Grillo e il Fiscal Compact, cosa non ha capito Beppe dell'unione fiscale
 Dice Beppe Grillo che il Fiscal Compact devono pagarlo "Berlusconi, il 
pdexmenoelle, Napolitano e Monti", se lo vogliono. "M5S lo cancellerà". 
Per Grillo è uno dei bastioni della sua campagna elettorale alle 
europee, "Il Fiscal Compact, che taglierebbe la spesa pubblica dai 40 ai
 50 miliardi all'anno per vent'anni in mancanza di una fortissima 
crescita, del tutto impossibile, è irrealistico", scrive il capocomico, 
"consegnerebbe l'Italia alla miseria". Posto che il fiscal compact va 
rinegoziato e che non è solo Grillo a chiederlo cerchiamo di capire 
perché il patto finanziario è stato o sarebbe necessario: sicuramente 
perché se vogliamo rendere l'euro forte ma non asimmetrico occorre 
combinare le politiche monetaria sovranazionali con la unione fiscale e 
non con tante politiche fiscali su base nazionale. In secondo luogo 
perché unita l'Europa è una potenza globale che senza l'unione fiscale è
 stata e può tornare ad essere preda della speculazione internazionale, 
soprattutto nei suoi anelli deboli. Con gli eurobond, l'Italia potrebbe 
competere a livello internazionale. Terzo, l'unione fiscale ci 
porterebbe a una più forte unione politica e ad economie integrate e più
 efficienti. Se è vero che problemi locali prevedono soluzioni locali, 
che strumenti fiscali del genere aumentano il rischio di deficit 
democratico nei Paesi membri e che l'armonizzazione fiscale ha un costo 
elevato per tutti, si può fare come Grillo e vedere il bicchiere mezzo 
vuoto annunciando l'uscita dall'euro, oppure cercare di capire luci e 
ombre della nuova Europa.
 

 
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