VOTA ANTONIO....... LA TRIPPA ....

lunedì 9 luglio 2012

I NOSTRI FIGLI E QUELLI DEI MINISTRI


I figli dei ministri? Tutti geni (con posto fisso e vicino a mammà) – Nomi, foto, storie  


Sarà forse una questione genetica ma i figli di questi ministri incartapecoriti, che da una settimana somministrano al Paese dosi mai viste di delirio senile, sono tutti ma proprio tutti dei grandi fenomeni della natura, una sfida alle leggi della statistica. Oh nemmeno uno “sfigato” ma tutti autentici geni con uno o più posti fissi e con compensi che i comuni mortali possono solo sognare. O forse no. Forse sono solo i figli di una classe dirigente che predica bene e razzola malissimo. Forse sono soltanto la punta dell’iceberg di un sistema malato, fondato sul nepotismo e sulla clientela e ostile al merito. E tuttavia, le sparate di Monti, Fornero e Cancellieri, ci offrono una grande opportunità, ossia quella di aprire nel Paese una grande discussione sul tema della mobilità sociale. Dobbiamo interrogarci su come sia possibile offrire a tutti (al figlio di Monti come a quello dell’operaio) le stesse condizioni di partenza e le stesse opportunità così come recita l’articolo 3 della Costituzione che qui ricordiamo: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Ecco a voi i ritratti di questi fenomeni della natura e, come si suol dire, Una coincidenza è una coincidenza due coincidenze sono un indizio tre coincidenze sono una prova:
GIOVANNI MONTI (figlio di Mario)
39 anni. A poco più di 20 anni è già associato per gli investimenti bancari per la Goldman Sachs, la più potente banca d’affari americana, la stessa in cui il padre Mario ricopre il ruolo apicale di  International Advisor. A 25 anni è già consulente di direzione da Bain & company, dove rimane fino al 2001.  Dal 2004 al 2009, vale a dire fino al suo approdo alla Parmalat, Giovanni Monti ha lavorato prima a Citigroup e poi a Morgan & Stanley: a Citigroup è stato responsabile di acquisizioni e disinvestimenti  per alcune divisioni del gruppo, mentre alla Morgan  si è occupato in particolare di transazioni economico-finanziarie sui mercati di Europa, Medio Oriente e Africa, alle dipendenze dirette degli uffici centrali di New York.
SILVIA DEAGLIO (figlia di Elsa Fornero)
37 anni. A soli 24 anni, mentre già svolgeva un dottorato in Italia, ottiene un incarico presso il prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Harvard, il prestigioso college di Boston. La figlia del ministro inizia ad insegnare medicina a soli 30 anni. Diventa associata all’università di Torino a 37 anni con sei anni di anticipo rispetto alla media di accesso in questo ruolo. Il concorso lo vince a Chieti, nel 2010, nella facoltà di Psicologia, prima di essere chiamata a Torino, l’università dove insegnano mamma e papà, nell’ottobre 2011. alla professoressa Deaglio ha certamente giovato nella valutazione comparativa il ruolo di capo unità di ricerca all’Hugef, ottenuto nel settembre 2010 quando era ancora al gradino più basso della carriera accademica, e a ridosso dell’ultima riunione della commissione di esame che l’ha nominata docente di seconda fascia. Come detto, l’Hugef è finanziato dalla Compagnia di San Paolo, all’epoca vicepresieduta da mamma Elsa Fornero.
PIERGIORGIO PELUSO (figlio di Annamaria Cancellieri)
Appena laureato viene catapultato subito all’Arthur Andersen. Un fenomeno della natura. Da lì balza a Mediobanca. Passa poi per diversi enti e dirigenze bancarie tra cui Aeroporti di Roma (consigliere d’amministrazione), Gemina (consigliere) Capitalia, Credit Suisse First Boston e Unicredit per finire, poco tempo fa, alla Fondiaria Sai dove ricopre il ruolo di direttore generale con compenso da 500mila euro all’anno.
MICHEL MARTONE (figlio di Antonio)
Figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione, amico di Previti e Dell’Utri e Brunetta, già  nominato da Brunetta presidente dell’authority degli scioperi, ruolo da cui si è dimesso dopo essere stato coinvolto come testimone nell’inchiesta P3. Il superaccomandato Michel Martone ha una carriera universitaria molto rapida: a 23 anni ha un dottorato all’università di Modena. A 26 anni diventa ricercatore di ruolo all’università di Teramo. A 27 anni diventa professore associato. Al concorso, tenutosi tra gennaio e luglio 2003, giunse al secondo posto su due candidati, in seguito al ritiro di altri 6. Presentò due monografie, una delle quali in edizione provvisoria (ossia non ammissibile); ottenne 4 voti positivi su 5, con il parere negativo di Franco Liso, contro i cinque voti positivi ricevuti dall’altra candidata, 52enne con due lauree e 40 pubblicazioni. Tuttavia fu Martone ad ottenere il posto da ordinario. A 37 anni diventa viceministro del governo Monti. 

I ragazzi studiano troppo poco? No, la colpa è tutta degli insegnanti 

CHE BASTARDI !!! TUTTA L' ITALIA SI LAMENTA FIGLI CHE HANNO STUDIATO ONEROSAMENTE CON DEVOZIONE INAUDITA PER RAGGIUNGERE UN PERSONALE SUCCESSO AMMESSI AL' ESAME CON LA MEDIA DEL 8 ALCUNI BOCCIATI E ALCUNI GLI HANNO DATO IL 60  ( POLITICO) IL MIGLIORE USCITO CON 71 CHE VERGOGNA PORCI COMMI-SIONISTI  CORROTTI !!! LO FARESTE CON VOSTRO FIGLIO ????  MAIALI 
DA MARINAIO @diversamenteabi   SU TWITTER

Ho letto una dichiarazione della Fornero che dice che i ragazzi di oggi studiano troppo poco, ma non diciamo stupidaggini.
Poniamoci invece serie domande sul fallimentare corpo insegnati.
Ho riscontrato purtroppo in molti di loro una vera mancanza “umana”, questi professori sono consapevoli di
quanti disastri riescono a fare su questi ragazzi? Ritengo inaccettabile che vengano umiliati psicologicamente in classe.
Nel caso specifico, esistono e non sono poche, situazioni di massimo disagio per quegli alunni che più di altri sono meno veloci ad apprendere quando il loro insegnante spiega. Esistono docenti bravissimi nella loro materia ma non adatti all’insegnamento dove alunni più bravi seguono, i meno pronti, sommandosi queste problematiche, faticano e “soccombono”.
Mi è capitato, proprio quest’anno di incorrere in un’insegnante di un liceo scientifico di Milano (per ora non faccio nomi), che già a novembre ha deciso che mia figlia non avrebbe superato l’anno, condizionandole tutto il percorso scolastico.
Secondo me il compito dell’insegnate è anche quello di capire ,con l’aiuto, ovviamente, dei genitori e degli psicologi, per comprendere la sua timidezza i suoi punti lacunosi e soprattutto non sanno coinvolgerlo per far si che la materia non sia arida ma fonte di sapere.
Perché allora non si prendono seriamente in considerazione valutazioni proprio sugli insegnanti? Perché l’insegnante deve avere sempre ragione e noi genitori dobbiamo stare zitti perché abbiamo paura per i nostri figli?
I nostri ragazzi sono la cosa più preziosa che abbiamo sono il nostro futuro ma dobbiamo tutti insieme aiutarli a crescere e maturare in modo corretto e onesto.
Vorrei concludere con l’etimologia della parola INSEGNARE (cfr. Vocabolario Zingarelli) :” Esporre e spiegare in modo progressivo un’arte, un mestiere”………… ma se non lo sanno fare neanche loro………

Nessun commento:

Posta un commento