VOTA ANTONIO....... LA TRIPPA ....

sabato 15 dicembre 2012

KILLER DELL'ASILO AUTISTICO






 Killer dell’asilo autistico, in "cura" con psicofarmaci? 


Neppure cinque mesi sono passati da quel triste luglio 2012, quando è avvenuta la strage al cinema Aurora in Colorado, in cui hanno perso la vita 12 persone. Ed eccoci all’ennesima strage di innocenti, forse una delle più gravi mai accadute negli Stati Uniti d’America, visto che ha interessato moltissimi bambini piccoli.
America, la grande terra libera, dove circolano appunto liberamente milioni di armi.
Un rapporto di qualche anno fa del Congressional Research Service, non lascia spazio a dubbi: nel 2007 c’erano 294 milioni di armi sono negli Stati Uniti! (1)
Questo massacro coincide stranamente con la vigilia dell'anniversario del secondo emendamento della Costituzione che garantisce il diritto a tutti di possedere armi. Un emendamento del 15 dicembre 1791.

Diritto di possedere armi
Come molti altri emendamenti, anche questo affonda le sue radici nelle occupazioni da parte dell'Impero britannico e spagnolo.(2) Il possesso di un'arma da parte delle milizie cittadine, durante gli anni delle grandi colonizzazioni europee, era l'unico strumento che gli americani avevano per difendere territori, case e famiglie. La norma costituzionale da sempre è stata oggetto di un'accesa discussione tra chi sostiene che faccia riferimento solo ad esercito e forze dell'ordine, e chi invece ritiene coinvolga anche i privati. Le corti hanno interpretato il suo significato in diversi casi giudiziari sin dal 1900, decretando, più di una volta che l'emendamento andava applicato solo in favore dei primi, cioè all’esercito.

In America oggi, chiunque può richiedere ed ottenere la licenza al possesso di armi (salvo alcune prescrizioni), anche se ogni Stato ha sue precise regole in merito.
Il terribile massacro nella scuola del Connecticut ripropone ancora una volta all'attenzione dell'opinione pubblica - spiega Maurizio Simoncelli, vice presidente di Archivio Disarmo - la questione del controllo della vendita delle armi sia negli Stati Uniti, sia nel mondo.
Le forti resistenze della "lobby delle armi" e gli interessi economici connessi hanno sempre impedito negli USA una legislazione più stringente ed attenta.(3)
Ma il punto non è solo questo.
La strage annunciata
L’accaduto lascia alcuni interrogativi, perché il quadro è ancora fresco e un po’ confuso.
In un primo momento il nome del killer che circolava era Ryan Lanza, 24 anni. Ora sappiamo che il colpevole invece è stato il fratello ventenne, Adam Lanza, che lo hanno trovato morto (suicidio o omicidio?) all’interno della scuola e aveva un suo documento d’identità in tasca.
Adam Lanza, armato fino ai denti, vestito tutto di nero, con tanto di giubbotto antiproiettile e 4 pistole ha sparato all'impazzata, almeno un centinaio di colpi fuori e dentro la scuola materna Sandy Hook di Newton.
Secondo le autorità, 26 persone, di cui 20 bambini tra i 5 e i 10 anni, sono stati uccisi. Risulta assassinata pure la madre di Adam.
Un funzionario della polizia ha dichiarato che il killer era armato anche con un fucile, ma questo non è ancora stato chiarito.
Infine ci sono testimoni oculari che hanno visto la polizia ammanettare un uomo, vestito in mimetica e condotto via. La giornalista Andrea McCarren sostiene che un secondo uomo si nascondeva fra gli alberi attorno alla scuola, e sarebbe stato catturato e portato via in manette mentre urlava di non avere nulla a che fare con la strage.
Non sappiamo al momento se il killer ha agito da solo o se era in compagnia…
Il killer era autistico
Nella maggior parte, per non dire la totalità, delle stragi compiute nel mondo, i giovani killer erano stati tutti psichiatrizzati in precedenza, erano cioè in “cura” con le potentissime droghe psicoattive, note come psicofarmaci, oppure le avevano dismesse in maniera scorretta.
Gli esempi di cronaca nera sono infiniti (vedere alla fine dell’articolo).
Secondo il MedWatch della F.D.A. (Food and Drug Administration, l’ente federale che controlla alimenti, farmaci e droghe), tra il 2004 e il 2011, ci sono stati solo negli Stati Uniti oltre 11.000 segnalazioni di effetti collaterali correlati a violenza indotta dai farmaci psichiatrici.
Di questi: 300 casi di omicidio, quasi 3000 di mania e oltre 7.000 di aggressione!
Per stessa ammissione della F.D.A., solo una percentuale irrisoria (che va dall’1 al 10%) degli effetti collaterali vengono segnalati ufficialmente, e questo fa crescere di almeno 10 volte il numero effettivo di effetti collaterali avversi indotti dalle droghe psichiatriche.
Anche in questa ultima ed ennesima strage, appare sulla scena il medesimo e onnipresente filo conduttore degli psicofarmaci.
Adam Lanza soffriva infatti di disturbi della personalità dello spettro autistico. Questo è quanto ha dichiarato alla polizia il fratello Ryan, che vive a Hoboken, in New Jersey, e che per la polizia non sarebbe coinvolto nel massacro.(4)
Le domande (retoriche) in merito a quello che è accaduto sono diverse: Adam Lanza era in cura da qualche psichiatra? Prendeva psicofarmaci per l’autismo? Sono state le droghe la causa del suo atteggiamento criminale?
Possiamo veramente pensare che un ragazzo di soli 20 anni, anche se autistico, prende 4 pistole, prima uccide la madre e poi si dirige a scuola assassinando a sangue freddo – stando a testimoni oculari – decine di bambini con delle vere e proprie esecuzioni? Era veramente cosciente e consapevole di quello che stava facendo, quando ha commesso queste nefandezze indicibili, oppure si trovava in una situazione di coscienza alterata, in preda ad allucinazioni e spinto a comportamenti aggressivi e violenti dalle droghe che dovevano curarlo?
Queste domande, ufficialmente forse rimarranno prive di risposta, ma stando ai seguenti casi, in cui TUTTI gli assassini erano sotto psicofarmaci, i dubbi non solo rimangono ma si rinforzano…
Conclusione
Si tratta, come giustamente criticano alcune associazioni che lottano contro l’assurdo numero di armi libere, di un problema di armi, o c’è dell’altro?
Chi scrive è assolutamente contrario al secondo emendamento, ma limitando la liberalizzazione delle armi si risolveranno questi crimini di massa? La risposta è purtroppo no!
Non si risolve il problema degli incendi dei boschi - come aveva intelligentemente proposto la mente illuminata di George Bush junior - tagliando tutti gli alberi.
Da una parte bisogna, non solo limitare, ma bloccare la produzione di armi, ma dall’altra, limitare anche gli spacciatori di droghe legali: psichiatri, neuropsichiatri e medici dal grilletto facile, che prescrivono droghe per normalissimi aspetti fisiologici e/o comportamentali della vita, come l’ansia sociale (timidezza), il disturbo disforico premestruale (gli svarioni ormonali prima e durante il ciclo mestruale), il bipolarismo pediatrico, le gambe irrequiete, leggere depressioni, attacchi di panico, bambini un po' agitati e moltissimi altri disturbi inventati di sana pianta dall’APA, l’Associazione degli Psichiatri Americani, una delle caste più potenti e influenti del mondo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Limitando e riducendo l’utilizzo assurdo e sconsiderato di questi pericolosissimi farmaci (se non in rarissimi casi, per brevissimo tempo e sotto la supervisione di un medico), si potrà avere un miglior controllo sugli eventi aggressivi e di violenza sociale, come le stragi di massa.
Ma forse questo per qualcuno non va bene…
Questa non è la ricetta per tutti i mali della nostra società, ma sicuramente potrebbe essere un buon inizio.
Qualche caso di violenza indotta da psicofarmaci.
La lista dei casi di stragi è lunghissima e ogni giorno se ne verifica una in qualche parte del globo.
Perché tale elenco? Per farci comprendere quanto è pericoloso per l’uomo e la società in generale, l’utilizzo sconsiderato e assurdo di droghe psicoattive nei bambini e ragazzi.
Invece di curare, andando a monte del problema, andando a cercare la vera causa del mal-essere, si cancellano i sintomi letteralmente drogando le persone.
Possiamo questa chiamarla cura?
- 8 marzo 2012, John Shick, ha sparato e ucciso 1 persona ferendone 6 all'interno dell'Istituto di psichiatra. Prendeva ben 9 antidepressivi.
- 12 ottobre 2012, Scott DeKraai, è entrato nel salone di bellezza ha ucciso la sua ex-moglie, assieme ad altre 7 persone. Era in “cura” con gli antidepressivi Trazodone e Topamax.
- 3 maggio 2009, Troy Bellar ha sparato e ucciso la moglie e 2 figli, prima di suicidarsi. Era in “cura” con Tegretol, un farmaco per il "disturbo bipolare"
- 26 aprile 2009, Fred Davis ha sparato e ucciso un poliziotto, ed era in “cura” con l’antipsicotico Geodon.
- 17 aprile 2009, Christopher Wood ha sparato e ucciso la moglie, 3 figli piccoli e se stesso. Stava prendendo Cymbalta, l’antidepressivo Paxil e gli ansiolitici Buspar e Xanax.
- 11 gennaio 2009, Jason Montes ha sparato e ucciso la moglie e stava prendendo l'antidepressivo Prozac.
- 14 agosto 2008, Timothy Johnson ha sparato e ucciso Bill Gwatney, la polizia ha trovato in casa l'antidepressivo Effexor.
- 14 febbraio 2008, Steven Kazmierczak ha sparato e ucciso 5 persone prima di uccidersi. Era stato in cura con Prozac, Xanax e Ambien.
- 5 dicembre 2007, Robert Hawkins ha ucciso 8 persone. Stava prendendo antidepressivi e i risultati dell’autopsia hanno confermato che era sotto l’influenza dell’ansiolitico Valium.
- 7 novembre 2007, Pekka-Eric Auvinen stava prendendo antidepressivi prima di uccidere 8 persone in Finlandia meridionale.
- 10 ottobre 2007, Asa Coon ha sparato in una scuola con una pistola ferendo 4 persone prima di togliersi la vita. I documenti del tribunale mostrano che usava l’antidepressivo Trazadone. - 21 marzo 2005, Jeff Weise era sotto l’influenza dell’antidepressivo Prozac quando ha ucciso 9 persone prima di suicidarsi.
- Febbraio 2004, Jon Romano ha aperto il fuoco con una pistola in una scuola. Stava prendendo “medicinali per la depressione”.
- 22 marzo 2001, Jason Hoffman era in cura con 2 antidepressivi, Effexor e Celexa, quando ha aperto il fuoco nella sua scuola superiore della California ferendo 5 ragazzi.
- 7 marzo 2000, Elizabeth Bush era sotto l’effetto del Prozac quando a sparato ai suoi compagni.
- 20 maggio 1999, T.J. Solomon era stato trattato con una combinazione di antidepressivi quando ha aperto il fuoco e ferito 6 dei suoi compagni di classe.
- 20 aprile 1999, Eric Harris era in cura con l’antidepressivo Luvox quando lui e Dylan Klebold hanno ucciso 12 compagni di classe prima di suicidarsi in uno dei più sanguinosi massacri scolastici (Columbine).
- 16 aprile 1999, Shawn Cooper ha sparato a scuola 2 caricatori e stava prendendo un mix di antidepressivi.
- 21 maggio 1998, Kip Kinkel ha assassinato i genitori poi è andato a scuola ed ha aperto il fuoco sugli studenti della caffetteria, ammazzandone 2. Kinkel stava prendendo Prozac.
- 8 luglio 2003, Doug Williams uccise 5 persone prima di uccidersi. Usava 2 antidepressivi, Zoloft e Celexa.
- 26 dicembre 2000, Michael McDermott ha ucciso 7 persone e stava prendendo 3 antidepressivi.

                                                                              

MARRONI IMPOSSIBILE SOSTEGNO


Maroni: «Impossibile sostegno
della Lega a Monti ma ad Alfano sì»

Sui rimborsi illegali emersi in Regione Lombardia: «Non ricandido chi ha sbagliato». E Berlusconi: «Votate i grandi partiti» 

Alla cena con Silvio Berlusconi «abbiamo indicato Alfano come uno dei possibili candidati su cui la Lega potrebbe starci». Lo ha detto il leader della Lega Roberto Maroni, nel corso della presentazione del libro di Bruno Vespa a Milano, confermando che invece «è impossibile uno sostegno alla premiership di Mario Monti. Non ho capito se Berlusconi candida se stesso, Monti o Alfano. Uno, nessuno, centomila. Speriamo che il Natale porti qualche illuminazione. Comunque per noi un limite invalicabile è la candidatura a premier di Monti».

RIMBORSI - Maroni poi sull'inchiesta relativa ai rimborsi dei consiglieri regionali della Lombardia è stato deciso: al di là dei risvolti penali «ho già avviato una verifica e tutti quei consiglieri che hanno violato il nostro codice di comportamento non saranno ricandidati, fossero anche tutti».
BOSSI - Su chi verrà candidato o ricandidato alle lezioni «voglio tenere conto delle valutazione dei militanti». Maroni ha risposto a Bruno Vespa che gli ha chiesto se sarà ricandidato Bossi. «Decideremo - ha aggiunto - i criteri nei prossimi giorni, tenendo conto della necessità di rinnovare e dare spazio a tanti giovani. Neanche il segretario (cioè Maroni stesso, ndr) ha la certezza di essere candidato». Una riunione per politiche e regionali si terrà il 7 o 8 gennaio.
L'APPELLO DI BERLUSCONI - Silvio Berlusconi in un intervento al tg 5 delle 20 ha invitato gli italiani a «concentrare il loro voto sui grandi partiti perchè i piccoli partiti non agiscono mai nell'interesse del Paese ma nell'interesse del loro piccolo leader. I moderati da sempre sono la maggioranza nel Paese. Sono i soli che possono garantire al Paese un futuro di benessere».


                                                                              

VATICANO IL CORAGGIO DELLA VERITà ?

              

      

Vaticano: il coraggio della verità, timorati nelle condanne 

Il Vaticano ha avuto il coraggio di ammettere gli abusi sessuali commessi dai Preti Violentatori Seriali sui BAMBINI SORDI !!!  all’Istituto Provolo di Verona. E’ il più grande scandalo di pedofilia nella Chiesa italiana: 67 ex allievi sordi hanno avuto il coraggio di denunciare per abusi 25 sacerdoti. Hanno avuto il coraggio della verità, non hanno nascosto i loro nomi, molti nemmeno il loro volto. A viso aperto per bisogno di verità e di giustizia. E hanno vinto.
Tuttavia la svolta nella Chiesa non è di poco conto. Segna una cesura rispetto al passato. Nella politica del Vaticano è, infatti, un vero e proprio strappo rispetto al passato e al predecessore di Papa Ratzinger. Paolo Giovanni II era molto più propenso a coprire gli atti criminali dei preti pedofili. La svolta è chiara, ma porta con sé più di un neo. Nell’ammettere le colpe, la Congregazione della fede non ha voluto prendere provvedimenti secondo giustizia contro i colpevoli. Nessuno è stato spretato, nessuno viene cacciato dalla Chiesa, solo insignificanti pene, come abolire i contatti con bambini o attenta sorveglianza da parte della Curia di Verona. Che è bene ricordare: inizialmente ha coperto questi preti. Oppure si è evitata anche la semplice censura perché è vecchio e malato. E’ pur vero che la giustizia non ammette vendette, ma una giusta pena sì.
A quei bambini sordi, spesso abbandonati dalle famiglie in un’Italia ancora contadina, appena uscita dalla guerra, dove sfamare una bocca in più diventava un enorme sacrificio, si è tolta l’infanzia e, molto più spesso, il futuro di una vita normale. Come chiedevano semplicemente. In quell’Istituto di carità veronese loro cercavano un futuro, hanno invece trovato le violenze più torbide. Quasi tutti, a distanza di anni, portano dentro di loro i segni degli abusi di quegli anni. Alcuni convivono con quel trauma, altri non ce l’hanno fatta, nessuno ha dimenticato. Quei preti non hanno avuto clemenza di quei bambini, il Vaticano ne ha avuto in abbondanza con coloro che hanno insudiciato l’abito talare. E non è ancora in grado di comminare la giusta pena. 

Verona, marcia per non dimenticare gli abusi dei preti pedofili “Vescovo si dimetta”

A Trento quattro uomini hanno trovato la forza dopo trent'anni di raccontare gli abusi che sono stati costretti a subire nell'Istituto per sordi "de Tschiderer" da parte degli uomini di chiesa che li avevano in custodia. Mentre nel capoluogo veneto, decine di manifestanti sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni del responsabile della diocesi cittadina, che non ha mai fatto nulla contro i sacerdoti molestatori

Un’altra pagina nera della pedofilia nella Chiesa. Il nuovo caso emerge dal passato di quattro trentini, ora cinquantenni, che hanno denunciato gli abusi sessuali all’Istituto per sordi de Tschiderer di Trento, fra gli anni Sessanta e Settanta. Le loro storie riemergono dai cupi tormenti di quegli anni e l’accusa è stata sottoscritta con nomi e cognomi. I reati sono cancellati dal tempo, tuttavia si portano dentro il dramma di quegli anni. In quell’istituto che avrebbe dovuto rappresentare il loro inserimento nella vita sociale e il loro futuro, intitolato al beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.
Che qualcosa di strano succedesse in quell’istituto dietro la Curia trentina lo sapevano in molti. “C’era un andirivieni di soldati dall’ufficio del direttore, don L.D., a volte anche cinque o sei per volta e stavano dentro per ore”. Non sono solo i ragazzi che ricordano quegli episodi, pure le persone che lavoravano lì lo confermano. La caserma era poco distante e i militari, tutti ventenni, venivano in divisa e prima di uscire dall’istituto ricevevano un compenso. Sarebbe stata anche presentata una denuncia al Tribunale di Trento per i comportamenti del direttore, forse da un militare, ricorda un sordo, che ha preso visione del fascicolo processuale. La Procura di Trento avrebbe infatti condotto le indagini, ma non avrebbe riscontrato reati e la denuncia fu poi archiviata. Ma non era solo il direttore che molestava i ragazzini. Flavio ricorda: “Ho frequentato l’istituto sordomuti di Trento dal 1966 al 1973. Il pomeriggio, durante la scuola, don A.S. mi toccava il culo, tutto il corpo a me e al mio compagno. Quasi tutti i giorni, io avevo sei anni”. I racconti sono abbastanza simili: abusi e violenze di vario genere da tre preti su circa cinque presenti in quegli anni, tra il ’60 e ’70. Allora l’istituto trentino era frequentato da circa 40 ragazzi, c’erano poi quattro assistenti, cinque preti, un maestro e una maestra. I ragazzini erano spesso figli di gente povera e per loro avere un figlio sordo era un ulteriore aggravio di una vita già difficile. L’istituto rappresentava per queste famiglie la speranza che il loro figlio riuscisse a imparare a farsi capire e a trovare un lavoro. Era quello che desiderava la famiglia di Sergio, diventato sordo a tre anni: “Io avevo quattro anni la prima volta che entrai all’istituto. Le difficoltà erano enormi e fra noi bambini cercavamo di farci capire con le mani, con i segni”. Ma anche per lui arriva l’orco: “In prima elementare don A.S. mi toccava il pisello. Tutti i giorni, anche quando facevo la doccia, ogni sabato, don G.B. veniva da me e da altri bambini. Questo è successo fino agli otto anni. Ho visto spesso i militari andare nell’ufficio del direttore. Sono uscito dall’istituto nel 1979 e ho avuto problemi psicologici e difficoltà di rapporti con le donne. Il mio primo rapporto è stato a 23 anni con una prostituta”.
I ragazzini dormivano nell’istituto e nelle loro camere arrivavano di notte alcuni preti, che s’infilavano fra le lenzuola. Anche nel letto di Renzo: “Don L.D. è venuto nel mio letto, mi sono spaventato e non sono più riuscito a dormire”. Tolta la tonaca, i preti a volte accontentavano le loro perverse voglie con palpeggiamenti, ma a volte non si fermavano. Non c’erano luoghi sacri da rispettare. Paolo racconta quello che gli succedeva durante la confessione. “Dopo tre o quattro anni ho preso la Prima Comunione e sono andato a confessarmi da don A.S., mi sono inginocchiato e lui è venuto quasi sopra di me. Io recitavo le preghiere e lui mi toccava e pretendeva che lo toccassi e gli facessi altre cose. È successo ogni settimana, quando andavo a confessarmi, per tre anni”. Uomini che ora, a distanza di molti anni e dopo lunghe sofferenze, hanno trovato il coraggio di ritrovarsi e raccontare gli abusi subiti in un istituto che pensavano fosse la loro speranza e la loro salvezza. E a Verona ieri hanno marciato in centinaia contro gli abusi sessuali su ragazzini sordi all’istituto Provolo, accaduti circa trent’anni fa. Slogan e manifesti, soprattutto contro il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, che finora non ha fatto nulla contro i preti colpevoli degli abusi, benché la commissione presieduta dall’ex magistrato Mario Sannite abbia accertato le violenze e i preti abbiano confessato. Nel corteo anche gli onorevoli Maurizio Turco e Maria Antonietta Coscioni che presenteranno due iniziative: la richiesta al Parlamento di istituire una commissione d’inchiesta sugli abusi nella Chiesa e alla Cei di promuovere una commissione indipendente per l’apertura degli archivi diocesani, com’è accaduto negli Stati Uniti, in Irlanda e in Belgio.