Il Punto della Situazione: la Grande Menzogna del Potere
E’ diventato difficile in Italia, dagli ultimi 
giorni del 2011 ad oggi, rendersi conto del passare del tempo, cercare 
di padroneggiarlo rievocando gli avvenimenti e tentare di fare il punto della situazione.
 In realtà si è trattato di un tempo-non tempo, affondato per i 
cittadini in una specie di limbo, immobile ed oscuro, di cui non si sa 
nulla perché non è stato mai sperimentato in precedenza e dal quale 
quindi si aspetta che siano gli esperti, i politici a traghettarci, 
nella nostra veste di “ombre”, verso la luce.
Ma i politici sanno bene 
che questa strada non esiste perché l’unica possibile comporterebbe 
rimettere in questione l’unione europea, cosa che nessuno vuole fare e neanche osa porre di fronte a sé. Ripetono, perciò, che si vede la luce in fondo al tunnel
 ma è il tunnel che non è per nulla un tunnel, ossia un corridoio da 
percorrere per raggiungere una meta: è invece la situazione, è la 
realtà.
Anche se è vero che la crisi economica è drammatica, lo stato di atonia nel quale si trovano i popoli non nasce dai debiti che è impossibile ripianare,
 così come non ne nascono gli atti estremi di chi uccide i propri figli 
prima di suicidarsi, o si getta da un ponte perché senza speranza di 
trovare lavoro: questi sono atti che ne rappresentano semmai 
un’assoluta, finale negazione. Ci si uccide perché appunto il tunnel non
 è un tunnel; perché la situazione è immobile e senza senso. La crisi è 
veramente crisi della politica, ossia dell’unico sistema abilitato ad 
agire nelle democrazie. Le rovine che hanno travolto nel crollo i popoli
 d’Europa, sono le rovine delle imprese condotte dai politici, delle 
loro idee prima ancora che della loro realizzazione.
Non è possibile neanche rendersi conto di che cosa significhi affermare, come tutti affermano, che c’è la crisi della politica, la sfiducia nella politica, in un’Europa che aveva affidato tutto alla politica. Tutto, ossia “troppo”.
Infatti i politici hanno costruito l’unificazione europea,
 e in prospettiva l’unificazione del mondo, più come sogno, come 
immagine ideale, che come realtà, tanto da non averne chiamato quasi per
 nulla i popoli a prenderne atto e a ratificarla. Tutto è stato fatto senza i popoli,
 con l’inganno, la finzione, la menzogna, ed è soprattutto per questo 
che adesso, come si vede chiaramente in Grecia, in Spagna, in Italia, i politici si ritrovano soli davanti alle rovine, così come si ritrovano soli i popoli.
Una solitudine tanto più spaventosa perché si tratta di riempire con 
una fiducia che non c’è, l’inganno dei tanti inni cantati 
nell’esaltazione della democrazia. Due solitudini, quindi, che se ne 
stanno una di fronte all’altra, che non possono unirsi, sommarsi, 
confortarsi, affrontare insieme la realtà.
La disperazione nasce dal non-senso. È il non-senso, la mancanza di 
logica in ciò che viene prospettato come via d’uscita dai governanti, 
dai politici, dai sindacalisti che induce alla morte. Di fronte ad una 
situazione come quella odierna in cui i popoli sono spinti dai loro 
leader ad agire contro se stessi, contro la logica cui è stata affidata 
fino ad oggi la sopravvivenza della specie, quella che provvede sempre 
prima al domani che all’oggi, le reazioni possibili sono quelle cui 
assistiamo:
aderire passivamente, lasciandosi condurre come ciechi verso la catastrofe, oppure darsi la morte, dandola prima ai propri figli perché laddove non c’è futuro non ci sono neanche figli.
Nelle manifestazioni che si sono svolte ieri, in apparenza contro il governo, nessuno ha pronunciato la parola “Europa”,
 nessuno ha indicato nell’Euro, in una moneta artificiale che 
appartiene, arricchendoli ogni giorno con i nostri debiti, a ricchi 
banchieri e a ricchissimi monarchi, la causa principale della crisi.
Dov’era Rodotà, dov’era Cofferati, dov’era Landini quando è stato firmato il trattato di Maastricht?
E dov’erano Napolitano, Berlusconi, Enrico Letta, quando è
 stato tolto agli italiani il proprio Stato, togliendogli 
l’indipendenza, la libertà, la sovranità?
Mentono tutti, dunque, volutamente e 
consapevolmente, quando si rallegrano del rinvio del pagamento di una 
tassa o prospettano la possibilità di una ripresa del mercato, così come
 mentono coloro che in piazza promettono ai disoccupati chissà quale 
rivoluzione, sapendo che stiamo ormai consumando noi stessi, simili a 
quegli animali che, chiusi in una gabbia troppo stretta, finiscono col 
divorare i propri arti.
Il silenzio sulle catene dell’unione europea, che hanno soffocato 
l’Italia fino a stritolarla, parla di ciò che appare ancora incredibile 
alla maggior parte degli italiani:
dell’immensa capacità di menzogna e di tradimento di coloro che stanno al governo  tanto quanto dell’immensa capacità di menzogna e di tradimento di coloro che arringano in piazza i disoccupati.
Non possiamo fidarci di nessuno di
 quelli che possiedono anche una minima briciola di potere. Questa è 
l’unica sicurezza che abbiamo e dalla quale dobbiamo partire se 
vogliamo, come vogliamo e dobbiamo, ancora tentare di salvare l’Italia e
 di recuperare la libertà. 
 

 






