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lunedì 22 ottobre 2012

FAMIGLIE IL POTERE D'ACQUISTO


Famiglie, il potere d'acquisto
è crollato del 4,1%:
mai così male dal 2000

I dati dell'Istat: diminuiti propensione al risparmio e redditi

I dati dell'Istat: il potere d'acquisto è calato del 4,1% rispetto al terzo trimestre del 2011. Calano i profitti delle società non finanziarie. Pil a - 2%. Draghi: "Nel 2013 inflazione sotto il 2%". Il presidente della Bce: "Abbiamo fatto passi avanti ma la strada è ancora lunga e in salita. Il piano di acquisto dei bond evita scenari distruttivi"
Spesa al supermercato: il carrello è sempre più 'caro' (Ansa)
Spesa al supermercato: il carrello è sempre più 'caro' (Ansa)
Roma, 9 ottobre 2012 - Brutte notizie per le famiglie italiane, peraltro ampiamente prevedibili per chi ogni giorno mette mano al portafogli per le esigenze della vita quotidiana. Nel secondo trimestre del 2012, tenuto conto dell'inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre del
2012 si e' ridotto dell'1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2011, il dato peggiore dal 2000. Nei primi sei mesi del 2012, nei confronti dello stesso periodo del 2011, il potere d'acquisto h registrato una flessione del 3,5%. Lo rileva l'Istat. che sottolinea anche come nel secondo trimestre del 2012 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti e' diminuito dell'1% rispetto al trimestre precedente, e dell'1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2011.
Un'altra faccia della stessa medaglia può essere la contrazione della propensione al risparmio che ormai sempre secondo la rilevazione dell'Istat ha toccato i minimi storici.  Nel secondo trimestre del 2012, misurata al netto della stagionalità, la propensione al risparmio è stata pari all'8,1%: si tratta del dato più basso almeno dal 1999, anno d'inizio delle rilevazioni.
La propensione al risparmio, dunque, è diminuita, sempre nel secondo trimestre, di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

Sempre in tema di dati economici, la variazione acquisita del Pil al secondo trimestre del 2012 per l'intero anno e' stata rivista da -2,1% a -2%.
Per quanto riguarda le società, calano i profitti delle società non finanziarie scendendo ai livelli più bassi dal 1999, anno d'inizio delle serie storiche dell'Istat. Secondo i dati diffusi dall'Istituto, la quota di profitti delle società non finanziarie è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
Il tasso d'investimento delle società non finanziarie, pari al 21%, è risultato inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011.
Ha parlato anche il presidente della Bce, Mario Draghi. Sull'inflazione Draghi ha effettuatouna previsione: "Nel corso del prossimo anno l'inflazione scendera' sotto il 2%". Draghi ha aggiunto che le attese sull'inflazione restano fortemente "ancorate" e che i rischi legati alle previsioni sull'inflazione in linea generale sono in equilibrio.
Draghi nella sua audizione davanti al parlamento europeo ha poi detto che il programma di acquisto di bond della Bce, l'Omt, fornisce all'eurozona una rete di protezione ''pienamente efficace'' per ''evitare scenari
distruttivi''.
L'Omt pero' ''non compensera' la mancanza di consolidamento fiscale''.
L'incertezza economica però resta. Alla Banca centrale europea "guardando avanti ci attendiamo attività economia debole, con prevalenza di rischi di rallentamento principalmente a causa delle tensioni sui mercati finanziari". "Negli ultimi due-tre mesi la situazione e' migliorata ma abbiamo davanti una strada lunga e in salita" ha chiosato Draghi.