IL GIORNALE D’ITALIA, DAL TRITACARNE AL PARADISO: L’ODISSEA DI AMBROGIO CRESPI
In un’intervista rilasciata ad Il Giornale d’Italia Ambrogio Crespi,
racconta quello che ha vissuto negli ultimi sette mesi della sua vita,
trascorsi nella casa circondariale di Opera ed inizia a guardare al
futuro con grande speranza e voglia di vivere.
L’intervista inizia con i ricordi di quel 10 ottobre, quando alle 4.50 del mattino
hanno suonato alla porta di casa “ ho letto l’ordine di carcerazione ho
capito che la mia vita si sarebbe interrotta e non sapevo quando sarei
potuto tornare alla mia esistenza che stava per entrare in un
tritacarne. Soprattutto perché sapevo che le accuse per cui mi stavano
arrestando erano totalmente infondate. Per un colpevole ci sono tanti
modi per uscire dal carcere per un innocente molti meno.”
Ambrogio Crespi però ha già il pensiero rivolto al futuro ”
Ho la mente piena di ricordi, oggi però preferisco pensare alla gioia
di quando sono uscito e non a quando sono entrato. Ma nulla sarà
dimenticato perché tutto verrà raccontato in un libro a cui sto già
lavorando. Prima di tutto mia moglie Helene e mio figlio Luca, fino alla
sazietà. Sto facendo un giro per ringraziare tutte le persone che mi
hanno sostenuto. Poi riposo e dopodiché riprenderò in mano la mia vita.”
Nel corso dell’intervista un pensiero va a chi gli è stato vicino in questi mesi non facendolo mai sentire solo:
“Oltre all’amore della mia famiglia, uno dei lati positivi di
quest’esperienza è quello che è avvenuto fuori dal carcere: le
manifestazioni pubbliche, la solidarietà, l’amore e la vicinanza di
tante persone, le migliaia di lettere che mi hanno dato la sensazione di
non essere mai solo. Quanto è importante quando sei chiuso in quattro
passi sentire voci come quella di Francesco Storace
che dicono “Io sto con Ambrogio, io credo nella sua innocenza.” In un
luogo dove non è difficile morire ma è difficile vivere, Francesco mi ha
aiutato a respirare mantenendo accesa la mia speranza.”
Una riflessione particolare durante l’intervista Ambrogio Crespi la fa sul tema della carcerazione preventiva:
“in questo momento ci sono in carcere 12.000 persone che nei prossimi
mesi verranno liberate perché innocenti. Al momento nelle carceri
italiane sono 24.000 le persone detenute in regime di custodia cautelare
e statisticamente la metà risulta innocente, questa è un’emergenza di
cui la politica si deve occupare.
FINALMENTE !!! UN AUGURIO DA MARINE' BASTA CASTA ITALIA
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