Discorsi In Amicizia
Detto in amicizia: mentre gli omicidi scandiscono le
ore e gli psicologi sono tutti in TV a farfugliare fandonie, il governo
gioca a Subbuteo. Il primo problema da risolvere in Italia è la
politica. Non sono le strade dissestate, i debiti, i malati, gli
esodati, il fisco, gli omicidi, i suicidi. Tutto il resto, infatti, è
la conseguenza della nostra politica inconsistente. E la politica la
facciamo noi, tutti i giorni, a lavoro, in casa, con gli amici, sulla
rete. Allora il sillogismo è chiaro: se la politica è il problema e la
politica siamo noi, il problema siamo noi. Tutti. I politici, quelli
incravattati che blablano (neologismo), sono il prodotto del nostro
problema. Siamo i responsabili del baratro. La prima azione da fare è
aprire gli occhi ai religiosi ortodossi del comunismo. Sempre in
amicizia: ci avete frantumato la pazienza. Il vostro credo è
pleonastico. Inutile, ammuffito. Avete voluto, ancora una volta,
sostenere, in nome di una religione politica atavica, quelli che tutti i
giorni, in ogni occasione, tradiscono anche i vostri ideali. Non vi si
può perdonare. Ci poteva stare la giustificazione: la fede è la fede,
ma fino ad un certo punto. Gli ultimi scenari di governo, le scelte del
premier, le dichiarazioni che abbiamo letto, sono scoraggianti ed
evidenti. Dell’elettore del centrodestra mi rifiuto di commentare. Non
si può commentare senza avvilire chi cambia posizione continuamente,
esternando valori senza conoscerne i significati, approfittando della
buona fede di vecchi e casalinghe, intossicate dalla televisione
commerciale. Presi assieme, chi a sinistra chi a destra, siete entrambi
come l’Arlecchino servitore di due padroni. L’ uomo attento, critico,
serio, dovrebbe riflettere e rassegnarsi al palese fallimento delle
proprie scelte, invece che tentare di colpevolizzare gli altri. Ciò
nonostante, si sa che è nella bieca natura dell’essere umano non
ammettere a se stesso i propri limiti ed errori, cercando negli altri la
strega da bruciare. L’Italia ha perso la sua sovranità politica ed
economica. Per essere precisi, l’ha venduta. Come siamo arrivati a
questo punto? A chi bisogna chiedere le responsabilità? Ai pensionati
che aspettano le cinquecento euro al mese? Sono loro i colpevoli? Colpa
delle rate per il nuovo cellulare che non abbiamo pagato in tempo?
Colpa dei finanziamenti che abbiamo chiesto per la lavatrice? Colpa
delle infrazioni non pagate all’Equitalia?Questo è un paese coinvolto a
fare debiti per ogni cosa. L’intero sistema è stato pensato per creare
il debito. Tuttavia dare responsabilità ai debiti personali è tentare il
raggiro. Il dramma, invece, si chiama debito pubblico. Che
qualcuno abbia la pazienza di indicare la mia fetta, ovvero ricordi e
spieghi, a chiare note, a cosa sia servito entrare in Europa e come sono
stati utilizzati i finanziamenti che dobbiamo restituire maggiorati
dagli interessi. Nel mezzo della melma mediatica, finanziaria, ogni
giorno accade la tragedia. L’essere più inetto, devastato dagli eventi,
compie atti terribili, togliendosi la vita e fa peggio, toglie la vita
agli altri. Intere famiglie spazzate via da questa furia devastante che
si chiama disperazione. Cosa sta accadendo alle guardie giurate? I fatti
di cronaca sono impietosi, bambini, mogli, amanti, figli, vengono
ammazzati dai padri, dai mariti, che poi a loro volta si suicidano. E’
così quotidiano che è’ diventato banale. Accade tre volte al giorno.
Colpisce tutte le categorie, in tutto il paese. Per fortuna che al
parlamento hanno fatto la squadra. Bravi, siete pronti per la Champions
League? Bisognerebbe prendersela con tutti i sordo ciechi, con tutti
quelli che hanno permesso ai vecchi inciucioni di continuare ad usurpare
la nostra vita. Vorrebbero anche imbavagliare il libero scambio d’idee,
hanno paura del web. Purtroppo il popolo italiano è stato spesso la
grande delusione della nostra storia. Avendo mezzi e capacità per fare
grandi opere sociali, l’italiano ha sempre preferito, invece, coltivare
il proprio orticello. Perciò bisogna ricominciare daccapo, dalle
tabelline, dalla grammatica, dalla cultura. Nel cinismo del discorso mi
sento di accusare il popolo italiano di tutti gli omicidi, i suicidi, le
alte tassazioni, i capitali frodati, del pizzo mafioso e degli inciuci
di palazzo. Accondiscendenti. Eppure basterebbe un solo gesto per
cambiare definitivamente la rotta. Un gesto che il popolo italiano
dovrebbe fare, da subito. Un gesto bello, antico, forte ed efficace,
anche nel significato, intrinseco. Popolare ma nello stesso tempo
signorile, senza proferire verbo. Si prendono i giornalisti, gli
opinionisti, i mercanti della politica, che sono lì a persistere nelle
loro sozzure, si mettono davanti l’uscio e gli si da un bel calcio nel
culo. Europa compresa.
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