Scontro sull’ineleggibilità di Berlusconi Il Pd rilancia, il Pdl: “Mina sul governo”
I Cinque Stelle: “Siamo pronti a votarla 
Zanda attacca: mai  senatore a vita.
Crimi rilancia: lo prendo in parola.
Schifani: “Valutazioni inopportune”
Sulle intercettazioni altolà dell’Anm
Crimi rilancia: lo prendo in parola.
Schifani: “Valutazioni inopportune”
Sulle intercettazioni altolà dell’Anm
«Secondo la legge italiana Silvio Berlusconi, in quanto 
concessionario, non è eleggibile. Ed è ridicolo che l’ineleggibilità 
colpisca Confalonieri e non lui». E’ stato Luigi Zanda, capogruppo del 
Pd al Senato, a riaprire il fronte della polemica sulla posizione 
personale del leader del Pdl, attirando su di sé le ire del Pdl, a pochi
 giorni dall’avvio dei lavori della Giunta per le elezioni di palazzo 
Madama: convocata il 21, dovrebbe eleggere un presidente di opposizione.
 Dopo il caso intercettazioni, un’altra crepa, apparentemente, nel patto
 Pd-Pdl. Nell’occasione Zanda ha anche tagliato la strada a un’altra 
ipotesi: «In sessantasette anni di Repubblica - ha osservato - non è mai
 stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria 
vita come l’ha condotta Berlusconi».  
Alla presa di posizione di Zanda (non nuova, ma di ben altro peso 
oggi che è capogruppo e in maggioranza insieme al partito di Berlusconi)
 ha aperto immediatamente il Movimento 5 stelle. «Lo prendiamo in 
parola», ha commentato il capogruppo al Senato Vito Crimi. «Si passi - 
ha aggiunto - dalle parole ai fatti.ella prima riunione della Giunta per
 le elezioni, convocata per martedì si metta immediatamente all’ordine 
del giorno l’ineleggibilità di Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle è 
pronto a fare la sua parte e votare a favore del rispetto delle leggi e 
dichiarare Berlusconi ineleggibile».  
Inevitabile la levata di scudi del Pdl: quelle di Zanda sono parole 
«gravi e stupefacenti», secondo il giudizio del coordinatore azzurro 
Sandro Bondi, «a dir poco incendiarie» per Daniele Capezzone, 
«espressioni che rasentano l’insulto» per Maurizio Gasparri, «un’inutile
 provocazione» nel commento di Fabrizio Cicchitto. Parlano anche i 
capigruppo parlamentari Renato Brunetta e Renato Schifani: 
dall’esponente democratico dichiarazioni «irricevibili», ha ammonito 
Brunetta, che ha aggiunto: «Evidentemente Zanda Loy vuol far cadere 
questo governo». Sulla stessa lunghezza d’onda Schifani: «L’intervista 
del presidente Zanda su “Avvenire” contiene valutazioni inopportune non 
facilita il compito del governo Letta», ha commentato. Solo il “falco”  
Nitto palma tende la mano sulla giustizia: «Se ne parlerà tra qualche 
mese, prima i provvedimenti su Imu e cassa integrazione». 
A fine giornata è stato lo stesso Zanda a cercare di circoscrivere il
 caso, ricordando che la sua è una posizione di vecchia data e di fatto 
derubricandola a opinione personale: «Il Partito democratico - ha 
sostenuto - non ha mai dato indicazioni di voto ai componenti della 
Giunta. I componenti della Giunta hanno funzioni simili a quelle dei 
giudici e decidono caso per caso con la propria coscienza e con la 
propria testa». Mentre da Letta arriva l’altolà sulle intercettazioni: 
«Non mi ricordo che fosse parte del mio programma con il quale ho 
chiesto il voto fiducia»
 

 
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