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venerdì 17 maggio 2013

SCONTRO SULL'INELEGGIBILITA'DI BERLUSCONI IL PD RILANCIA IL PDL

Scontro sull’ineleggibilità di Berlusconi Il Pd rilancia, il Pdl: “Mina sul governo”
I Cinque Stelle: “Siamo pronti a votarla 

Zanda attacca: mai senatore a vita.
Crimi rilancia: lo prendo in parola.
Schifani: “Valutazioni inopportune”
Sulle intercettazioni altolà dell’Anm


«Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui». E’ stato Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, a riaprire il fronte della polemica sulla posizione personale del leader del Pdl, attirando su di sé le ire del Pdl, a pochi giorni dall’avvio dei lavori della Giunta per le elezioni di palazzo Madama: convocata il 21, dovrebbe eleggere un presidente di opposizione. Dopo il caso intercettazioni, un’altra crepa, apparentemente, nel patto Pd-Pdl. Nell’occasione Zanda ha anche tagliato la strada a un’altra ipotesi: «In sessantasette anni di Repubblica - ha osservato - non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi».  
Alla presa di posizione di Zanda (non nuova, ma di ben altro peso oggi che è capogruppo e in maggioranza insieme al partito di Berlusconi) ha aperto immediatamente il Movimento 5 stelle. «Lo prendiamo in parola», ha commentato il capogruppo al Senato Vito Crimi. «Si passi - ha aggiunto - dalle parole ai fatti.ella prima riunione della Giunta per le elezioni, convocata per martedì si metta immediatamente all’ordine del giorno l’ineleggibilità di Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte e votare a favore del rispetto delle leggi e dichiarare Berlusconi ineleggibile».  
Inevitabile la levata di scudi del Pdl: quelle di Zanda sono parole «gravi e stupefacenti», secondo il giudizio del coordinatore azzurro Sandro Bondi, «a dir poco incendiarie» per Daniele Capezzone, «espressioni che rasentano l’insulto» per Maurizio Gasparri, «un’inutile provocazione» nel commento di Fabrizio Cicchitto. Parlano anche i capigruppo parlamentari Renato Brunetta e Renato Schifani: dall’esponente democratico dichiarazioni «irricevibili», ha ammonito Brunetta, che ha aggiunto: «Evidentemente Zanda Loy vuol far cadere questo governo». Sulla stessa lunghezza d’onda Schifani: «L’intervista del presidente Zanda su “Avvenire” contiene valutazioni inopportune non facilita il compito del governo Letta», ha commentato. Solo il “falco” Nitto palma tende la mano sulla giustizia: «Se ne parlerà tra qualche mese, prima i provvedimenti su Imu e cassa integrazione». 
A fine giornata è stato lo stesso Zanda a cercare di circoscrivere il caso, ricordando che la sua è una posizione di vecchia data e di fatto derubricandola a opinione personale: «Il Partito democratico - ha sostenuto - non ha mai dato indicazioni di voto ai componenti della Giunta. I componenti della Giunta hanno funzioni simili a quelle dei giudici e decidono caso per caso con la propria coscienza e con la propria testa». Mentre da Letta arriva l’altolà sulle intercettazioni: «Non mi ricordo che fosse parte del mio programma con il quale ho chiesto il voto fiducia»

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