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mercoledì 15 maggio 2013

NON FARE OGGI CIO' CHE PUOI RIMANDARE A DOMANI

NON FARE OGGI CIO’ CHE PUOI RIMANDARE A DOMANI 

“Noi non siamo contrari sempre e comunque al risanamento dei conti pubblici: datemi le giuste condizioni economiche e mi trasformerò in un moderato falco anti-deficit”. (P. Krugman)
In queste poche parole di Paul Krugman è racchiusa una delle tipiche argomentazioni che i keynesiani utilizzano per respingere le critiche di coloro che fanno notare gli effetti collaterali sui conti pubblici delle politiche di sostegno alla domanda aggregata attuate mediante l’aumento del deficit di bilancio.
Krugman sostiene di potersi trasformare in un “moderato falco anti-deficit”, purché vi siano le “giuste condizioni economiche”. Ecco: il problema è che per un keynesiano è più unico che raro il caso in cui le condizioni economiche siano da ritenere giuste per stringere i cordoni della borsa, soprattutto se si tratta di ridurre la spesa pubblica.
Generalmente propende per non sottrarre oggi sostegno alla domanda, rimandando a domani il consolidamento fiscale. L’importante è avere un piano credibile per il medio lungo periodo, recita più o meno testualmente il verbo keynesiano. Questa è attualmente l’impostazione (anche) del Fondo Monetario Internazionale, a sproposito definito covo di non meglio specificati “neoliberisti”.
In sostanza, il motto pare essere: non fare oggi ciò che puoi rimandare a domani. Il problema è che più si rimanda, più grande dovrà essere lo sforzo. E non consola il fatto che il rimedio keynesiano per far sembrare meno pesante il fardello del consolidamento fiscale sia affogare il debito nell’inflazione.

L'IMU ALE ORE CONTATE VIA ANCHE PER LE IMPRESE

L'Imu ha le ore contate: "Via anche per le imprese"

La promessa del ministro Saccomanni arriva nel giorno dei dati catastrofici sul mercato delle case: compravendite calate del 23% anche per colpa dell'impostaMilano - Il mattone, bene rifugio di generazioni di italiani, sta crollando come un castello di carte, sotto i colpi della crisi e soprattutto dell'Imu. Per la casa il 2012 è stato l'annus horribilis: con 150mila compravendite in meno rispetto a un anno prima, il mercato immobiliare ha fatto segnare infatti il peggior risultato dal 1985. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi, ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011. Non solo: anche i prezzi continuano a crollare, così come gli affitti. Il panorama allarmante emerge dal rapporto immobiliare sul mercato residenziale nel 2012 realizzato dall'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'Abi e viene confermato anche dal sondaggio della Banca d'Italia sul primo trimestre di quest'anno.
Ma i segnali erano evidenti già da tempo: così come è apparso chiaro da subito l'effetto devastante della famigerata imposta sulla casa, inventata dal governo Monti per esigenze di cassa, senza tenere conto della crisi che già aveva colpito il settore, e che ha contribuito a deprimerlo enormemente. Come se già non bastassero la crisi mondiale e il giro di vite delle banche sui mutui, ormai sogno impossibile per buona parte degli italiani. Non a caso, l'Imu - anzi, la sua abolizione - è stata la protagonista della campagna elettorale: e ora lo sforzo del governo sta andando in questa direzione, per la prima casa e non solo. «È in esame tutta una serie di cose, rispetto all'idea iniziale di coprire solo la prima casa. Adesso vedremo quello che è possibile fare», ha detto da Bruxelles il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, confermando che è allo studio del governo una possibile esenzione o sospensione dei pagamenti dell'imposta anche per le imprese. Un'apertura alle pressanti sollecitazioni del mondo imprenditoriale e di quello agricolo: lo slittamento dell'imposta sui capannoni e sugli immobili (e forse terreni) agricoli darebbe infatti da subito una boccata d'ossigeno all'economia. Per lo Stato non avrebbe costi, anche se richiederà un anticipo di cassa in favore dei Comuni.
Ma c'è chi rema contro: sono i sindaci dei Comuni in profondo rosso, che sul gettito della supertassa contavano per riempire i buchi dei loro bilanci. Il capofila è Giuliano Pisapia, il primo cittadino di Milano, alle prese con una voragine nei conti di oltre 400 milioni, destinata ovviamente ad allargarsi se l'Imu dovesse anche solo essere sospesa.
Quindi, il sindaco milanese non ammette ragioni: e non intende accontentarsi della richiesta fatta dal presidente dell'Anci - cioè di tutti i Comuni, compreso il suo - di sospendere l'Imu a fronte di un anticipo di cassa da parte del governo: «È il minimo e non basta - afferma perentoriamente - se non ci sono altri interventi i Comuni saranno strangolati, e questo significa soprattutto strangolare i cittadini. Non possiamo permetterlo». E invoca «una grande ribellione civile e civica che unisca tutti gli enti locali». Segue avvertimento: la difficoltà dei conti dei Comuni, compreso Palazzo Marino, potrebbe comportare un aumento della tassazione locale, ad esempio intervenendo sull'addizionale Irpef. Per chiudere il bilancio infatti «potremmo dover intervenire in quella direzione e questo ci fa male», conclude Pisapia.

LA RESA DELLA PROCURA INUTILE DENUNCIARE I CLANDESTINI

La resa della Procura: inutile denunciare, i clandestini sono troppi 

Basta un cavillo o un atto di autolesionismo: l'espulsione salta, la giustizia s'ingolfa. E i pm oberati frenano le forze dell'ordineStritolata dal reticolato burocratico di articoli di legge e disposizioni l'Italia è costretta a tenersi i suoi clandestini. Anche un assassino come il ghanese 31enne Mada Kabobo, il «killer» che a Milano sabato ha aggredito per strada, a colpi di piccone, sei passanti italiani uccidendone tre. Nonostante il permesso di soggiorno come rifugiato gli fosse stato negato, infatti, lo straniero, aveva fatto ricorso.E, nell'attesa, poteva rimanere qui. Proprio com'è accaduto poco più di due settimane fa anche a un terrorista come Abdel Hady Abdelaziz Mahmoud Kol, complice di Mohamed Game, il libico autore dell'attentato kamikaze alla caserma Perrucchetti il 12 ottobre 2009. Al 56enne egiziano il giudice di pace non ha convalidato il provvedimento di accompagnamento immediato chiesto dall'ufficio immigrazione della questura di Milano perché il suo avvocato aveva dichiarato di «avere intenzione» di presentare a breve ricorso al Tar contro la revoca del permesso di soggiorno del suo assistito.
E allora? Il reato di clandestinità è una sorta di scatola vuota? Emanuele Brignoli, 43 anni, ispettore capo alla squadra mobile di Milano e coordinatore dell'Osservatorio nazionale uffici immigrazione per l'Ugl polizia di stato, non ha dubbi: «Sicuramente sì. Tenendo conto che il reato non prevede la reclusione, ma solo un'ammenda pecuniaria da 5 a 10mila euro che nessuno straniero irregolare potrà mai permettersi di pagare. Inoltre - spiega Brignoli - la mole di procedimenti penali pendenti presso il giudice di pace di Milano contribuisce a rendere vana l'applicazione della norma».
In una circolare inviata lo scorso dicembre alle forze di polizia dalla Sezione definizione affari semplici (Sdas) della Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Milano, si ammette, senza troppi giri di parole, di non riuscire a perseguire i clandestini perché sono troppi. Così, per evitare ai giudici di pace di essere «inondati da un'insostenibile massa di procedimenti da far approdare al giudizio» nel documento si consiglia a polizia e carabinieri di andarci piano con le denunce per il reato di clandestinità. O, comunque, di procedere solo quando è strettamente necessario e in base a indicazioni fornite dalla Procura stessa.
«L'unico mezzo per allontanare i clandestini sarebbe l'espulsione - prosegue Brignoli -. Ma la normativa che la regola è facilmente aggirabile con un ricorso al Tar o una richiesta di asilo politico, anche pretestuosa. Se l'espulsione non è immediata, infatti, lo straniero dovrebbe essere trattenuto in un Cie (Centro identificazione ed espulsione) o venire sottoposto alle misure di controllo alternative, come il ritiro del passaporto o l'obbligo di presentazione all'autorità di polizia competente. Provvedimenti che però devono essere anch'essi sottoposti al vaglio del giudice di pace e che possono essere non convalidati per un qualsiasi cavillo».
Ma una volta ottenuto il provvedimento di espulsione, il biglietto, il volo e gli agenti necessari alla scorta del clandestino, cos'altro può succedere? «È sufficiente che lo straniero ingerisca qualche corpo estraneo o compia atti di autolesionismo per rimandare a tempo indeterminato l'espulsione effettiva».
«Oltre allo snellimento dei procedimenti amministrativi - conclude Brignoli -, la soluzione per rendere efficace e celere l'espulsione consiste, a mio parere, nell'identificazione certa del soggetto al momento del suo ingresso regolare in area Schengen attraverso la rilevazione delle impronte digitali. Proprio come succede a tutti gli stranieri negli Stati Uniti. Dove, tra l'altro, nessuno si lamenta. Inoltre va assolutamente rivisto il sistema del rilascio dei visti per lavoro stagionale, turismo, affari o studio. Che, con una politica blanda sulle espulsioni, si trasformano nel mezzo ideale d'ingresso e di permanenza in Italia oltre i termini».

Il numero degli immigrati in Lombardia, pari al 23% del totale nazionale. Più di metà sono a Milano
La stima degli irregolari presenti a Milano, secondo l'Ismu, pari al 10,8% del total

ISFOL CRESCONO I CONTRATTI A TERMINE CROLLANO A TEMPO INDETERMINATO

Isfol: «Crescono i contratti a termine, crollano a tempo indeterminato». CGIL: Evidenti guasti riforma Fornero 

Tra ottobre e dicembre 2012 si è registrata una ripresa dei contratti a tempo determinato saliti del +3,7% rispetto al terzo trimestre dello stesso anno mentre la quota di assunzioni con contratti a termine dal gennaio 2012 fino al dicembre dello stesso anno è salita dal 62,1% al 66,8%.
In ripresa, nel IV trimestre 2012, anche i contratti di apprendistato, +5,2% mentre in deciso calo sono state le 'attivazioni' a tempo indeterminato, diminuite del 5,7%, "in linea con l'andamento congiunturale negativo"; i contratti di collaborazione, -9,2%, e quelli di lavoro intermittente, -22,1%.
E' un report dell'Isfol a fotografare così la dinamica dei rapporti di lavoro all'interno del monitoraggio effettuato periodicamente sulla riforma Fornero.
Quanto alle cessazioni, il rapporto registra un aumento dello 0,6%, come sintesi tra una diminuzione costante del numero di cessazioni richieste dal lavoratore e la crescita di quelle dovute alla volontà del datore di lavoro.
I dati sul monitoraggio dell’Isfol, relativi alle comunicazioni obbligatorie del IV trimestre 2012, dimostrano che “non serve liberalizzare ulteriormente i contratti a termine, che crescono del 3,7%, mentre crollano le altre forme contrattuali”. E’ quanto afferma il Segretario Confederale della CGIL, Serena Sorrentino, che chiede al ministro del Lavoro di “aprire una riflessione seria sui guasti della legge 92, soprattutto guardando al tanto citato tema dell’occupazione giovanile”.
Secondo quanto diffuso dall'Isfol nel monitoraggio sulla riforma Fornero, infatti, a fronte di un aumento del 3,7% de i contratti a termine, si registra un calo del 9,2% per le collaborazioni e del 3,3% per i contratti a tempo indeterminato su base annua. In calo anche le “attivazioni” di rapporti di lavoro pari al 5,8%, mentre aumentano dello 0,6% le “cessazioni”. Proprio sottolineando quest'ultimo dato, Sorrentino aggiunge che “se non vogliamo una nuova ondata di licenziamenti occorre rifinanziare gli ammortizzatori in deroga, non solo la CIG ma anche la mobilità e i contratti di solidarietà”.
Riferendosi, infine, alle indiscrezioni secondo le quali il governo sembrerebbe orientato a reperire una parte di risorse sottraendole allo 0,30 della formazione continua e dalla produttività, il Segretario della CGIL chiede di “trovare un finanziamento adeguato che non sottragga risorse al lavoro e dia certezza a tutti gli oltre 500mila lavoratori coinvolti" e che “si diano disposizioni all’Inps di anticipare le risorse che il governo potrà coprire quando si troverà una soluzione adeguata e sostenibile”.
Nel concludere Sorrentino ribadisce che “non si possono lasciare centinaia di migliaia di famiglie tra incertezza e mancanza di reddito”.

INDUSTRIA ITALIA CROLLO PRODUZIONE MARZO -5,2%

Industria Italia: crollo produzione marzo -5,2%. Peggior dato dei paesi europei 

 Altro crollo della produzione industriale in Italia: a marzo il calo registrato si attesta al 5,2% rispetto allo stesso mese del 2012. Per Eurostat è il peggior dato tra le grandi economie continentali. Cali anche per Germania (-1,5%) e Francia (-1,6%). Nell'insieme dell'Eurozona il calo è stato dell'1,7% (-1,1% nella Ue a 27). Forti crescite in Olanda (+11,1%) e paesi balti

L'EPILOGO DEL BERLUSCONISMO NEL FLOP DI CANALE 5

O no? L’epilogo del berlusconismo nel flop di Canale 5 

dipendente Rai, con il suo Report, cercava di portare,
tra le poltrone sveglie e indignate dei telespettatori italiani,
la realtà drammatica della mancanza di lavoro,
su Canale 5, più giornalisti dipendenti di Berlusconi,
con La guerra dei vent’anni, Ruby ultimo atto,
cercavano di confezionare, per le poltrone addormentate
e docili dei telespettatori del  Grande Fratello, 
l’assoluzione, del Cav. Berlusconi, nel processo Ruby,
spiegando, a chiare lettere e senza timori, anzi, quasi rischiando
di persona che
·       Ruby –per parola di Berlusconi- è la nipote di Mubarack;
·       il conflitto di interessi del Cav. Berlusconi è un’invenzione dei comunisti;
·       i “processi non si fanno in televisione”, ma a Canale 5;
·       la verità processuale non esiste fuori della TV
        del Cav. Berlusconi;
·       Berlusconi vittima, a guardar bene, come Tortora.
E’ troppo. Si legge che il programma non ha avuto successo.
E’ stato un flop. Per decisione
dei telespettatori, liberi nel mercato libero della Tv.
Per fortuna. Il “dominio proprietario sui media e su pezzi interi 
di società politica –per usare parole e immagine
di Ezio Mauro- non consente più “alla realtà virtuale 
del berlusconismo di galoppare all’apparenza indisturbata.
Forse, anche se il Paese è sempre pieno di  “maup
(creduloni a Vico del Gargano), di troppi servi liberi,
di molti fautori del danarismo avvilente, e, purtroppo,
di incredibilmente tanti, nel Pdlarghintesisti, sempre benevoli
e compiacenti, la normalità è ora a portata di mano.
O no?

LA SITUAZIONE POLITICA IN ITALIA E' GRAVE

La situazione politica in Italia è grave, ma non è seria 

Come scriveva il grande Ennio Flaiano nel 1956, nel suo Diario notturno: “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”.
A leggere le ultime dichiarazioni dei Capigruppo alla Camera e al Senato del PDL, Brunetta e Schifani, la situazione politica italiana sembra peggiorata: ora oltre che grave, è diventata anche seria.
Brunetta e Schifani hanno dichiarato che prima di cambiare la legge elettorale occorre modificare la struttura costituzionale e istituzionale del Paese. Con questo Governo, con questo Parlamento? Ma se una riforma della Costituzione non è stata fatta quando sia il PDL che il PD avevano ampie maggioranze parlamentari, i due pensano che si possa risolvere oggi, con il poco tempo che durerà questo esecutivo, una riforma di questa portata?
I politici si sono già dimenticati le ragioni per cui è nato questo governo poche settimane fa? Si sono dimenticati le parole del Presidente Napolitano al Parlamento riunito in seduta comune?
Esternare che prima si fanno le riforme e poi si cambia la legge elettorale, significa una cosa sola: che il PDL vuole andare alle nuove elezioni con il Porcellum. Questa è la traduzione concreta del pensiero dei Capigruppo PDL. Perché mai questo Porcellum è così caro agli attuali politici e non vogliono modificarlo? Forse perché sono gli stessi politici che decidono chi sono i fortunati, i predestinati a sedere in Parlamento, mettendo da parte la volontà popolare degli elettori che si trovano da votare una lista preconfezionata?
E’ tornato alla casa del Padre, in questi giorni, il tanto bistrattato, se a torto o a ragione sarà la Storia a dircelo, Giulio Andreotti. Ebbene, il Sig. Giulio Andreotti ogni volta che è entrato in Parlamento, è stato eletto conquistandosi a suon di preferenze il diritto a sedere nell’emiciclo. Almeno da questo punto di vista non si può dire che Andreotti fosse il male assoluto, dalla sua mente “diabolica” non uscì mai un sistema elettorale così anti democratico come quello attuale, ideato dal leghista Calderoli nel 2005 e subito piaciuto, nei fatti, a tanta Destra e a tanta Sinistra.
Intendiamoci, sono talmente gravi e molteplici i problemi che l’Italia deve affrontare, che non è certamente la riforma elettorale la panacea di tutti i mali. Tuttavia, ridare agli italiani quella “sensazione” di incidere maggiormente, concretamente, nella scelta del proprio rappresentante da eleggere in Parlamento, senza passare per forza dalla rete grillina, può aiutare a rifondere nei cuori la fiducia e un nuovo rapporto con la classe politica.
Siamo consapevoli che la strada di questo primo Governo Letta è stretta e tutta in salita, tuttavia dobbiamo crederci. Non ci sono alternative al momento. E questo anche PD e PDL in fondo lo riconoscono. Fino a quando però le vicende personali di Berlusconi da un lato e la situazione interna al PD dall’altro non pregiudicheranno la situazione? Difficile dirlo. Il Presidente Letta in questi mesi deve cercare di far passare quelle riforme economiche che ci permettono di superare questa terribile crisi e far modificare questa legge elettorale che ormai ha stancato gli italiani. Tutto il resto sarà tema per la prossima Legislatura.

DALLA LEGGE SULLA REICHSBANK DEL 15/06/1939

Dalla “Legge sulla Reichsbank” del 15/06/1939 alla “dichiarazione di guerra” del 3/09/1939  


Gli avvenimenti relativi al secondo conflitto mondiale ed il completo controllo della cultura, dell’informazione, delle comunicazioni da parte dei “liberatori” hanno occultato per molti decenni questo evento di portata storica.
Ovviamente a guerra finita, le potenze occupanti fra i primi atti emanati hanno provveduto a eliminare quest’anomalia bancario/finanziaria /monetaria tedesca e riprendendo il controllo dell’emissione monetaria….
Ciascuno dei “liberatori/occupanti” provvide autonomamente per la zona di sua competenza ma tutti certamente in stretto coordinamento collaborativi… quantomeno temporale… :
Gli americani con la Legge n. 60 del 1° marzo 1948 (Militärregierung Deutschland, Amerikanisches Kontrollgebiet, Gesetz Nr. 60 vom 1. Marz 1948);
Gli inglesi con l’Ordinanza n. 129, del 1° marzo 1948 (Militärregierung Deutschland, Britisches Kontrollgebiet, Verordnung Nr. 129 vom 1. März 1948);
I francesi con l’Ordinanza 203 del 26 marzo 1949 (Militärregierung Deutschland, Französisches KontroUgebiet, Verordnung Nr. 203 vom 26. März 1949).
Come ormai sanno perfettamente i nostri lettori tutte le guerre sono promosse, istigate, favorite, e finanziate dai banchieri e dalle loro banche … fin dall’avvento della “moneta”…..
Infatti, come abbiamo già raccontato in altri interventi, la crisi post prima guerra mondiale della Germania, che poi aveva portato alla Repubblica di Weimar ed al cui meschino crollo aveva gettato la Germania nella fame più totale… ne uscì mediante al noto escamotage messo in atto da Hjalmar Schacht, ministro del tesoro di Hitler dal 1933 al 1938, alla fine dimessosi per contrasti operativi con Hitler… Viene il fondatissimo sospetto che questi contrasti e dissidi altro non provenissero se non dalla intenzione di Hitler di nazionalizzare l’emissione della moneta con tutte le caratteristiche in questa legge descritti… soprattutto esente da SIGNORAGGIO …cosa che a Schacht, ebreo, correligionario, collega ed affine della grande finanza anglo-americana della City e di Wall Street (per quanto di sentimenti certamente leali verso la Germania) non poteva tollerare.
Ma a Schacht probabilmente fino a che si trattava di rimettere in sesto l’economia a la vita sociale tedesca stava bene di coglionare, con il più o meno consapevole beneplacito di almeno parte della squadra degli usurai,… la cosa poteva essere accettabile ed infatti se ne occupava proprio lui… quando si fosse trattato, come si trattava,… di affrancarsi completamente dalla tirannia dell’usura… la cosa non andava bene… e guarda caso … un uomo rotto a tutte le esperienze come Schacht… ha un improvviso rigurgito di dignità e  da le dimissioni (accettate – da Hitler) e guarda caso… immediatamente Hitler assume su di sé il portafoglio del ministero del tesoro… e qualche mese dopo fa emanare la legge che adesso vedremo… e cacchio… Gran Bretagna, Francia e Stati uniti…. Che fino ad allora si erano fatti prudentemente i fatti loro (neppure facendo propaganda interventista)… se ne erano infatti strafottuti delle disgrazie dell’Austria e della Cecoslovacchia, …. improvvisamente però si risvegliano magicamente dal torpore del sonno eterno al suono della solita parolina….. “SIGNORAGGIO”… e…. istintivamente sentono l’imperiosa chiamata alla armi …. Ufficialmente per “morire per Danzica” …..Ma noi oggi sappiamo esattamente come sono andati i fatti…. Ed il motivo era il rischio che se il Terzo Reich fosse sopravvissuto abbastanza a lungo avrebbe distrutto l’incastellatura tanto pazientemente costruita in questi secoli di lavorio sotterraneo facendo conoscere al mondo la truffa del Signoraggio…. Però questo purtroppo non è successo .--- hanno vinto loro e hanno seppellito tutto sotto una coltre di stronzate…. Ora sono drammaticamente passati settant’anni e siamo vicini a ripetere di nuovo gli stessi errori……
Ecco perché esistiamo noi… per divulgare ai quattro venti il nostro urlo di disperata conoscenza che ancora non trapela dalle “secrete stanze” e per cui il “popolino” schiavo non sapendo non può correttamente decidere ed agire…. Lo vediamo in questi giorni di marasma politico… in cui la gente disperata sa per certo che la stanno prendendo per il culo… ma non sa cosa decidere per mancanza di informazioni fondate e certe. Io ed AlbaMediterranea… e tutti gli altri amici faremo tutto quanto di lecito in notro potere per divulgare quanto più possibile quello che è giusto e necessario che tutti correttamente conoscano.
Ed infatti a vera motivazione della fase più violenta dell’evoluzione della seconda guerra mondiale… è l’emanazione di questa legge
Ed ecco la traduzione dei primi sei articoli :
Il governo del Reich ha approvato la seguente legge, che viene così emanata :
I. Forma giuridica e Incombenze
(1) La Banca Tedesca del Reich fa capo direttamente al Führer e Cancelliere del Reich. (2) È persona giuridica di diritto pubblico con sede a Berlino. Può istituire delle filiali.
I compiti della Banca Tedesca del Reich derivano dalla sua posizione di banca d’emissione del Reich. Essa sola ha il diritto di emettere banconote. Deve inoltre regolamentare le transazioni e le operazioni finanziarie in Germania e all’estero. Deve anche provvedere alla utilizzazione dei mezzi economici disponibili dell’economia tedesca nel modo più appropriato per l’interesse collettivo e politico-economico.
II. Direzione e Amministrazione
(1) La Banca Tedesca del Reich è diretta e amministrata dal presidente e dagli altri componenti del comitato direttivo, secondo le disposizioni e con la supervisione del Führer e Cancelliere del Reich. (2) Nel comitato direttivo della Banca del Reich, è il presidente che prende le decisioni.
Il Führer e Cancelliere nomina il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo. Egli decide la durata del loro incarico. Gli stipendi, gli assegni di aspettativa, le pensioni e le pensioni di guerra del presidente della banca e degli altri componenti del comitato direttivo, vengono definiti da un contratto con la Banca Tedesca del Reich. II contratto necessita dell’approvazione del Führer e Cancelliere del Reich. Il Führer e Cancelliere del Reich può rimuovere il presidente della banca e gli altri componenti del comitato direttivo in qualsiasi momento, nel rispetto della salvaguardia dei diritti contrattuali.

 

TAV ALFANO POTEVANO UCCIDERE

Tav, Alfano: "Potevano uccidere"

"Fatti gravissimi, Stato non si ferma" 

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, condanna duramente l'assalto al cantiere Tav di Chiomonte, parlando di "fatti gravissimi ed esecrabili". "Lo Stato - ha scritto il vicepremier su Twitter - non si fa fermare da alcuni delinquenti che questa notte potevano uccidere". Un "grazie di cuore", ha concluso Alfano, alle forze dell'ordine e "alla magistratura per la forza con cui conduce i delicati accertamenti sulle vicende".

ILVA ARRESTATO GIOVANNI FONDO PRESIDENTE PROVINCIA

ILVA, ARRESTATO IL PRESIDENTE PROVINCIA DI TARANTO GIOVANNI FLORIDO 

Sono quattro gli arresti complessivi che la Guardia di Finanza ha eseguito per l’inchiesta “Ambiente Svenduto”, legata all’Ilva. Tra questi spicca il nome di Giovanni Florido, presidente della Provincia di Taranto, che è accusato di concussione in relazione alla gestione da parte dell’Ilva della discarica Mater Gratie.
Con Florido sono finiti in manette l’ex assessore provinciale di Taranto all’Ambiente, Michele Conserva, l’ex dirigente dell’Ilva, Girolamo Archinà, e l’ex segretario della Provincia di Taranto, Vincenzo Specchia, che però è ai domiciliari.
L’accusa di concussione è stata fatta anche per Conserva e Specchia, mentre per Archinà, detenuto già da novembre 2012, l’accusa è di concorso nel reato contestato ai pubblici ufficiali.
Nel dettaglio Florido e Conserva sono accusati di aver indotto, dal 2006 al 2011, dirigenti del settore ecologia e ambiente della Provincia di Taranto a rilasciare autorizzazioni per la discarica gestita dall’Ilva anche se non erano presenti i requisiti tecnico giudiziari.