VOTA ANTONIO....... LA TRIPPA ....

giovedì 30 maggio 2013

PD SI DIVIDE LA CAMERA BOCCIA RITORNO AL MATTARELLUM

Legge elettorale, Pd si divide. La Camera boccia ritorno al Mattarellum 

Respinta la mozione del deputato Pd Giachetti che aveva chiesto l'abolizione immediata del Porcellum con conseguente ritorno al sistema precedente. Al Senato è passata la mozione della maggioranza sulle riforme: entro giugno ddl su revisione della Costituzione
camera
ROMA - Sul fronte della riforma della legge elettorale, con 415 voti contrari e 139 voti a favore la Camera ha respinto ieri sera la mozione del deputato Pd renziano Roberto Giachetti che impegnava ad abrogare subito il Porcellum per tornare al Mattarellum. "L'unica modifica al sistema che possa coagulare in tempi brevi il consenso di un'ampia maggioranza parlamentare  - ha detto Giachetti - è il ritorno alla previgente disciplina, ovvero al cosiddetto Mattarellum". Ed è proprio attorno alla mozione presentata ieri alla Camera che è esploso lo scontro nel Partito democratico. La mozione Giachetti è stata colta come un fulmine a ciel sereno dalle parti del Nazareno, dopo che per tutta la giornata di martedì si era cercato di arrivare ad una quadra sulla mozione di maggioranza. Quadra faticosamente trovata con il risultato di escludere l'immediata modifica della legge elettorale, compresa la clausola di salvaguardia, per inserirla nel più ampio schema di revisione costituzionale. In più il sindaco di Firenze ha lanciato una sfida al premier Letta e ha difeso Giachetti, attaccando sull'urgenza della riforma elettorale. ''Prima di essere renziano è una persona seria - ha detto Renzi -, sulla legge elettorale ci ha messo la faccia. Oggi non si consumava il voto della vita ma ho la preoccupazione che governo e maggioranza rinviino troppo, facciano melina''. Parole che non fanno piacere al premier, determinatissimo a marciare verso l'approvazione delle riforme. 
FINOCCHIARO: "GIACCHETTI INTEMPESTIVO". Secondo Anna Finocchiaro, che pure nei giorni scorsi aveva depositato un disegno di legge per il ritorno al Mattarellum, l'azione di Giachetti è stata "intempestiva: non possiamo mettere a rischio il percorso con atti di prepotenza". Il problema principale, infatti, è che sul ritorno al sistema elettorale precedente al Porcellum, benché sia una opzione maggioritaria nel Pd, c'è stata fin da subito la netta opposizione del Pdl che invece predilige, come soluzione transitoria, l'apporto di poche modifiche alla legge attuale. Di qui la necessità di evitare forzature e la scelta di non entrare subito nel merito delle modifiche, anche per tutelare la tenuta del governo. Durante la giornata ci sono stati diversi tentativi di fare desistere il deputato del Pd. In primo luogo alcuni dei firmatari della mozione, tra cui il veltroniano Walter Verini e il franceschiniano Alessandro Bratti, hanno fatto mancare il loro appoggio. Durante l'assemblea del gruppo del Pd  il presidente dei deputati dem Roberto Speranza ha chiesto ufficialmente il ritiro della mozione dichiarando: "Il Pd non voterà a favore della mozione, parlare di ritorno al Mattarellum è prematuro".
RIFORME, PASSA LA MOZIONE DELLA MAGGIORANZA. Senato e Camera hanno approvato ieri la mozione di maggioranza sulle riforme costituzionali con 224 sì, 61 no e 4 astenuti. La mozione impegna il governo a presentare entro giugno un ddl costituzionale che preveda una procedura straordinaria per la riforma della Costituzione. "Il Senato - si legge nel 'dispositivo' della mozione - impegna il governo a presentare alle Camere, entro il mese di giugno 2013, un disegno di legge costituzionale, che in coerenza con le finalità e gli obiettivi indicati nelle premesse, preveda, per l'approvazione della riforma costituzionale, una procedura straordinaria rispetto a quella di cui all'articolo 138 della Costituzione, che tenda a agevolare il processo di riforma, favorendo un'ampia convergenza politica in Parlamento". "Il disegno di legge -si legge ancora - dovrà, altresì, prevedere adeguati meccanismi per un lavoro comune delle due Camere. In particolare, occorrerà prevedere: a) l'istituzione di un comitato, composto da 20 senatori e 20 deputati, nominati dai rispettivi Presidenti delle Camere, su designazione dei Gruppi parlamentari, tra i componenti delle Commissioni Affari Costituzionali, rispettivamente, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, in modo da garantire la presenza di ciascun gruppo parlamentare e di rispecchiare complessivamente la proporzione tra i gruppi tenendo conto della loro rappresentanza parlamentare e dei voti conseguiti alle elezioni politiche". Il comitato e' presieduto congiuntamente dai Presidenti delle stesse commissioni, "cui conferire poteri referenti per l'esame dei progetti di legge di revisione costituzionale dei Titoli I, II, III e V della Parte seconda della Costituzione, afferenti alla forma di Stato, alla forma di governo e all'assetto bicamerale del Parlamento, nonché, coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi elettorali".
"SCETTICI" 43 PARLAMENTARI DEL PD. Quarantatré parlamentari del Pd hanno sottoscritto un documento in cui esprimono "scetticismo intorno alla via di riforme costituzionali che il governo e la sua maggioranza hanno inteso intraprendere". Tra i firmatari anche Rosy Bindi, Laura Puppato, Giuseppe Civati, Antonio Boccuzzi, Walter Tocci, Vannino Chiti e Sandra Zampa. I parlamentari, "in merito alla mozione di maggioranza oggi in votazione a Camera e Senato relativa al processo di riforma costituzionale", hanno manifestato alcune "preoccupazioni". Scrivono i parlamentari: "La deroga alla procedura di revisione costituzionale rappresenta un oggettivo problema e un pericoloso precedente". E aggiungono che "è quanto meno discutibile che siano le Camere a chiedere al Governo di impegnarsi a varare un disegno di legge costituzionale che introduca una tale deroga su materia eminentemente parlamentare".

Nessun commento:

Posta un commento