Crisi, imprese: “Senza crescita 650mila posti in meno. Ripresa? Almeno 10 anni”
ROMA – Senza crescita moriremo di disoccupazione: a rischio ci sono altri 650 mila posti
di lavoro. A lanciare l’allarme è Rete Imprese Italia che in occasione
dell’assemblea annuale fornisce i dati sullo stato della crisi. “La
crisi sta cancellando la parte più vitale del nostro sistema produttivo:
nel 2013, 26,6 miliardi in meno di Pil, 22,8 miliardi in meno di consumi, 249 mila chiusure della attività commerciali e dell’artigianato”.
“Tra il 2007 e il 2013 – sottolinea l’organizzazione – il nostro paese avrà perso 121 miliardi di euro di Pil:
un abisso”. Secondo una ricerca Cer-Rete Imprese, “la recessione che
stiamo vivendo è diventata più profonda e lunga di quelle del secolo
scorso, avendo superato anche il drammatico episodio degli anni Trenta.
Allora furono sufficienti 6 anni per tornare ai livelli pre-crisi, oggi,
secondo le previsioni governative, non saranno sufficienti dieci anni”.
In assenza di crescita, le imprese italiane potrebbero trovarsi a
dover attuare ulteriori tagli di occupazione. Si parla di un numero
compreso fra i 400 e i 650 mila posti in meno. Il presidente, Carlo Sangalli, si rivolge al governo: “Adesso tocca a voi perché le imprese da sole non ce la fanno più. Tocca al governo e alla politica fare la propria parte, tutta e sino in fondo”.
Netta, secondo lo studio, è la differenza rispetto alle recessioni del 1975 e del 1992:
nello stesso arco di tempo trascorso dall’avvio della recessione
corrente (6 anni) il Pil aveva già registrato aumenti di oltre 20 punti
nel 1975 e di quasi 10 punti nel 1992. Su questo sfondo, la contabilità
della crisi è sintetizzata da alcuni dati: la perdita di prodotto reale
rispetto al 2007 raggiungerà a fine 2013 i 121 miliardi di euro (-8,1%);
nel 2017 il livello del prodotto reale sarà ancora inferiore del 2,9%
rispetto ai valori pre-recessivi (2007).
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