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venerdì 3 giugno 2016

Verona 2017, parte la corsa Per centrodestra e Pd è rebus

Verona 2017, parte la corsaPer centrodestra e Pd è rebus

 

 

Elezioni di Verona 2017, la lunga corsa comincia. Fra barricate e strizzatine d’occhio. Escono allo scoperto candidati sindaco e partiti e movimenti cominciano a muoversi. Anche il sindaco Flavio Tosi, leader del Fare!, che ha dato un segnale chiaro ai suoi assessori e consiglieri comunali e circoscrizionali, oltre che presidenti di enti e aziende: voglio tornare nei quartieri. Quindi, organizzate sopralluoghi e incontri, a cui parteciperò. Intanto Vincenzo D’Arienzo, deputato, striglia però il Pd, il suo partito: «Urge un confronto sul candidato, a cominciare da sinistra, con le primarie. Altrimenti centrodestra, tosiani e 5 Stelle si organizzano».
La battaglia è in embrione ma qualche piccola certezza c’è. Una è Michele Croce, di Verona Pulita, l’ex tosiano già in pista come candidato. L’altra è che il Movimento 5 Stelle, individuato il candidato con le primarie, correrà da solo. La Lega - lanciando come possibili candidati l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, il senatore Paolo Tosato e il presidente del Consiglio comunaloe, Luca Zanotto, ma si parla anche dell’ex assesore Enrico Corsi - ha lanciato con Forza Italia e Battiti la sua battaglia per il dopo Flavio Tosi. Il quale ha terminato due mandati, anche se fra i tosiani c’è chi scommette che il presidente del Consiglio Matteo Renzi, segretario del Pd, renderà possibile tentare il terzo mandato a sindaci di città come Verona. Garantendosi, così, un eventuale e ulteriore sostegno del partito Fare!, di Tosi. Prospettiva che non entusiasma di certo l’ala sinistra del partito, divisa da quella renziana doc.
Per Forza Italia, spinto da Silvio Berusconi, si è messo in gioco Alberto Giorgetti, deputato di Forza Italia. In quest’area, però, ci sono anche l’associazione Battiti, presieduta da Federico Sboarina, che pure potrebbe essere in pista per Palazzo Barbieri, e poi Lista Zaia e Sovranità. È sempre presente, fra i nomi circolanti, quello dell’imprenditore Massimo Ferro, vicepresidente della Fondazione Arena e consigliere della Camera di Commercio. Ma anche quello di Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona e dell’aeroporto Catullo, questo nell’ambito del centrodestra tosiano. Un fronte che, al momento, resta solitario, anche se per esclusione, in un ipotetico secondo turno elettorale, potrebbe sostenere un’area Pd-lista civica, che pure partirebbe con un proprio candidato.
E sul fronte del Pd D’Arienzo dà il «La»: «Alla sinistra veronese dico di rallentare e riflettere insieme. Dopo il centrodestra, anche altre formazioni sono in fase avanzata di organizzazione verso le comunali 2017. Tutto previsto, spero che anche il Pd cominci a parlarne. Il dinamismo a sinistra dimostra che la possibilità di creare uno schieramento ampio del centrosinistra allargato al civismo è ridotta al lumicino», dice. «In ogni caso, è comunque bene avviare un confronto e uno degli strumenti da mettere in campo sono certamente le primarie di coalizione nell’ambito delle quali le varie proposte si misurano, com’è avvenuto democraticamente a Milano».
Secondo D’Arienzo, «per avere i numeri per superare il primo turno è utile sommare tutta l’area del centrosinistra più il civismo o competere solo come Pd più civismo? Prima di decidere, sarebbe opportuno avviare contatti con le formazioni alla nostra sinistra e provare a trovare una possibile sintesi, ripeto, anche attraverso le primarie. Se questo non sarà possibile, nessuno potrà rimpiangere quello che non è stato fatto o detto, specialmente se in mancanza di una larga condivisione non riusciamo a raccogliere i voti necessari per giungere al ballottaggio».
Urge confronto, dice D’Arienzo, «nella speranza che la sinistra non assuma atteggiamenti autolesionisti nel tentativo di sottrarre voti al Pd.Il che significherebbe dare una mano agli altri».

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