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domenica 2 giugno 2013

RITORNO AL PASSATO LA CHICCHA DELLA GIORNATA

Ritorno al passato 

La chicca della giornata, definita storica da quella gran parte di quotidiani nazionali che ancora godono di finanziamenti pubblici, ce l’ha regalata un insigne sindacalista della Cisl, tal G. Terracciano : “E’ meglio avere un lavoro, anche senza diritti, anche senza le giuste condizioni, ma l’importante è avere un lavoro”.
Nessuna sorpresa, quindi, che nella giornata “storica” di ieri si sia sancita, nell’incontro/accordo tra i tre confederali (Cgil, Cisl e Uil) e la loro cosiddetta controparte, Confindustria, la fine della democrazia sindacale, del diritto di sciopero e la cancellazione “normativa” di quelle sigle contrarie a quei contratti nazionali, causa principale della perdita di potere d’acquisto e di ogni strumento di difesa da parte dei lavoratori.
Non un passo indietro…bensì decenni di lotte e di rivendicazioni cancellate in una farsa durata poche ore e confermata proprio dalle “parole in libertà” dei solerti funzionari di queste organizzazioni.
Basta con quei lacci e lacciuoli che costringevano i “padroni” a rispettare quei diritti che la classe operaia si è conquistata con il sangue ed il sudore…ora siamo in una fase nuova…ci vuole l’unità delle forze produttive…ergo tu lavori per quattro soldi, per una pensione misera, per un lavoro che non ti da garanzie né sul presente né sul futuro…e l’occupazione crescerà…crescerà la domanda interna, cresceranno i consumatori…l’economia ripartirà e saremo tutti più felici e contenti…almeno quelli che resteranno vivi….la stessa litania già sentita quando introdussero la precarietà.
Peccato che, all’indomani della “storica” firma, la stessa Cgil pubblichi un’indagine sulla ripresa economica e parla di 60 anni di recessione e di un ritorno alla situazione pre-crisi solo nel 2070 ed oltre…chissà come saranno contenti gli schiavi dei prossimi 60 anni a sapere che il loro sacrificio forse non servirà neanche ai loro figli !
Già…lo dice anche il nostro presidente Napolitano, presentando i “festeggiamenti” del 2 giugno, festa della Repubblica…c’è bisogno di unità e sacrifici…quei sacrifici che faranno quei fessi che pagheranno i prodotti aumentati dall’iva per finanziare le ristrutturazioni delle case dei ricchi…o quegli idioti che preferiranno dare il loro contributo ad associazioni umanitarie e che avranno uno sgravio fiscale 6 volte inferiore a chi preferirà, di contro, darli ai partiti…al limite per riaverne in cambio qualche “vivo e vibrante” favore.
Le caste si blindano in un ritorno al peggior passato della nostra triste repubblica…blindano i loro privilegi, il loro potere e, con la scusa della crisi, tappano la bocca a quei milioni di italiani che li hanno bocciati nelle ultime elezioni, a quei milioni di lavoratori che non sono iscritti a nessun sindacato o hanno optato per quelli di base.
Di “storico” nella giornata di ieri c’è che la storia, quella con la “s” maiuscola, quella che è stata testimone di un paese in grado di rinascere dalle ceneri di una guerra devastante, è stata ancora una volta calpestata dagli interessi di quelle caste che hanno ridotto il nostro paese ad un’enorme tavola imbandita…alla quale la gente onesta non è invitata…se non per pagare il conto.

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