Dall’Utopia all’autismo politico
Ogni tanto mi chiedo come mai sono stato
 per così tanto dalla parte opposta alla sinistra, tanto che qualcuno 
pensava che per una persona come me non essere di sinistra fosse un 
controsenso e addirittura un cortocircuito. La cosa mi faceva anche 
piacere perché - per quella gente che mi vedeva in questo modo - portavo
 il mio contributo di persona degna (ai loro occhi) alla destra, e la 
arricchivo.
Quante volte ho dovuto tapparmi il naso 
per stare dalla parte che avevo scelto per non essere di sinistra, 
quante volte. Ma lo dovevo fare per i miei principi che non avevano 
niente a che fare con quella sedicente sinistra. Lo facevo per un puro 
calcolo algebrico il quale facendolo e rifacendolo mi dava sempre lo 
stesso risultato: sinistra -10, centrodestra – 7, = destra + 3, pur 
sempre un voto troppo basso per poter continuare ad insistere a 
sostenerla.
Ma perché la sinistra l’ho comunque 
sempre considerata meno meritevole del centro destra? Semplice, per il 
suo modo di essere rappresentata, per i suoi rappresentanti, per quella 
autistica sedicente superiorità morale, per quella, sempre autistica, 
convinzione di essere il popolo eletto (anche senza elezioni… per dire),
 (e anche dopo aver fallito con uno o più governi come attualmente 
accade, sempre per la assurda convinzione di essere il popolo eletto). 
Per il suo essere immorale nelle sue battaglie di potere cercando di 
mantenere una faccia perbenista, per la mistificazione delle carte, per 
la demonizzazione di chiunque s’intrometta tra loro e il potere, a loro 
dovuto, per diritto divino.
Il piccolo vantaggio di voto che avevo 
concesso alla destra però, come dicevo, non mi permetteva di continuare a
 sostenerla, anche perché se l’era mangiato via via il suo leader con le
 sue storie poco edificanti, per non dire del tradimento fatto ai suoi 
elettori delle classi più deboli che pur avevano voluto credere in lei. E
 dopo un tentativo ancora a destra, cercando quella giusta, quella 
sociale, quella seria, mi sono dovuto arrendere.
E  siccome i due estremi, pare, si 
tocchino, ho guardato con curiosità al PC dei lavoratori (Marco 
Ferrando), in quel momento in cui ormai i lavoratori e i 
pensionati pareva fossero il vero e unico problema dell’Italia e del 
mondo, e per questo ormai gli si dava addosso senza ritegno, buttandoli 
per strada senza stipendi né pensioni, col plauso dei Signori del mondo…
 i Signori delle banche, i Signori della politica, i Signori del nuovo 
ordine mondiale che sacrificano gli uomini al dio denaro. Forse si 
sarebbe compiuto quindi il cerchio che mi ha visto percorrere da sempre 
la strada della dignità dell’uomo, la dignità fino all’ultimo uomo, la 
dignità che fa dire a un cristiano che gli ultimi devono essere i primi,
 ma non nell’al di là… adesso, qui.
Curiosità abbandonata anch’essa, quella sinistra -
 doverosamente utopica, come credo che per forza debba anche essere la 
sinistra per poter far crescere la dignità e l’amor proprio del 
lavoratore anche tendendosi verso l’impossibile, perché l’impossibile lo
 resterà per sempre senza la spinta dell’utopia, doverosamente utopica 
contro l’idea che il lavoratore debba essere l’ultimo anello della 
catena, l’anello sacrificabile al loro dio, al dio dei Signori - quella sinistra… non esiste proprio più.
 

 
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