Dove eravate?
Senza il polo siderurgico l’Italia è finita…lo dicono i ministri, lo
ripetono i sindacati, lo confermano i Riva che ricattano i lavoratori.
Camusso : “non si può bloccare la produzione”…il Cdm dell’Ilva si
dimette in blocco, i sequestri decisi dalla magistratura metterebbero a
rischio quella bonifica degli impianti che non si sa né a che punto sia
né se sia mai cominciata.
40.000, con l’indotto, i posti a rischio…ovvero il ricatto che la
proprietà fa alla popolazione ed al governo…senza numero e senza prime
pagine i morti e gli ammalati per l’inquinamento prodotto dall’Ilva, ma
ciò che non è profitto non fa notizia.
La questione Taranto ridotta ad una semplice equazione economica nella quale non trova spazio il “dato” vita.
Parlano e straparlano di dignità…tutti, nessuno escluso, anche quei
lavoratori che hanno manifestato contro le decisioni della magistratura,
come se la parola dignità sia strettamente ed unicamente legata alla
parola lavoro e non contenga, nel suo significato, il diritto alla vita
non solo per se stessi, ma anche per i propri figli, i propri amici, i
propri concittadini.
Nessuno che si alzi a chiedere a questi soloni della politica e del sindacato: dove eravate?
Dove eravate quando i cittadini denunciavano l’inquinamento,
postavano su youtube le immagini di case, scuole, edifici pubblici,
coperti da una polvere nera che entrava nelle vie respiratorie, che
inquinava aria e suolo, che uccideva nel silenzio di quei media che
anche ora, come prima, parlano solo di produzione, di posti di lavoro,
di economia ?
Dove eravate voi sindacati, voi Camusso, voi Epifani, voi Bonanni, voi Cofferati, voi Angeletti quando la gente moriva ?
Dove erano le istituzioni, gli organi di controllo e gli ispettorati sino a ieri?
Lo Stato, questo stato, questa politica, questi apparati pubblici,
questi sindacati, questi padroni hanno insieme taciuto e nascosto ciò
che chiunque, anche ad occhio nudo, poteva constatare. Le responsabilità
sono a tutti i livelli, a cominciare da quella classe politica che non
ha mai voluto vedere ciò che era impossibile non vedere, che ha
preferito salvaguardare il profitto di pochi a scapito della vita della
gente.
Le responsabilità sono diffuse e ben chiare, a partire dai sindacati,
che non hanno mai denunciato con forza quanto accadeva, agli organi di
controllo pubblici, che hanno sempre chiuso entrambi gli occhi, alle
istituzioni locali e nazionali, che hanno costantemente evitato ogni
verifica ed ogni ispezione.
Chi deve pagare? Non certo Taranto, non certo i lavoratori, non certo
le famiglie già colpite da lutti e malattie…debbono pagare i
responsabili, a partire dalla famiglia Riva, alla quale vanno
sequestrati beni e fabbrica…debbono pagare i sindacati, collusi e
silenti, le istituzioni complici, i politici che li hanno appoggiati…
Taranto deve poter ritornare a vivere…e può farlo solo liberandosi
dalle catene di quella fabbrica di morte e di interessi indegni.
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