Renzi: non accettiamo ricatti. Berlusconi: manteniamo parola
'Respingo le affermazioni di chi sostiene che 'prima si dice sì alle
riforme, poi ci si rimangia la parola, quindi si lanciano ultimatum'.
Forza Italia non si rimangia alcunché e mantiene dritta la barra in
direzione delle necessarie riforme per la modernizzazione del Paese'':
così Silvio Berlusconi in una nota. ''Quanto alla tempistica, è evidente
che la prima lettura a palazzo Madama della riforma del Senato è il
primo passo di un procedimento che richiede alcuni mesi di tempo e
quattro passaggi parlamentari. Sarebbe quindi opportuno che
l'approvazione definitiva da parte del Senato della legge elettorale
avvenisse anticipatamente rispetto a questa riforma''. Così Silvio
Berlusconi
Si fa più serrato il pressing di Forza Italia sul premier Renzi per
l'approvazione della riforma elettorale. Brunetta lancia un ultimatum:
'approvi la riforma elettorale prima di Pasqua, altrimenti casca
l'accordo'. Pure il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti,
lo sostiene e al ministro Boschi manda a dire che 'le riforme sono
possibili solo con l'appoggio di Forza Italia'. "Noi chiediamo a Renzi,
se vuole mantenere la parola, se vuole mantenere i patti, di approvare
la riforma elettorale prima di Pasqua, altrimenti casca l'accordo con
Berlusconi, con Forza Italia". Lo afferma il capogruppo FI alla Camera,
Renato Brunetta, a Skytg 24. "La riforma della legge elettorale è ferma
da tre settimane al Senato e non è stata ancora consegnata alla
Commissione Affari Costituzionali competente. Se è in grado Renzi
approvi la riforma elettorale, così com'è stata approvata dalla Camera,
prima di Pasqua, se non è in grado, non ha i numeri per farlo, ne tragga
le conseguenze, magari anche con le sue dimissioni", presegue
Brunetta. Mentre, in merito alla riforma del Senato, il capogruppo Fi
alla Camera sottolinea: "La riforma del Senato è stata approvata lunedì
scorso dal Consiglio dei ministri, ma quella riforma non è stata
consegnata agli uffici competenti di Palazzo Madama, il che vuol dire
che non esiste ancora, che ci stanno ancora lavorando".
Sulle riforme "non accettiamo ultimatum da nessuno meno che meno da Brunetta. Se stanno al gioco delle riforme bene se no, al Senato, ce la facciamo". Così Matteo Renzi
risponde ai giornalisti sugli ultimatum di Fi sulle riforme. "Le
questioni interne a Fi - spiega il presidente del consiglio - se le
risolvano loro. Noi rispettiamo il loro dibattito interno ma non
accettiamo ultimatum da nessuno". Alla domanda dei giornalisti se senza
Fi la maggioranza ha i numeri al Senato per approvare la riforma del
bicameralismo, il premier risponde: "Ce la facciamo, ce la
facciamo". "Non mi risultano incontri", ha detto il premier rispondendo a
chi gli chiede se incontrerà Silvio Berlusconi. "Per noi la prima
scelta è di stare vicini alle persone che guadagnano di meno, come
dimostra la decisione di dare 80 euro in busta paga. Sugli stipendi dei
manager aspettate domani, ne parleremo e vedrete, sarete contenti": così
Renzi, lasciando Palazzo Chigi per una passeggiata, risponde sulle
scelte del governo.
"E' un'idea di Brunetta, il testo (della legge elettorale, ndr) deve
essere ancora esaminato dalla commissione del Senato e a Pasqua mancano
10 giorni". Così il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi chiude
all'aut aut di Renato Brunetta che ha chiesto al governo di approvare
entro Pasqua l'Italicum.
"Ha ragione Brunetta, la legge elettorale è parcheggiata al Senato e
non ancora incardinata. La teniamo lì, perché? Votiamola subito": così
Giorvanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, a 'Fatti e
misfatti', su Tgcom24.
"Berlusconi ha accettato di fare le riforme assieme a Renzi, riforme
che Berlusconi vuol fare dal 1994 per fare cose utili al Paese ma che
siano riforme serie e fatte bene", ha detto Toti. Sulla riforma del
Senato, in particolare, sottolinea: "La vogliamo scrivere decentemente
invece che su un folgio a quadretti, dove la Lombardia ha gli stessi
rappresentanti della Val d'Aosta?". Per Toti, comunque, "i paletti"
della riforma restano: "Riduzione dei costi e dei parlamentari e fine
del bicameralismo perfetto". Ma, evidenzia, "o facciamo una cosa seria o
il Senati lo aboliamo".
E aggiunge: "La verità è che queste riforme sono possibili solo con
l'appoggio di Forza Italia, che è un vero partito riformista. Noi
diciamo a Renzi: non molliamo questo percorso di riforme, ma non
scarichi sul Parlamento e su di noi tutti i guai che gli danno i suoi".
''Alla Boschi voglio ricordare che senza Forza Italia la legge
elettorale non sarebbe passata alla Camera, dove c'erano i franchi
tiratori del Pd. Senza di noi non sarebbe passata nemmeno l'abolizione
delle province, che tra parentesi non sono state abolite ma è stato
abolito il diritto di voto per le province", spiega Toti. E il
consigliere politico di Berlusconi evidenzia: "I patti del Nazareno sono
la rotta: non vorrei che si dimenticasse che l'Italicum è uscito dal
Nazareno in un modo e poi Renzi ha chiesto a Berlusconi, per favore, di
rinegoziare alcuni punti della legge. L'Italicum è uscito molto bene dal
Nazareno, è uscito benino dalla Camera, non vorremo che uscisse male
dal Senato".
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