L'attività di verifica della guardia di finanza ha consentito di
recuperare redditi non dichiarati dal commerciante di macchinari per
oltre 1,5 milioni di euro e oltre 200mila euro di Iva non versata
all'erario
Auto di lusso, viaggi, ristoranti costosi e vestiti
firmati: era questo il tenore di vita di un imprenditore di origine
libanese, residente a Verona, attivo nel commercio internazionale di
macchinari industriali ma totalmente sconosciuto al Fisco italiano.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno consentito di dimostrare che
il centro di interessi e delle attività del cittadino libanese erano
radicati in Italia e così la sua società, sulla carta anch’essa
libanese, è stata considerata come una "stabile organizzazione", ossia
avente una sede fissa che faceva affari sul territorio nazionale e che,
pertanto, avrebbe dovuto pagare le tasse in Italia.
Anche alcune foto postate sui social networks che riproducevano
l'uomo d'affari a bordo di auto di lusso oppure intento a presenziare ad
eventi mondani rigorosamente tenuti nel nostro Paese, sono state prese a
base per lo sviluppo delle indagini svolte dai finanzieri. L’attività
di verifica ha consentito di recuperare a tassazione redditi non
dichiarati per oltre 1,5 milioni di euro e oltre 200mila euro di Iva non
versata all’erario. Per l’imprenditore libanese è scattata anche una
denuncia per evasione fiscale alla procura della Repubblica di Verona
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