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martedì 14 febbraio 2012

TRENTATRÉ SOMARI CONTRO



TRENTATRÉ SOMARI TUTTI CONTRO TRANI. DEVE TRATTARSI DELLA PISTA GIUSTA.


TRENTATRÉ SOMARI TUTTI CONTRO TRANI. DEVE TRATTARSI DELLA PISTA GIUSTA.

Fonte : il corriere della collera.
Il signor Ambrose Evans-Pritchard ha scritto ieri sul TELEGRAF un articolo in difesa delle agenzie di rating Standard & Poors e della FITCH e contro il giudice Michele Ruggiero del tribunale di Trani che sta conducendo una indagine per ora senza imputati.
Il giornalista se la prende con le due associazioni di consumatori che hanno sporto denunzia e insinua che hanno scelto un tribunale del Sud, invece che quello di Milano, perchè il giudice è uno
che ” cerca obiettivi importanti, come ad esempio Berlusconi” .
Il signor Pritchard evidentemente non è al corrente delle 54 incriminazioni che Berlusconi ha subito dal Palazzo di giustizia di Milano. Forse il P. avrebbe preferito che l’inchiesta si svolgesse a Milano proprio per questi motivi…..
Il giornalista evidentemente ignora anche la fama di rigore secolare del tribunale di Trani, al punto che esiste una invettiva popolare in Puglia, che recita testualmente : ” che tu possa essere processato dalla corte di Trani”.
Il giornalista ha omesso di citare che il tribunale ha commissionato delle perizie a esperti del settore.
Ha anche sorvolato sulla mail sequestrata in cui il capo europeo di una delle agenzie criticava la qualità del lavoro fatto da inesperti colleghi.
Il P. Fa dell’Ironia sul fatto che la stampa – non certo il magistrato – ha parlato di agenzie di Rating ” anglosassoni”, mentre la FITCH ( evidentemente quella che gli preme) sarebbe di proprietà della francese Fimalac.
Il nervosismo deve essere al culmine, se cita la smentita ( molto indiretta invero) di Standards and Poor che dice non risultargli che il fascicolo sia stato richiesto dalla magistratura USA.
I canoni del giornalismo ” anglo Sassone” richiederebbero una smentita del magistrato, non di uno degli inquisiti, ma glissons come diceva quello.
Si passa dal nervosismo all’isteria, quando la SEC americana – quella che non si è accorta di nulla negli ultimi tre anni – ha dichiarato non perseguibili i compagni ci, in quanto ” sono opinioni e come tali ricadono sotto il freedom of speech ” , la libertà di parola.
Ne usufruiamo anche noi per dire al giornalista che è un autentico ” son of a bitch”.

                                                                                        










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