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lunedì 10 marzo 2014

GRILLO E IL FISCAL COMPACT

Grillo e il Fiscal Compact, cosa non ha capito Beppe dell'unione fiscale 

 Dice Beppe Grillo che il Fiscal Compact devono pagarlo "Berlusconi, il pdexmenoelle, Napolitano e Monti", se lo vogliono. "M5S lo cancellerà". Per Grillo è uno dei bastioni della sua campagna elettorale alle europee, "Il Fiscal Compact, che taglierebbe la spesa pubblica dai 40 ai 50 miliardi all'anno per vent'anni in mancanza di una fortissima crescita, del tutto impossibile, è irrealistico", scrive il capocomico, "consegnerebbe l'Italia alla miseria". Posto che il fiscal compact va rinegoziato e che non è solo Grillo a chiederlo cerchiamo di capire perché il patto finanziario è stato o sarebbe necessario: sicuramente perché se vogliamo rendere l'euro forte ma non asimmetrico occorre combinare le politiche monetaria sovranazionali con la unione fiscale e non con tante politiche fiscali su base nazionale. In secondo luogo perché unita l'Europa è una potenza globale che senza l'unione fiscale è stata e può tornare ad essere preda della speculazione internazionale, soprattutto nei suoi anelli deboli. Con gli eurobond, l'Italia potrebbe competere a livello internazionale. Terzo, l'unione fiscale ci porterebbe a una più forte unione politica e ad economie integrate e più efficienti. Se è vero che problemi locali prevedono soluzioni locali, che strumenti fiscali del genere aumentano il rischio di deficit democratico nei Paesi membri e che l'armonizzazione fiscale ha un costo elevato per tutti, si può fare come Grillo e vedere il bicchiere mezzo vuoto annunciando l'uscita dall'euro, oppure cercare di capire luci e ombre della nuova Europa.

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