VOTA ANTONIO....... LA TRIPPA ....

domenica 19 agosto 2012

ITALIA:FALLITA ?

                                                                                                                                                 
DA *MARINAIO* su Twitter  @diversamenteabi
                                                                   

SE CROLLA IL PAESE NON E' COLPA DELLA TRILATERALE                                                        



Date le attuali condizioni, pare decisamente realistico definire l’Italia un “paese in via di sottosviluppo”. Non serve certo che sia io a riportare la sequela di dati ed informazioni che, più o meno quotidianamente, possiamo leggere su giornali vari, questo in particolare, in Rete e – di tanto in tanto – ascoltare anche in tv. Ciò che è innegabile è che siamo in piena recessione economica, che anche per chi non è avvezzo alle teorie degli economisti di “Scuola Austriaca” non è un bel vedere.
Ci sono alcuni indicatori che la storia economica mondiale ci ha tramandato nel tempo, ma che pochi studiosi del regime hanno seriamente approfondito. Uno degli emeriti intellettuali che, invece, ce lo ha segnalato è Charles Adams, che in questo paese è stato tradotto da “Liberilibri”, glorioso editore di libri libertari. Nel libro “For Good and Evil”, Adams mostra al lettore un sacco di evidenze – tutte conseguenza degli eccessi della tassazione – che spiegano perché gli Imperi, i Regni e i Governi – oggi possiamo aggiungere le Democrazie – son miseramente caduti. Tra queste, ci sono alcuni fenomeni sociali che stiamo rivivendo:
1) Un paese non ha futuro quando scappano i capitali;
2) Un paese non ha futuro quando non ci investono gli stranieri;
3) Un paese non ha futuro quando fuggono le menti migliori;
4) Un paese non ha futuro quando prendono il largo anche gli imprenditori, ovvero gli unici produttori di ricchezza che la società conosca;
5) Un paese non ha futuro quando l’emigrazione comincia a trasformarsi in un fenomeno di massa.
Senza che sia necessario essere direttori del Censis o di Demoskopea, la casistica di cui sopra è ormai una realtà, triste, che attanaglia la penisola italiana. Per la cronaca, appena riesco me ne vado oltrefrontiera per scandagliare qualche opportunità interessante per ripensare il futuro, non tanto mio, ma di mio figlio. Giusto per riprendere una domanda che mi sento spesso rivolgere – per chiunque abbia un minimo di amor proprio – è doveroso chiedersi: che fare se l’Italia crolla?
Intanto, era necessario cominciare a predisporsi – con buone letture – a capire che lo Stato non è mai la soluzione, ma il problema. Trovarsi di colpo sotto le macerie non è il massimo della vita. Frédéric Bastiat, troppo poco letto e per nulla insegnato nei diplomifici nostrani, sosteneva: “Di fatto lo Stato non è rimasto disattento. Ha due mani, una per ricevere, l’altra per dare, o come si dice, la mano rude e la mano dolce. L’attività della seconda è necessariamente subordinata all’attività della prima. A rigore, lo Stato potrebbe prendere e non rendere. Ciò si è ben visto, e si spiega con la natura porosa e assorbente delle sue mani, che trattengono sempre una parte e talora tutto quello che toccano. Ma quello che non si è mai visto, che non si vedrà mai e neppure si riesce a concepire, è che lo Stato renda al pubblico più di ciò che abbia preso (in realtà per un po’ lo si è visto, facendo dei debiti)”.
Chi ha avuto il buongusto di frequentare quegli autori coerentemente liberali, di cui Bastiat è un mirabile esempio, sa bene che la “crisi” che è cominciata nell’ormai lontano 2008 non è figlia del “turbo-capitalismo” o del “neo-liberismo”, ma dell’eccessivo statalismo, dell’interventismo più bieco e immorale, dell’indebitamento il cui termine è sine die e – non ultimo – del monetarismo farlocco di chi ha sempre pensato che le banche centrali fossero una panacea. Non v’è dubbio alcuno che ognuno di noi, in quanto individuo, non può che sentirsi quasi impotente di fronte ad un sistema che non ammette, da almeno 20 anni, alternative politiche serie e liberali. L’indipendentismo poi – diciamocelo fuor di metafora – è naufragato nell’ignominioso leghismo di Bossi prima e di Maroni oggi (che continuano il loro gioco delle parti). I nuovi secessionisti non hanno ancora trovato una quadra purtroppo. Ciononostante, ciascuno di noi ha potuto far uso di qualche strumento per difendersi legittimamente dalla violenza quotidiana perpetrata dal Leviatano, partendo col rispetto di quello che ho avuto modo di chiamare a suo tempo “il decalogo dell’Individuo libero”:
1)      L’individuo libero non cercherà mai il consenso della massa;
2)      L’individuo libero vivrà esclusivamente per la sua opera;
3)      L’individuo libero non aggredirà mai la proprietà di un altro individuo;
4)      L’individuo libero avrà il diritto di stare con chi più gli aggrada;
5)      L’individuo libero sarà obbligato solo in forza di un contratto con altri individui (quindi lo scambio avviene solo mediante contratto);
6)      L’individuo libero difenderà legittimamente il frutto del proprio lavoro;
7)      L’individuo libero difenderà legittimamente la propria vita;
8)      L’individuo libero crede nel buon senso, nella consuetudine e nella common law;
9)      L’individuo libero vivrà pacificamente ignorando lo Stato;
10)    L’individuo libero è intollerante con gli intolleranti.
Coloro che hanno rispettato questi dieci suggerimenti non escludo abbiano già deciso di trasferire la loro residenza altrove.  Altri, invece, ne hanno fatto buon uso per resistere all’arbitrarietà e alle prevaricazioni dei governi (evadere il fisco è sempre un dovere morale, soprattutto da quando s’è insediato Mario Monti) e – se particolarmente avveduti – hanno risparmiato da tempo in oro, argento o altri metalli preziosi, anziché lasciare i propri denari su qualche conto corrente bankitaliano. Tra le persone di buon senso, vige una regola: “La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro”. Lo Stato non è avvezzo a rispettare certe regole, ragion per cui siamo nelle condizioni disperate in cui ci hanno cacciato, non senza – per dirla col grande V – che qualche bontempone liberale sia scevro di colpe.
Per questo motivo – e chiudo – una cosa deve essere chiara a tutti: se l’Italia crolla non è solo colpa di Sansone, ma anche di tutti i Filistei, i quali da bravi e devoti ominicchi, piglianculo e quaquaraquà hanno votato Sansone per anni e hanno succhiato dalla sua tetta! Lasciate stare le trilaterali varie!!!!!!

                                                                 

FISCO GERMAINA SVIZZERA IN ASIA

                                                                                                                             
E QUESTA FOTO LA DEDICO A CHI TRASFERISCE I CAPITALI ALL'ESTERO
DA°marinaio @diversamenteabi su twitter  
                                                     
                                                                       



Fisco, guerra Germania-Svizzera: i capitali dei tedeschi “volano” in Asia    

germania svizzera Fisco, guerra Germania Svizzera: i capitali dei tedeschi “volano” in AsiaMentre il Governo italiano stringe i tempi per un accordo sui capitali illecitamente trasferiti dal Belpaese alla Svizzera, un altro accordo inizia visibilmente a scricchiolare. Quello tra Berna e Berlino, che entrera’ in vigore a partire dal prossimo anno. Un tempo sufficiente – e’ l’accusa tedesca – per consentire alle banche elvetiche di consigliare i propri clienti tedeschi oggi, e forse quelli italiani domani, a trasferire i propri fondi verso lidi piu’ tranquilli. In Asia, ad esempio. O magari nel Lichtentein tanto per cominciare. Il dubbio e’ anche un altro: in forza dell’accordo i contribuenti tedeschi ‘infedeli’ si troveranno a sanare, nell’anonimato, la loro situazione fiscale pagando decisamente meno (circa il 26%) di quanto pagano gli onesti. Per questo alcune regioni stanno continuando comunque a raccogliere dati sugli esportatori di valuta.
L’accusa alla Svizzera arriva oggi dal governatore della Nord Renania-Vestfalia, Hannelore Kraft. E viene rafforzata dal ministro delle Finanze della Sassonia, Jens Bullerjahn (”l’accordo e’ di fatto morto”). Le banche svizzere, accusa Kraft, stanno suggerendo ai clienti come trasferire contante dai forzieri elvetici a quelli asiatici, prima che l’accordo sulla tassazione dei conti ‘neri’ entri in vigore. Per questo motivo, assicura Kraft, la Regione del nord della Germania, continuera’ ad acquistare dati su persone sospettate di nascondere fondi in Svizzera. ”L’acquisto di questi dati – spiega – e’ legale. E’ stato autorizzato dalle piu’ alte autorita’ legali e quindi continueremo a farlo”. Quest’anno tra i due paesi e’ stato siglato un accordo che dovrebbe entrare in vigore dal gennaio 2013, sebbene manchi ancora la ratifica di entrambi i parlamenti. In base all’intesa, i cittadini tedeschi con asset parcheggiati in Svizzera pagherebbero una tassazione del 26,4% sui propri fondi. Kraft, una socialdemocratica all’opposizione, in un’intervista a Bild, ribadisce la sua contrarieta’: ”non siamo contrari ad un accordo fiscale di principio. Siamo contrari a questo accordo, perche’ c’e’ una questione fondamentale di uguaglianza. Quando entrera’ in vigore, i cittadini disonesti tedeschi rimarranno anonimi, pagheranno meno di un contribuente onesto e si ritroveranno i loro redditi non denunciati completamente ripuliti”.
Un dubbio questo che circola anche nel governo italiano: il governo – spiegava a febbraio Mario Monti – ”sta valutando” l’azione per l’attacco alla grande evasione nei paradisi fiscali e in Svizzera. Ma – sottolineava – ”dobbiamo fare attenzione perche’ quello che puo’ sembrare un attacco puo’ essere in realta’ un condono”. Proprio lo spesso dubbio di Kraft. Ma l’istruttoria per un accordo Roma-Berna va avanti e il premier proprio due giorni fa ne ha parlato con la diretta interessata, il Presidente della Confederazione svizzera Eveline Widmer-Schlumpf.............

LETTERA CON EQUITALIA

    QUESTA FOTO LA DEDICO A EQUITALIA DA PARTE DI *marinaio* @diversamenteabi su twteer                    
                                                                                                                               


LETTERA DI TENTATIVO DI ACCOMODAMENTO STRAGIUDIZIALE CON EQUITALIA... CON PRAVVERTIMENTO DI ADIRE AL TRIBUNALE PENALE 


Roma, xx agosto 2012

Spett.le Equitalia S.p.a.
Lungotevere Flaminio 18
00196  Roma


Rif : xxxxyyyyyzzzzzzz

Oggetto : SOLLECITO DI PAGAMENTO INVIATO A MEZZO POSTA ORDINARIA.

All’attenzione dell’ufficio contenzioso


Una recente sentenza del 26 giugno 2012 per l’ennesimo volta ha dimostrato la insostenibilità e la conseguente  nullità delle cartelle esattoriali e delle multe che Equitalia invia a mezzo posta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

La Commissione  Tributaria Provinciale di Milano n.75/26/11 per di più è giunta a stabilire che l’iscrizione ipotecaria è illegittima se Equitalia non dimostra la corretta notifica di tutte le cartelle esattoriali per cui procede, infatti tale prova, come ben sapete, si ottiene solo con l’esibizione in giudizio, delle copie delle cartelle insieme alle rispettive relate di notifica da parte del concessionario della riscossione.

La citata sentenza sottolinea che se il contribuente eccepisce la mancata notifica delle cartelle, l’onere di produrre gli atti precedenti l’iscrizione ipotecaria, ossia le cartelle esattoriali e le relative relate ricade sul concessionario

Infatti la ricevuta della raccomandata prova solo la ricezione di “un atto” … non prova assolutamente il contenuto dell’atto stesso.
Da qui la sentenza succitata che rinnova il costante orientamento …. con la seguente giurisprudenza, ecco una minima parte fra innumerevoli esempi :
-          sentenza n.82/21/09  della Commissione Tributaria Provinciale di Roma;
-          sentenza n. 40/01/10  della Commissione Tributaria Provinciale di Parma;
-          sentenza n.559/10 del Giudice di Pace di Campi Salentina;
-          sentenza n.133/2012 della Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso;
-          sentenza n.4486 del Giudice di Pace di Genova .

In particolare la sentenza n.133/2012 depositata lo scorso 11 giugno 2012 dalla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso afferma la totale nullità della cartella di pagamento notificata a mezzo posta, ed anche il Giudice di Pace di Genova nella citata sentenza n.4486 del 26 giugno 2012 ha stabilito la nullità delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia via posta … questo in ossequio al dettato dell’art.26, comma 1, del D.P.R. 602/1973 che impone al concessionario di avvalersi del messo comunale o ufficiale giudiziario.

E avvalersi di altri collaboratori travisa l’essenza della citata norma… in quanto il destinatario non può compiutamente far valere i suoi diritti non avendo fisicamente copia degli atti e quindi dei fatti che gli si contestano ad esempio…. :

1) non basta che come all’art. 3 del D.L: 242 del 01/10/2008 : < Salve le disposizioni previste per gli atti giudiziari di cui all’art.2, lettera E, l’invio rifiutato è restituito al mittente, accompagnato da conforme attestazione del destinatario o del soggetto abilitato. In mancanza, tale attestazione è fornita dall’addetto alla distribuzione, quale incaricato di pubblico servizio> (ma questo non è funzione bastevole).
2) Infatti il “normale” procedimento di notifica postale pure se prova la ricezione di “un atto” da parte del destinatario… questo non prova assolutamente il contenuto dell’atto stesso. Come sarebbe inconfutabile se la cartella esattoriale e l’atto contenuto fosse consegnata di persona dall’ufficiale giudiziario al destinatario, così si avrebbe certezza del fatto.
3) Occorre certezza del documento… e con questa procedura è impossibile. Da qui l’atto NULLO.
In relazione al vostro inqualificabile comportamento rammento solo alcuni spunti che forse sarebbe opportuno che richiamaste alla memoria …..

Legge 241/90 sulla "trasparenza" nelle pubbliche amministrazioni:

PRINCIPI
Art. 3
3         Se le ragioni della decisione risultano da altro atto dell' amministrazione richiamato dalla decisione stessa, insieme alla comunicazione di quest' ultima deve essere indicato e reso disponibile, a norma della presente legge, anche l' atto cui essa si richiama.

PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO
Art. 7.
  1. Ove non sussistano ragioni di impedimento derivanti da particolari esigenze di celerità del procedimento, l' avvio del procedimento stesso è comunicato, con le modalità previste dall' articolo 8, ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti e a quelli che per legge debbono intervenirvi. Ove parimenti non sussistano le ragioni di impedimento predette, qualora da un provvedimento possa derivare un pregiudizio a soggetti individuati o facilmente individuabili, diversi dai suoi diretti destinatari, l' amministrazione è tenuta a fornire loro, con le stesse modalità , notizia dell' inizio del procedimento.

Art. 8.
  1. 1. L' amministrazione provvede a dare notizia dell' avvio del procedimento mediante comunicazione personale.
  2. Nella comunicazione debbono essere indicati:
a)       l' amministrazione competente;
b)       l' oggetto del procedimento promosso;
c)       l' ufficio e la persona responsabile del procedimento;
d)       l' ufficio in cui si può prendere visione degli atti.
  1. Qualora per il numero dei destinatari la comunicazione personale non sia possibile o risulti particolarmente gravosa, l' amministrazione provvede a rendere noti gli elementi di cui al comma
  2. mediante forme di pubblicità idonee di volta in volta stabilite dall' amministrazione medesima.
  3. L' ommissione di taluna delle comunicazioni prescritte può esser fatta valere solo dal soggetto nel cui interesse la comunicazione è prevista.

ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI
Art. 22.
  1. Al fine di assicurare la trasparenza dell' attività amministrativa e di favorirne lo svolgimento imparziale è riconosciuto a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti il diritto di accesso ai documenti amministrativi, secondo le modalità stabilite dalla presente legge.

Art. 23.
  1. Il diritto di accesso di cui all' articolo 22 si esercita nei confronti delle amministrazioni dello Stato, ivi compresi le aziende autonome, gli enti pubblici e i concessionari di pubblici servizi.

Tutto questo, se ancora ce ne fosse bisogno, corroborato e suffragato anche del Codice di Procedura Civile dall’art.136 e successivi, in particolare come specificato e previsto dall’art. 149, comma 2. Tutte e norme disposizioni di legge che voi avete totalmente eluso, disatteso, violato….

Con quanto fin qui premesso, chiudo dichiarando la mia chiara e ferma intenzione di tentare una definizione bonaria della contesa richiedendo a voi la dichiarazione di nullità sulle pretese da voi vantate… qualora ciò non fosse da voi accolto, vi preannuncio la mia intenzione di adire le vie legali per la tutela dei miei giusti interessi e diritti.

Distinti Saluti............