Ora la politica sia concreta
L’annuncio è: stop al finanziamento dei partiti. In omaggio alla moda grillina ci saranno solo applausi (anche di chi sosteneva il contrario). In omaggio alla moda comunicativa...
L’annuncio è: stop al finanziamento dei partiti. In omaggio alla moda
grillina ci saranno solo applausi (anche di chi sosteneva il contrario).
In omaggio alla moda comunicativa la notizia è stata data direttamente
dal presidente del Consiglio, via twitter. Il fatto è che, se tutto va
bene, si potrà scriverlo un’altra decina di volte, dato che, al momento,
neanche esiste il testo del disegno di legge, che poi comincerà il suo
iter parlamentare. E se qualche cosa va storto l’annuncio odierno sarà
un tradimento domani. Come, del resto, nell’accordo generale, già si
tradì il responso di un referendum. Il "costo della politica" è un tema
serio, che sarebbe colpevole sottovalutare. Quel passo andava fatto,
anche se è solo accennato. Ma i costi sono prima di tutto quelli di
un’invasiva presenza di società e nomine pubbliche. Come anche di
un’asfissiante esuberanza di legislazioni concorrenti fra di loro e
burocrazie non coordinate. Una foresta da disboscare. Che al momento
rimane intatta. Il costo diretto calerà (se calerà) di poco, ma con alto
valore simbolico. Quello indiretto rimane intatto, con alto potenziale
devastante. La brutta impressione è che la politica sappia parlare solo
di sé stessa, considerando la realtà un disturbo, un ostacolo al libero
dispiegarsi del gioco degli schieramenti. Questa sgradevole sensazione
ci resta anche alla vigilia dall’appuntamento amministrativo. La
chiamata agli elettori è fatta in gran parte sulla base
dell’appartenenza o del rifiuto, senza che si sia entrati nel merito di
tante questioni. Certo, colpevoli anche i giornalisti, che trascurano la
concretezza per strillare solo le parole politiciste. Ma in nessuna
delle città che eleggeranno domenica il loro sindaco e il consiglio
comunale abbiamo sentito pensieri forti sull’identità urbana e sul suo
futuro. Sull’idea che s’intende realizzare. In alcune città,
addirittura, pure i candidati nelle liste civiche sono gli stessi della
volta scorsa. Non basta esserne stufi, si deve essere capaci di rompere
con la logica del rifiuto e dell’appartenenza. Tocca a ciascuno di noi
farlo. Il che significa votare avendo in mente gli interessi propri e
quelli della città. Il candidato migliore è quello che si ritiene possa
mettersi subito al lavoro, in questo senso. Va bene anche il meno
peggio.
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