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sabato 25 maggio 2013

E' SOLO UN PENSIERO DI UNA GRANDISSIMA AMICA

E SOLO UN PENSIERO DI UNA GRANDISSIMA AMICA  

E' solo un pensiero.....St­iamo tutti attraversando un periodo difficile e sapere che ci siamo gli uni per gli altri significa davvero molto. Io ci sono! Abbiamo bisogno tutti di intenzioni positive, adesso. Se non vedo il vostro nome, capirò. Vorrei chiedere gentilmente a tutti i miei amici, di dovunque siano, di copiare e incollare questo status per un'ora e dare così ...un momento di sostegno a tutti quelli che hanno problemi di famiglia, di salute, di lavoro, preoccupazioni di ogni genere e che hanno bisogno di sapere che a qualcuno interessa di loro. Fatelo per tutti noi, perché nessuno è immune. Spero di vederlo sui "muri" di tutti i miei amici , anche per semplice sostegno morale. So che qualcuno lo farà! Io l'ho fatto per un amico e voi potete fare lo stesso. Copia e incolla questo testo, senza usare condividi. 

                                          
  
                             
                         

L'AUMENTO DELL'IVA COLPISCE LE FAMIGLIE PIÙ NUMEROSE

L'aumento dell'Iva colpisce
le famiglie più numerose

Le simulazioni effettuate dalla Cgia di Mestre mostrano come per i nuclei più numerosi l'incidenza dell'incremento sia inversamente proporzionale al reddito. Tra i single soffriranno di più i meno abbienti: aggravi fino a 120 euro 

Se fra poco più di un mese non verrà scongiurato l'aumento di un punto percentuale dell'Iva ordinaria attualmente al 21%, gli effetti negativi di questo incremento ricadranno in particolar modo sulle famiglie meno abbienti e più numerose". A mettere in guardia dai rischi è la Cgia di Mestre secondo cui l'incidenza percentuale dell'aumento dell'imposta sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate. Inoltre, a parità di reddito i nuclei famigliari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori. Per un single, in base alla fascia di reddito, l'aggravio andrà da 37 a 99 euro mentre per una famiglia di quattro persone da 61 a 120 euro.
"Questa ipotesi va assolutamente scongiurata - dice Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - non si possono penalizzare le famiglie più numerose e in particolar modo quelle più povere". Le simulazioni realizzate dalla Cgia riguardano tre tipologie famigliari (single, lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico, lavoratore dipendente con moglie e 2 figli a carico). Per ciascun nucleo sono stati presi in esame 7 fasce retributive: in relazione alla spesa media risultante dall'indagine Istat sui consumi delle famiglie italiane, su ognuna è stato misurato l'aggravio di imposta in termini assoluti e l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva su ciscun livello retributivo. Si sono tenute in considerazione le
detrazioni e gli assegni familiari per i figli a carico, le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali medie nazionali. Con l'aumento dell'aliquota Iva al 22%, si è ipotizzata una propensione al risparmio nulla per la prima fascia di reddito, pari al 2,05% per il reddito annuo da 20mila, del 4,1% per quella da 25mila euro e dell' 8,2% per le rimanenti fasce di reddito. L'analisi della Cgia non ha considerato eventuali spinte inflazionistiche che una scelta di questo tipo potrebbe produrre.
Single. L'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva sullo stipendio netto annuo si farà sentire maggiormente per le fasce meno abbienti. Infatti è dello 0,29% su un reddito annuo di 15mila euro, si abbassa allo 0,27% su un reddito annuo di 55mila euro. In termini assoluti l'aumento di imposta cresce man mano che aumenta il livello retributivo. L'aggravio oscilla tra i 37 e i 99 euro.
Lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico. La percentuale dell'aumento è inversamente proporzionale al livello di reddito. E' dello 0,33% per un reddito annuo di 15mila euro, scende allo 0,30% per un reddito di 55mila euro. In termini assoluti l'aggravio d'imposta, man mano che cresce il reddito, sale da 51 a 113 euro.
Lavoratore dipendente con moglie e 2 figlio a carico. Anche in questa tipologia famigliare l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva è inversamente proporzionale al livello di reddito. Si attesta allo 0,34% su un reddito annuo di 15mila
euro, diminuisce fino a toccare lo 0,31% su un reddito di 55mila euro. Man mano che cresce il reddito, in valore assoluto la maggiore Iva annua passa da 61 a 120 euro.

LE BANCHE TORNANO IN UTILE MA SI RIDUCE IL CREDITO A IMPRESE E FAMIGLIE

Le banche tornano in utile
ma si riduce il credito a imprese e famiglie

Secondo uno studio di Prometeia, il sistema creditizio italinao avrà un utile di 2,4 miliardi di euro a fine 2013, destinato a salire fino a 21 miliardi nel 2015, ma continueranno a contrarsi i prestiti 

Le banche tornano in utile, ma le vacche grasse del credito alle imprese sono destinate a rimanere un ricordo del passato. Lo sostiene in uno studio Prometeia che, insieme ad un utile di 2,4 miliardi di euro a fine 2013, destinato a salire fino a 21 miliardi due anni dopo, vede un calo delle erogazioni, legato all'aumento delle partite deteriorate e delle conseguenti rettifiche a bilancio. In pratica, "al netto della componente sofferenze - spiega il vicepresidente di Prometeia Giuseppe Lusignani - il credito alle famiglie e alle imprese si ridurrà anche nel 2013 (-1,9%) e tornerà a crescere solo nei due anni successivi (+2% nel 2015)". In ogni caso, malgrado la parziale ripresa "le banche non saranno più nelle condizioni di finanziare completamente il fabbisogno di credito delle imprese, che si dovranno così rivolgere al mercato dei capitali e anche a quello del debito".
Uno scenario che, comunque, stando a una ricerca condotta su un campione di 1.600 Pmi italiane dall'istituto Gugliemo Tagliacarne per conto dello studio Lexjus Sinacta, non spaventa più di tanto le imprese. Il 58,3% delle Pmi intervistate dall'istituto, infatti, non ha riscontrato problemi nell'ultimo anno ad affrontare gli impegni finanziari presi e quasi il 70% è riuscito a mantenere stabile la base occupazionale. Un ottimismo che cela una certa rassegnazione, dato che solo il 20,5% delle aziende è pronto a investire nel 2013 e il 22% ha ridotto il ricorso al credito bancario, mentre addirittura il 30/33% ha ottenuto solo un sì parziale oppure un no secco dalle banche alle proprie richieste di finanziamento.
Le banche, del resto, secondo Prometeia, si trovano a dover fare i conti con le partite deteriorate, che sono salite dal 5,1% dei crediti lordi del 2008 al 13,3% del 2012, mentre il costo del rischio (rapporto tra rettifiche e impieghi vivi è raddoppiato dai 40 punti di prima della crisi agli 80 punti del 2010 ed è destinato a toccare i 120 punti a fine 2013 e ridiscendere a 83 punti solo nel 2015.
Questo implica un fabbisogno di 19 miliardi di euro di rettifiche stimate per il 2013 e di 48 miliardi nel prossimo triennio (2013-2015). In caso di "scenario avverso", con il Pil 2015 in calo dell'1,4% anzichè in crescita dell'1,2% come previsto, secondo le simulazioni di Prometeia, le rettifiche potrebbero salire a 58 miliardi di euro, mentre l'utile scenderebbe da 21 a 5 miliardi.

LO STATO COMPRA ALTRE 6450 AUTO

Lo Stato compra altre 6450 auto 

A volte si ha l’impressione che i governi e gli stati prendano in giro il popolo. Lo Stato italiano ha infatti indetto una nuova gara per l’acquisto di 6450 auto, ma “Il Messaggero” avverte ironicamente “non sono mica auto blu“. In un momento critico come questo per il Paese è davvero uno spreco.
“Il Messaggero” fa sapere che la pubblica amministrazione ha intenzione di rifarsi l’intero parco macchine, proprio mentre le persone si danno fuoco per rabbia di fame: “La Consip S.p.A., società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha indetto lo scorso 22 maggio una gara per l’acquisto di autoveicoli destinati alle P.A. il cui “valore stimato, IVA esclusa, è pari a 133.294.819,00 euro” “.
“Undici lotti per un totale di 6.450 mezzi. Mettiamo subito le cose in chiaro: non stiamo parlando delle tanto vituperate auto blu. Su quelle, il neo-ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplicazione Gianpiero D’Alia – sulla scia del predecessore Patroni Griffi che ci era andato giù di scure – sta portando avanti un’attività di monitoraggio di cui saranno pubblicati i risultati ai primi di luglio. Eppure gli acquisti continuano” scrive il quotidiano romano.
A quanto pare i soldi per acquistare 6450 macchine ci sono e gli investimenti promessi da Letta per cultura, istruzione e sanità? Con 133.294.819 milioni di euro si potrebbero comprare macchinari per gli ospedali o investirli per ristrutturare scuole disastrate e monumenti (vedi la Reggia di Caserta) ormai logori e stanchi di anni di mala gestione!

LA CASTA VUOL DARSI L'AUMENTO DA 1200 EURO NETTI AL MESE

La Casta vuol darsi l’aumento da 1.200 euro netti al mese 

Vaccaro, fedelissimo di Letta, propone una legge per portare gli stipendi dei parlamentari a livello degli eurodeputati. Indennità e diaria alle stelle
Stipendio mensile netto aumentato del 24%, rimborsi spesa più generosi degli attuali, ma legati alla reale produttività, più portaborse e meglio pagati con stipendi però erogati direttamente da Camera e Senato in modo che a nessuno venga la tentazione di mettersi direttamente in tasca quei soldi. È la proposta di legge n.495 depositata a Montecitorio dal primo firmatario: il deputato del Pd Guglielmo Vaccaro. Una firma di peso, perché Vaccaro non è soltanto uno dei leader del partito in Campania, ma soprattutto il principale luogotenente dell’attuale presidente del Consiglio, Enrico Letta. I due fanno coppia fin dalla prima Repubblica, quando entrambi avevano cariche di vertice nel movimento giovanile democristiano. Vaccaro poi fu voluto da Letta con sé alla sua segreteria tecnica da ministro dell’Industria fra il 1999 e il 2001, e lo stretto sodalizio si è rafforzato prima nella Margherita e poi nel Partito democratico. Proprio per questa sintonia ha un peso non indifferente quella proposta di legge che dopo anni di bandiere grilline sventolate per la prima volta capovolge la questione dei costi della politica, proponendo di pagare di più i parlamentari a patto che siano produttivi.
L’idea di base di Vaccaro è prendere a modello lo status economico degli europarlamentari, rimodulando solo i rimborsi spese perché girare l’Italia è naturalmente meno costoso che percorrere i 27 Stati dell’Europa. La sua proposta è di dare a deputati e senatori la stessa indennità mensile netta degli europarlamentari: 6.200 euro netti contro gli attuali 5 mila scarsi. Un aumento di 1.200 euro netti mensili, pari appunto al 24% in più. Una volta fatta questa scelta, sarebbe direttamente indicizzata alle rivalutazioni e alle decisioni del Parlamento europeo, e quindi nessuna campagna sui costi della politica o polemica a 5 stelle potrebbe incidere su quello stipendio messo in sicurezza. Diverso il caso dei rimborsi spesa, che verrebbero presi dal modello di Strasburgo, e come là legati direttamente alla produttività, ma con quote generalmente dimezzate. L’unico vantaggio potrebbe essere quello della diaria. Vaccaro infatti propone che «a titolo di rimborso delle spese di soggiorno, ai membri del Parlamento è assegnata una diaria di entità pari all’indennità di soggiorno erogata in favore dei membri del Parlamento europeo. Tale diaria è corrisposta in proporzione alle effettive presenze del parlamentare in assemblea e nelle commissioni parlamentari delle quali fa parte». Oggi la diaria è pagata con un forfait di 3.503,11 euro netti mensili. Al parlamento europeo è invece di 304 euro ogni giorno di presenza. Però fra Strasburgo e Bruxelles al massimo si può raggiungere 80-100 giorni di presenza all’anno, e quindi è impossibile avere più di 2.500 euro al mese di diaria. Nel parlamento italiano invece Laura Boldrini e Piero Grasso si sono impegnati a fare lavorare tutti dal lunedì al venerdì: 5 giorni alla settimana fra aula e commissioni. Se uno fosse presente tutti i giorni arriverebbe a 6.688 euro mensili di diaria, quasi il doppio del massimo ottenuto oggi. Per le spese generali oggi i parlamentari ricevono 1.845 euro diretti e 1.845 euro dietro presentazione di documentazione, normalmente impegnati per pagare il cosiddetto portaborse.
La proposta Vaccaro è di assegnare loro a fronte dei primi 1.845 euro la metà esatta del fondo messo a disposizione dei parlamentari europei, e cioè 2.150 euro al mese, più «il rimborso delle spese di viaggio sostenute nel territorio nazionale per lo svolgimento del mandato, previa presentazione della relativa documentazione ovvero di una autocertificazione». Anche qui l’aumento potrebbe rivelarsi consistente. Molto più alto quello delle spese per i collaboratori: a fronte degli attuali 1.845 euro mensili, si propone il 50% «di quanto previsto per la medesima finalità in favore dei membri del parlamento europeo», e cioè 8.950 euro mensili. Non un centesimo di quella somma però – a differenza di quel che avviene ora – potrebbe finire nelle tasche di deputati e senatori: sarebbero Camera e Senato a fare i contratti e a preparare le buste paga per i 3 collaboratori assumibili con quella cifra. Verrebbe invece ridotto il fondo per i rimborsi di spese di trasporto, che passa da 1.107 a 400 euro mensili , e annullato il rimborso spese telefoniche che attualmente è di 258 euro al mese. Il fedelissimo di Letta poi aggiunge: «I membri del Parlamento hanno altresì diritto al rimborso dei due terzi delle spese mediche e delle spese connesse alla gravidanza e alla nascita di un figlio». Il totale netto mensile legato alla funzione di parlamentare passerebbe dunque in linea teorica dagli attuali 13.558 euro a 24.388 euro mensili. Su base annuale si passa dagli attuali 153,7 milioni di euro a 276,6 milioni di euro. Una differenza di 123 milioni di euro, anche questa teorica, perché si spenderebbe di meno quanto meno i parlamentari dovessero lavorare. Per risparmiare rispetto ad oggi ci vorrebbe un Parlamento si scansafatiche, e chissà che non pensino proprio a quel modello i lettiani quando dicono di volere tagliare i costi della politica…

MIRANDOLA I SOLDI DEL TERREMOTO IL COMUNE LI DA' AGLI ZINGARI

Mirandola: i soldi del terremoto il Comune li dà agli zingari 

Mirandola: stanziamento di 75mila euro a favore dei nomadi
Pioggia di denaro per gli zingari. Che continuano a ricevere soldi pubblici, in piena emergenza post-terremoto. Il consiglio comunale del comune duramente colpito dal sisma, ha infatti approvato la realizzazione dell’area sosta nomadi in località San Giustina che verrà costruita grazie ad una ”pioggia” di denaro pubblico: oltre 75mila euro. Circa 45mila euro verranno dalla Regione Emilia Romagna, altri 30mila ce li metterà il Comune, togliendoli alla manuntezione delle strade, il sostentamento delle famiglie bisognose e altre “quisquilie” come queste.
L’intervento prevede l’installazione di moderni servizi igienici, impianti per l’acqua potabile, impianto elettrico, sistema fognario, fornitura contatori e sistema di condizionamento d’aria.
Già nel 2007, l’amministrazione comunale di Mirandola ristrutturò il campo nomadi con un esborso di 197mila euro, rifacendo i marciapiedi, i servizi igienici, realizzando una moderna lavanderia, una sala giochi per bambini, un parco giochi e un locale per attività ricreative. Ovviamente non mancò un impianto di riscaldamento composto da locale caldaia, rete di distribuzione e termosifoni. Tutto naturalmente a carico dei contribuenti. Tra i quali non sono annoverati gli zingari.
Il tutto, mentre decine di famiglie e imprese nel Comune di Mirandola non hanno ancora ricevuto un euro di contributo per la ricostruzione.
Eppure a Mirandola di soldi per ricostruire c’è bisogno. Non ce ne sono in abbondanza. Il 23 Maggio ad esempio, è andato Grillo per consegnare nelle mani del sindaco Maino Benatti del Pd, 420 mila euro che serviranno a finanziare la ricostruzione. Si tratta di soldi raccolti dal Movimento durante la campagna elettorale e non spesi. In particolare serviranno per realizzare una palestra per la scuola elementare della frazione di Quarantoli.
Speriamo che il sindaco non li utilizzi per altri fini. Nondimeno ci chiediamo come sia possibile che, un paese così colpito, una città che accetta 400mila euro per la ricostruzione, ne sperperi poi quasi 100mila per l’aria condizionata al campo nomadi.

ORA LA POLITICA SIA CONCRETA

Ora la politica sia concreta 

L’annuncio è: stop al finanziamento dei partiti. In omaggio alla moda grillina ci saranno solo applausi (anche di chi sosteneva il contrario). In omaggio alla moda comunicativa... 

L’annuncio è: stop al finanziamento dei partiti. In omaggio alla moda grillina ci saranno solo applausi (anche di chi sosteneva il contrario). In omaggio alla moda comunicativa la notizia è stata data direttamente dal presidente del Consiglio, via twitter. Il fatto è che, se tutto va bene, si potrà scriverlo un’altra decina di volte, dato che, al momento, neanche esiste il testo del disegno di legge, che poi comincerà il suo iter parlamentare. E se qualche cosa va storto l’annuncio odierno sarà un tradimento domani. Come, del resto, nell’accordo generale, già si tradì il responso di un referendum. Il "costo della politica" è un tema serio, che sarebbe colpevole sottovalutare. Quel passo andava fatto, anche se è solo accennato. Ma i costi sono prima di tutto quelli di un’invasiva presenza di società e nomine pubbliche. Come anche di un’asfissiante esuberanza di legislazioni concorrenti fra di loro e burocrazie non coordinate. Una foresta da disboscare. Che al momento rimane intatta. Il costo diretto calerà (se calerà) di poco, ma con alto valore simbolico. Quello indiretto rimane intatto, con alto potenziale devastante. La brutta impressione è che la politica sappia parlare solo di sé stessa, considerando la realtà un disturbo, un ostacolo al libero dispiegarsi del gioco degli schieramenti. Questa sgradevole sensazione ci resta anche alla vigilia dall’appuntamento amministrativo. La chiamata agli elettori è fatta in gran parte sulla base dell’appartenenza o del rifiuto, senza che si sia entrati nel merito di tante questioni. Certo, colpevoli anche i giornalisti, che trascurano la concretezza per strillare solo le parole politiciste. Ma in nessuna delle città che eleggeranno domenica il loro sindaco e il consiglio comunale abbiamo sentito pensieri forti sull’identità urbana e sul suo futuro. Sull’idea che s’intende realizzare. In alcune città, addirittura, pure i candidati nelle liste civiche sono gli stessi della volta scorsa. Non basta esserne stufi, si deve essere capaci di rompere con la logica del rifiuto e dell’appartenenza. Tocca a ciascuno di noi farlo. Il che significa votare avendo in mente gli interessi propri e quelli della città. Il candidato migliore è quello che si ritiene possa mettersi subito al lavoro, in questo senso. Va bene anche il meno peggio.

IMU PER L'ACCORDO DI GIUGNO ALIQUOTE E DETRAZIONI 2012

Imu, per l’acconto di giugno aliquote e detrazioni del 2012 

Arriva la circolare con i chiarimenti. L'imponibile va determinato tenendo conto del nuovo moltiplicatore 

Il versamento dell'acconto di giugno dell'Imu potrà essere calcolato in base all'aliquota e alle detrazioni in vigore lo scorso anno ancor prima dell'approvazione definitiva del decreto «sblocca debiti», in fase di conversione di legge, che cambia la normativa. Quindi la prima rata, che scade il 17 giugno, si pagherà con aliquote e detrazioni 2012. Con una circolare del dipartimento delle Finanze arriva il via libera all'attuazione anticipata dell'emendamento al decreto che sblocca i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione che dovrà essere convertito in legge entro il 7 giugno. L'emendamento prevede che si possa calcolare sempre l'acconto sulla base delle aliquote 2012 e nel caso in cui i contribuenti versino la prima rata tenendo conto anticipatamente del contenuto dell'emendamento vale la regola prevista dallo Statuto del contribuente che blocca le sanzioni «quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria». Quanto ai fabbricati produttivi classificati nella cetegoria catastale D, esclusi quelli della categoria D5 (banche), il moltiplicatore della rendita catastale è passato da 60 a 65. La circolare specifica quindi che per questi immobili , pur essendo valida la regola del calcolo secondo le aliquote 2012, l'imponibile va determinato tenendo conto del nuovo moltiplicatore. Infine la circolare precisa che in caso di separazione legale, la sospensione della prima rata dell'Imu vale sia per il coniuge assegnatario della casa coniugale sia per l'altro coniuge non assegnatario relativamente alla sua eventuale abitazione principale.

 

INCREDIBILE MA VERO STOP A FINANZIAMENTO PARTITI

Incredibile, ma vero: Stop a finanziamento partiti! 

Il governo Letta si è messo subito al lavoro e possiamo dire che sta già dando i suoi primi “Frutti”. Del resto il premier Enrico Letta lo aveva ribadito che i primi 100 giorni di attività del governo dovevano essere quelli più importanti per cercare di attuare quanti più provvediment possibili volti a risanare le casse dello Stato e in generale l’economica del nostro Paese, profondamente colpita dalla crisi che in questi anni ha messo in ginocchio buona parte della popolazione.
La notizia che è arrivata ieri, è una di quelle che in passato i vecchi premier avevano sempre promesso in campagna elettorale ma poi non avevano mai attuato, una volta arrivati al governo. Ebbene, Letta c’è riuscito! Nel consiglio dei Ministri di ieri, infatti, è stato deciso riguardo l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti. A comunicarlo è stato lo stesso premier attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale Twitter, in cui ha scritto:
Nel cdm oggi trovato l’accordo su abrogazione finanziamento pubblico dei partiti. Ora la ragioneria deve preparare le norme fiscali del ddl.
Tra le linee guide del DDL presentato ieri al Parlamento ci sono anche altri punti importanti, tra cui: definizione di procedure in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti; semplificazione delle procedure per le erogazioni di privati in favore dei partiti; sostegno non monetario al funzionamento dei partiti.
Insomma, a quanto pare qualcosa si sta smuovendo realmente all’interno del nostro Paese: che sia la volta buona per eliminare una serie immensa di sprechi economici che vengono effettuati all’interno della politica italiana? I presupposti sembrano esserci tutti, quindi non ci resta che aspettare per vedere in atto il cambiamento proposto da Letta.