Lavoro, tasse, pubblica amministrazione e banche: ecco le riforme che l'Europa ci chiede ancora
L'Ue promuove i conti dell'Italia, ma vuole misure strutturali per la crescita. Il giudizio in vista dell'Ecofin
Promossa per i bilanci, ma ancora osservata speciale per la necessità di riforme. È questo, in sostanza, il giudizio che l'Unione Europea sta per esprimere sull'Italia,
 in vista della riunione dell'Ecofin, il gruppo che riunisce i ministri 
economici e finanziari del Vecchio Continente. Mercoledì prossimo, 
infatti, il commissario Ue per gli affari economici, Olli Rehn,
 proporrà la chiusura della procedura straordinaria ai danni del nostro 
paese, aperta nel 2009 per la presenza di un deficit eccessivo. Dopo 
aver promosso i conti pubblici di Roma, però, le autorità di Bruxelles 
indicheranno alcune misure strutturali ancora necessarie per riportare 
il nostro paese sulla strada della crescita. Ecco, nel dettaglio, cosa 
ci chiede ancora l'Europa.
TUTTO SULLA CRISI DELL'EURO    
LAVORO
Per rilanciare l'occupazione, dopo la contestatissima  riforma Fornero    , l'Italia ha bisogno di spingere di più sulle politiche attive per l'impiego. Il che si traduce, per Bruxelles, in un potenziamento dei servizi di collocamento per i i giovani e della formazione professionale per i neolaureati.
 Si tratta di misure che hanno bisogno di risorse finanziarie per essere
 attuate, che potrebbero arrivare proprio dai fondi comunitari se il 
premier italiano, Enrico Letta, riuscirà ad anticipare di un anno i 
piani europei contro la disoccupazione giovanile.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Da Bruxelles arriverà mercoledì anche l' invito a rendere più efficiente l'intero sistema della la pubblica amministrazione, riducendo i tempi biblici della giustizia civile,
 attuando una lotta efficace contro la corruzione e utilizzando meglio i
 fondi europei nelle regioni del Sud, dove spesso le risorse si perdono 
in una miriade di sprechi. Non manca neppure l'appello a favore delle 
liberalizzazioni e per una semplificazione della selva di leggi e regolamenti che impediscono lo sviluppo dei settori produttivi e delle attività imprenditoriali.
BANCHE
L'Ue chiede anche al nostro paese di migliorare il sistema creditizio, che oggi è molto avaro con le aziende italiane. Da Bruxelles, giunge innanzitutto l'invito a sviluppare nuove fonti di finanziamento alle imprese,
 alternative a quelle più tradizionali delle banche. Inoltre, la 
Commissione Europea suggerisce anche di rimuovere o modificare la regola
 che obbliga gli istituti di credito nazionali a non eliminare i crediti
 ormai inesigibili dai propri bilanci, se non dopo un periodo lunghissimo di tempo (che arriva sino a 18 anni).
 Si tratta di una norma “ferrea”, che ha delle ripercussioni negative 
sui conti delle banche e ostacola spesso l'erogazione di nuovi prestiti.
FISCO
Pur
 non avendo competenze dirette in ambito fiscale, la Commissione Ue 
chiede all'Italia l'adozione di alcune misure efficaci anche su questo 
fronte. Secondo Bruxelles, va continuata la lotta all'evasione e va riformato il catasto. Inoltre, deve essere attuato un alleggerimento del peso delle tasse dal lavoro, che oggi è fortemente penalizzato, spostandolo verso le proprietà, i consumi e le attività industriali inquinanti.
Non va dimenticato, infine, che l'Italia ha ricevuto comunque dall'Europa anche un invito a non abbassare la guardia nel consolidamento dei conti pubblici,
 tenendo sotto controllo il deficit, senza sgarrare nelle politiche di 
spesa. Come dire: la prima promozione c'è stata, ma gli esami non sono 
finiti.
 

 




