Governo Letta Uno, the sequel?
Nasce il primo governo di Enrico Letta. Nasce con “sorprese” e conferme. Tra le seconde, il fatto che all’Economia resterà un tecnico puro, quale Fabrizio Saccomanni,
malgrado gli ululati sulla imprescindibile necessità di dare ad un
politico il ministero più politico e potente del paese. Ora ci attende
lo scontato risveglio da un lungo sonno popolato di sogni. La notte
prosegue, però.
Ad esempio, sappiamo che
Saccomanni ha una posizione molto precisa e “classica” circa la gestione
della crisi: le risorse per il taglio delle imposte che stanno
uccidendo il paese possono e debbono venire da tagli di spesa.
Ora, volendo evitare le solite canzoncine sulla cornucopia della lotta a
corruzione ed evasione fiscale, questo significa una cosa sola: riqualificare la spesa, ovvero tagliarla. Vedremo quindi quali sembianze assumerà la versione duepuntozero della spending review, ma il punto fermo è che occorre passare da lì.
Nel frattempo, colpisce quello che appare come un vistoso appeasement
di Berlusconi, che avrebbe rimosso tutti i veti e le pregiudiziali
programmatiche che parevano impedire la nascita del governo Letta. E così, Silvio ha lasciato soli i falchi dell’economia, tra i quali si odono gli strepiti di Renato Brunetta, che oggi rilascia al Messaggero
una intervista in cui lascia trasparire la propria opposizione al
governo Letta, se le cose andassero male. Segnatevi qualche passaggio,
ad uso dei posteri, enfasi nostra:
«Letta ha accettato integralmente gli otto punti del nostro programma. E la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli, nonché la restituzione di quanto pagato lo scorso anno sono fondamentali. O ci sarà questo preciso impegno da parte del presidente del Consiglio, o non voteremo la fiducia al governo»
E ancora:
Ma non le sembra difficile, presidente Brunetta, che Letta possa già impegnarsi a trovare nel bilancio dello Stato le risorse necessarie per abolire Imu e addirittura restituire quanto già pagato? «I fondi ci sono. Letta, durante le trattative per il governo, ha capito benissimo i termini del problema e ci ha dato la sua parola, della quale mi fido completamente. Perciò, domani lo ascolterò molto attentamente»
«(…) i tempi per mettere a punto uno strumento a vigenza immediata che assicuri già la cancellazione della prima rata dell’Imu, a giugno, e la restituzione dell’imposta 2012 sono strettissimi. Parlo di un decreto legge ad hoc da varare subito perchè il 6 maggio è già calendarizzata la discussione del Def, predisposto da Monti. Per questo, è urgente che Letta si esprima subito»
«Sto già scrivendo il mio discorso per la fiducia». E che dirà? «Per prima cosa, annuncerò agli italiani che a giugno non dovranno pagare l’Imu sulla prima casa»
Ora, a parte questa infantile impuntatura sull’Imu prima casa e sulla restituzione di quanto pagato nel 2012,
ignorando completamente che la cancellazione dell’Imu prima casa è
regressiva e che, grazie alle esenzioni, già oggi la platea degli esenti
è vastissima e comunque servirebbe concentrarsi su altro, che accadrà
realmente se e quando il governo non darà seguito al diktat-ultimatum di
Brunetta? Che farà Berlusconi? E soprattutto, perché questo appeasament?
D’acchito, viene da pensare che, alla fine, Napolitano abbia indotto Berlusconi a più miti consigli,
e che il Cav. si sia fatto bastare la messa in cantiere dello
sbriciolamento del Pd e l’acquisto di tempo per proprie note finalità.
Potremmo essere tutti fortunati ed incassare un qualche allentamento
significativo delle regole europee sul patto di stabilità, ma si tratta
di un evento al momento non previsto, men che mai a cinque mesi dalle
elezioni tedesche. E’ vero che quest’anno avremo minore stretta fiscale
complessiva, ma l’inerzia di un sistema economico fortemente
deteriorato, quale è il nostro, continuerà ad esercitare influssi
fortemente negativi, di cui si trova traccia anche nella revisione in
peggio delle stime di crescita. Ha già cominciato Moody’s, portando la nostra contrazione per il 2013 all’1,8 per cento, contro stime ufficiali governative ferme a meno 1,3 per cento.
La dinamica ormai dovreste conoscerla: più contrazione, più
buco di bilancio. Pensate davvero di trovare risorse per ridurre la
pressione fiscale? A Brunetta l’ardua risposta. Se le cose
andranno in questi termini, cioè se il deterioramento della nostra
economia proseguirà, Berlusconi finirà con l’inalberarsi, darà la colpa
della situazione al governo ed al tecnico che siede in via XX Settembre,
e toglierà la fiducia all’esecutivo. Attese anche segnalazioni sul Giornale
della affiliazione di Enrico Letta al Bilderberg, naturalmente. Prima
di tali eventi assisteremo ad una nuova e copiosa produzione di slide
powerpoint da parte di Brunetta, eccetera eccetera.
Forse saremo più fortunati: la crisi terminerà,
l’Europa ci autorizzerà a sforare di un paio di punti percentuali il
deficit-Pil, ed il sole sorgerà ad Ovest. In caso ciò non accadesse,
avremo la replica in copia conforme del teatrino allestito nella fase
finale del governo Monti. Per ora ci facciamo bastare il sorridente
penultimatum di Brunetta, nel paese dell’eterno ritorno.