Crozza, ma saper cadere permette di rialzarsi più forti e determinati", ha scritto su Facebook.