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martedì 8 aprile 2014

EUOPEE 2014 ANTONIO MAZZEO SOTTOSCRIVE I 10 PUNTI RIVOLTI AI CANDIDATI

EUROPEE 2014: Antonio Mazzeo sottoscrive i dieci punti rivolti ai candidati alle Europee 2014 da“L’Europa sono Anch’io” a Lampedusa 

Antonio Mazzeo ha partecipato a nome della lista “L’Altra Europa con Tsipas” – in cui è candidato nella circoscrizione delle isole per le Europee 2014 – alla due giorni di convegni e dibattiti”L’Europa sono anch’io” a Lampedusa. L’iniziativa – si iscrive in seno al convegno internazionale “Lampedusa Città dell’Europa: per un’Europa di uomini, donne, popoli, dignità e diritti”, promosso da Emmaus Italia, con Emmaus Europa ed Internazionale, Legambiente, Libera, e l’Italia sono anch’io. L’obiettivo dell’evento è di formulare proposte dirette e concrete per modificare le politiche sulle migrazioni e, nell’immediato, salvare vite umane. Nel suo intervento, Antonio Mazzeo ha espresso la massima condivisione a nome suo e dell’intera lista “L’Altra Europa con Tsipras” per le dieci “priorità per il parlamento Europeo” presentate dagli organizzatori dell’evento, con richiesta di sottoscrizione rivolta ai candidati delle europee 2014. Mazzeo ha inoltre ripercorso tutte le mancanze delle politiche rivolte all’immigrazione e della prima accoglienza dei rifugiati, che hanno reso l’isola di Lampedusa una frontiera iper-militarizzata, tristemente nota per le stragi avvenute nelle acque che la lambiscono. Problemi nati non dal fenomeno delle migrazioni in sé – che da sempre caratterizzano la storia dell’umanità – ma dal modo securitario con cui viene gestito:
“L’isola di Lampedusa è lo specchio delle politiche securitarie che vengono adottate per l’intera Sicilia, considerata una frontiera da rendere invalicabile con immani investimenti militari. Lo scandalo delle disinfestazioni di massa esploso proprio nel centro di prima accoglienza di quest’isola, ha messo a nudo, inoltre, il business della prima accoglienza, spesso mascherato da ipocrite ragioni umanitarie. È ora di chiarire una volta per tutte che operazioni come Frontex e Mare Nostrum non sono di soccorso, ma di controllo del Mediterraneo, con il solo scopo di trasformare la Sicilia da isola lager – quale già è – ad isola fortezza, tramite la militarizzazione totale del Mediterraneo e lo spostamento della frontiera invalicabile dell’Europa direttamente sulle coste del Nord Africa. Viceversa, l’Europa che vogliamo è uno spazio aperto, di pace e condivisione. Un’Europa che accolga e non respinga. Un Europa fondata sul rispetto e non sulla prevaricazione dei forti sui più deboli, che siano paesi terzi del Sud del mondo o gli stessi paesi comunitari ridotti in ginocchio dalle politiche dell’austerity che protegge le banche sulla pelle dei popoli”.
Ecco i 10 punti sottoscritti da Antonio Mazzeo a nome della lista “L’Altra Europa con Tsipras”:
1. Ratifica della Convenzione dell’ONU del 18/12/1990 “sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie”. A distanza di 23 anni dal varo della Carta da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite, essa non è stata ancora ratificata da parte di nessun paese europeo. Chiediamo che l’Unione Europea ratifichi la Convenzione al fine di assicurare un quadro di riferimento omogeneo ed universale a livello comunitario per la garanzia dei diritti umani dei migranti e dei loro familiari.
2. Garanzia del diritto di voto amministrativo ed europeo. Una parte significativa dei cittadini che vivono in Europa è esclusa dalla possibilità di partecipare attivamente alla vita della comunità in cui risiede. È urgente un’azione dell’Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di riconoscere ai cittadini stranieri non comunitari il diritto di voto alle elezioni amministrative ed europee, al fine di colmare una grave discriminazione nell’esercizio del più elementare diritto alla partecipazione democratica.
3. Riconoscimento della cittadinanza europea. È urgente un’azione dell’Unione Europea finalizzata ad armonizzare le legislazioni nazionali al fine di favorire l’acquisizione della cittadinanza del paese di residenza da parte dei cittadini stranieri stabilmente residenti e da parte dei “figli dell’immigrazione” nati in Europa o qui trasferitisi in tenera età e che frequentano le nostre scuole. Si tratta, anche in questo caso, di promuovere un principio di uguaglianza e di inclusione sociale.
4. Garanzia del diritto di arrivare legalmente in Europa. È urgente l’adozione da parte dell’Unione Europea di politiche migratorie che rendano effettivamente possibile alle donne, agli uomini e ai bambini di altri continenti di raggiungere legalmente il territorio europeo senza mettere a rischio la propria vita. In particolare, è necessario: a) ampliare e armonizzare le norme che regolano l’ingresso nell’Unione Europea per motivi di lavoro; b) riformare il Regolamento Dublino III, abolendo l’obbligo di presentare richiesta di asilo nel primo paese di arrivo; c) aprire canali di ingresso protetto per le persone bisognose di protezione internazionale.
5. Politiche migratorie aperte all’inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro. Una gestione corretta e positiva delle politiche migratorie, oltre che a rispondere alle necessità del mercato del lavoro consentendo agli immigrati pari opportunità ed un permesso di soggiorno per ricerca occupazione, cosa che non avviene con le norme irrazionali in vigore, deve anche facilitare l’inserimento lavorativo per i richiedenti asilo e per i titolari di protezione internazionale che sino ad oggi sono anch’essi penalizzati dalle norme restrittive ed anch’essi in balia del lavoro nero e del supersfruttamento.
6. Garanzia della libertà personale e chiusura dei centri di detenzione. In tutti i paesi europei sono presenti centri di detenzione nei quali sono detenuti i migranti colpiti da provvedimenti di espulsione. Si tratta di strutture chiuse e presidiate dalle forze dell’ordine in cui viene limitata la libertà personale delle persone detenute. Tali centri espongono i migranti a trattamenti inumani e degradanti e non garantiscono l’effettività dei provvedimenti di espulsione auspicata dai legislatori nazionali. La chiusura delle strutture di detenzione in tutti i paesi dell’Unione è necessaria e urgente.
7. Diritto a un’accoglienza dignitosa. I sistemi di accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati dei diversi stati membri sono fortemente differenziati e caratterizzati da standard di accoglienza diversificati. La standardizzazione e l’armonizzazione dei sistemi di accoglienza sono indispensabili anche al fine di riequilibrare la presenza dei migranti e dei richiedenti asilo nel territorio dell’Unione e favorire il loro inserimento sociale e lavorativo nella società di residenza.
8. Garanzia della parità di accesso ai sistemi di welfare. L’accesso dei migranti all’istruzione, ai servizi sanitari, alle prestazioni sociali e previdenziali deve essere garantito in tutti i paesi dell’Unione Europea. Sollecitiamo l’Unione Europea ad intraprendere iniziative volte a rafforzare la prevenzione e la tutela contro le discriminazioni istituzionali che diano luogo a disparità di trattamento in questi ambiti.
9. Liberare il dibattito pubblico dalla xenofobia e dal razzismo. Sollecitiamo un maggiore impegno delle istituzioni comunitarie finalizzato a rafforzare la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto di tutte le forme di stigmatizzazione e di istigazione alle discriminazioni e al razzismo nei confronti dei migranti e delle minoranze da parte di rappresentanti del mondo politico, istituzionale e dell’informazione.
10. Tutela dei diritti dei minori. Tutti i paesi dell’Unione Europea devono proteggere i diritti dei minori stranieri sulla base di una parità di trattamento con i cittadini dei paesi di residenza e di transito. I minori stranieri sono inespellibili e in nessun caso può essere limitata la loro libertà personale.

BLIZ DI FRANCESCO LO LOR NON E' PIÙ UN REGNO

Blitz di Francesco, lo Ior non è più un regno  

Roma - Ernst von Freyberg, il banchiere tedesco di 56 anni nominato da Benedetto XVI alla presidenza dello Ior in extremis, cioè pochi giorni prima che le sue dimissioni diventassero effettive, ce l’ha fatta. L’istituto non chiuderà i battenti, il processo di riforma che ha subito un’accelerazione decisiva nel corso dell’ultimo anno – come sottolineano in Vaticano – va avanti e anzi, specifica il comunicato diffuso dalla Santa Sede «continuerà a servire con attenzione e a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo».
Il presidente scelto da Ratzinger e confermato da papa Francesco dunque l’ha spuntata sugli scettici, compreso qualche cardinale, cui rimaneva il dubbio che lo Ior non poteva essere realmente riformato. Una chiusura completa dell’istituto non è mai stata veramente presa in considerazione, ma von Freyberg ha potuto approfittare dell’impatto di papa Francesco sul sistema curiale per avviare quella pulizia interna allo Ior altrimenti assai difficile.

ORE DI PAURA PER CASALEGGIO RICOVERATO E OPERATO

Ore di paura per Casaleggio ricoverato e operato 

Il leader 5Stelle al Policlinico di Milano. Intervento alla testa, ora è fuori pericolo 
MILANO. - Gianroberto Casaleggio è ricoverato da sabato scorso al Policlinico di Milano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico alla testa. La moglie Sabina Del Monego ha chiesto il silenzio stampa; i medici e la direzione sanitaria dello storico ospedale milanese hanno rispettato la sua decisione, mantenendo il massimo riserbo.
Il consulente d'impresa e fondatore, insieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle nei giorni scorsi era stato a Marina di Bibbona, in provincia di Livorno, ospite nella villa sul mare del comico genovese. Insieme a loro un gruppo di eletti del M5S, c'era da mettere a punto la strategia politica e di comunicazione in vista delle Europee. Ore a metà tra lavoro e svago, compresi due tiri al pallone sulla spiaggia. Ma tre giorni fa l'imprenditore piemontese ha avuto strani dolori alla testa, si sentiva "confuso" e così la moglie l'ha accompagnato per una visita all'Auxologico, uno dei più qualificati centri privati che fanno parte della rete sanitaria lombarda e lì, quando gli specialisti si sono resi conto che non si trattava di un malore passeggero, è stato trasferito alla struttura di via Francesco Sforza. Qui, nella giornata di sabato, è entrata in azione l'équipe dei neurochirurghi. Secondo indiscrezioni, l'operazione si è resa necessaria per far fronte a un edema che avrebbe potuto creargli serie conseguenze. Ma il tempestivo intervento dei chirurghi è servito a risolvere il problema.
Ora Casaleggio, che ad agosto compirà 60 anni e che da tutti è considerato l'ideologo del M5S, legato da un rapporto simbiotico con Grillo, sta meglio, è ricoverato in corsia e la sua presenza in ospedale è protetta dalla massima privacy. Anche tra i parlamentari del Movimento la notizia non è ancora circolata, se non nella ristrettissima cerchia di fedelissimi ormai di casa alla Casaleggio Associati. A richiedere la massima discrezione, in maniera ferrea, è stata la moglie, preoccupata di proteggere il marito dall'assalto di cronisti e telecamere. E proprio per evitare il clamore intorno al ricovero del creatore di quello che è oggi il secondo partito italiano, in corsia non c'è stato il classico pellegrinaggio di attivisti del M5S, amici e parenti, se non quelli della stretta cerchia familiare. Ma sua la presenza in ospedale non è passata inosservata, nonostante abbia una stanza appartata.
Casaleggio comunque si è ripreso bene e pare che nel giro di quattro giorni potrà lasciare il letto d'ospedale e tornare nella sua abitazione milanese in zona Fiera, dove dovrà rispettare un periodo di convalescenza. In programma per i prossimi giorni c'era un incontro con le piccole e medie imprese in Brianza, uno degli argomenti che più gli sta a cuore. Ma soprattutto l'ultima settimana era stata particolarmente stressante per lui: proprio sul blog di Grillo c'erano state le "primarie" riservate agli iscritti per eleggere i candidati al Parlamento europeo. Un surplus di lavoro (e stress) per tutto lo staff, Casaleggio in primis.

ITALCUM BRUNETTA O RENZI LO APPROVAVA PRIMA DI PASQUA

Italicum, Brunetta: O Renzi lo approva prima di Pasqua, o dimostrerà di non avere i numeri” 

Di Matteo de’ Paoli – Le dichiarazioni del Ministro Maria Elena Boschi hanno creato un caso ad alta tensione politica. Non ci sta Renato Brunetta, capo gruppo di Forza Italia alla Camera, il quale dopo le veloci risposte di ieri, torna oggi sull’argomento con più veemenza. “Non e’ possibile che una riforma elettorale che era urgentissima, che il Capo dello Stato chiedeva tutti i giorni in termini di realizzazione, che la Corte Costituzionale ha reso indispensabile, avendo cassato il Porcellum, non e’ possibile che questa riforma elettorale, una volta approvata dalla Camera tre settimane fa, giaccia da tre settimane insabbiata al Senato”, dice Renato Brunetta ai microfoni di Sky Tg24. “O Renzi la approva prima di Pasqua, dando il segno di volere mantenere gli impegni, oppure Renzi dimostrerà di non avere i numeri al Senato e non avendo i numeri al Senato sarebbe un po’ ridicolo che millantasse Def, tagli all’Irpef, riforma del Senato, tagli all’Irap e cosi’ via. Le sue si saranno dimostrate balle, balle cosmiche – prosegue”, aggiuge.
“Il patto Renzi-Berlusconi dipende da Renzi. Il presidente del Consiglio mantenga gli impegni sulla riforma elettorale, mantenga gli impegni sui tempi della riforma elettorale e per noi si potra’ andare avanti. Se Renzi non e’ in grado, perche’ non ha i numeri al Senato, di approvare la riforma elettorale prima di Pasqua il patto salta e Renzi ne dovra’ trarre le conseguenze su tutta la sua presenza di governo. Se Renzi pensa di avere un rapporto leonino con i suoi contraenti, come siamo noi, si sbaglia e di grosso. Non siamo mica D’Alema noi”, conclude Brunetta.
Arriva anche il supporto di Giovanni Toti, il consigliere politico di Silvio Berlusconi. ”Alla Boschi voglio ricordare che senza Forza Italia la legge elettorale non sarebbe passata alla Camera, dove c’erano i franchi tiratori del Pd. Senza di noi non sarebbe passata nemmeno l’abolizione delle province, che tra parantesi non sono state abolite”, dichiara Giovanni Toti a “Fatti e misfatti” su Tgcom24. Gli fa eco anche la responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini: “Rispetto al percorso delle riforme, su cui in questi ultimi giorni dalle parti del governo e del Pd si stanno alzando i toni ad arte, Forza Italia ha dimostrato, da subito, un atteggiamento collaborativo con Renzi: ci siamo presentati compatti sull’Italicum, determinati sull’ammodernamento del Paese, aperti al confronto nell’esclusivo interesse del Paese”.

MILANO GRILLO FA DA CUSCINETTO AL FASCISMO

Milano, Grillo: M5s fa da cuscinetto al fascismo

Il leader contro Renzi: «80 euro a famiglia è voto di scambio». 

Il Movimento 5 stelle è «l'assicurazione sulla vita dei politici». A dirlo la sera del 7 aprile è stato Beppe Grillo nella tappa milanese del suo tour 'Te la do io l'Europa'.
RENZI INVENTA. Il leader 5 stelle ha prima ricordato i risultati dell'estrema destra in Ungheria, giunta al 20%, e ha aggiunto che se in Italia «non si è sviluppato il fascismo è perché noi facciamo da cuscinetto».
80 EURO VOTO DI SCANBIO. Poi Grillo si è lanciato contro i suoi avversari: il premier Renzi e Silvio Berlusconi. «La differenza tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, ovvero «l'ebetino e il nano», è che «il nano aveva sublimato e ci credeva, questo inventa». Ad esempio, non ha abolito le Province, è una truffa semantica».
«L’ebetino è di una cattiveria...Bisogna essere cattivi per dire:'Ti do 80 euro a famiglia'. È la sublimazione del voto di scambio», ha detto Grillo criticando il presidente del Consiglio.
CONTRO L'EXPO. A Milano il comico non poteva non parlare di Expo. L'Esposizione universale poteva «essere frammentata per far vivere Milano e la Lombardia e invece hanno preso un milione di metri quadrati che sono passati da agricoli a edificabili per fare un orto. E questo nel posto più orrendo d'Europa con lavori tutto attorno».
NO ALL'ARRESTO DEI SECESSIONISTI. Infine durante il comizio si è tornati a parlare dei secessionisti veneti. «Hanno arrestato 20 strani individui in Veneto. Io non li avrei messi in galera, li avrei presi per il culo un po' in tivù» ha aggiuntoGrillo criticando il fatto che «mentre li arrestavano il presidente della Repubblica riceveva un condannato».