Tagli “retroattivi” del Fondo Sociale e Non Autosufficienze
Il decreto-legge (ora all’esame del Parlamento per la conversione in
legge) drena al Ministero per il lavoro e le politiche sociali 21,5
milioni di euro nel 2014, 6,4 milioni nel 2015, 5,4 milioni nel 2016.
Sembra un’apparente operazione di contabilità dello Stato, ma in
realtà l’operazione recupera in larghissima misura queste somme dal
Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e dal Fondo per le Non
Autosufficienze (quello stanziato nel 2012). Ciò significa una riduzione
di almeno il 5% delle somme destinate alle Regioni per le politiche
sociali e per le non autosufficienze e, quindi, una diminuzione ulteriore dei servizi e delle prestazioni alle persone.
Questi gli effetti, vediamo ora i fatti e le fonti.
La legge di stabilità 2014 (legge 27 dicembre 2013, n. 147) ha
attribuito al Commissario straordinario per la spending review il
compito di attuare entro il 31 luglio 2014 “nuove misure di
razionalizzazione e di revisione della spesa, di ridimensionamento delle
strutture, di riduzione delle spese per beni e servizi, nonché di
ottimizzazione dell’uso degli immobili tali da assicurare, anche nel
bilancio di previsione, una riduzione della spesa delle pubbliche
amministrazioni in misura non inferiore a 600 milioni di euro per l’anno
2015 e a 1.310 milioni di euro negli anni 2016 e 2017”. (articolo 1,
comma 427).
Il comma successivo (428) prevede di “rendere indisponibili” (ossia
di congelare e non spendere per i fini originari) una parte degli
accantonamenti dei Ministeri. Si tratta generalmente di fondi o
stanziamenti non ancora ripartiti alle Regioni o già approvati, ma
ancora non spesi.
Uno specifico allegato (il n. 3) indica le somme che nel 2015 (quindi
l’anno prossimo) e nel 2016 verranno “recuperate” da ciascun Ministero.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali vedeva una
riduzione abbastanza contenuta: 1,2 milioni nel 2015 e 2,7 milioni nel
2016.
Il decreto legge 4/2014 rivede, al secondo articolo, radicalmente queste regole.
Innanzitutto la rimodulazione e la revisione delle spese affidata al Commissario per la spending review deve produrre, già dal 2014,
ben altri risultati: almeno 488,4 milioni di euro per l’anno 2014,
1.372,8 milioni per il 2015, 1.874,7 milioni per gli anni 2016 e 2017 e
1.186,7 milioni a decorrere dall’anno 2018.
Ma la misura più severa riguarda la “indisponibilità” degli
accantonamenti dei Ministeri. Con il decreto legge 4/2014 vengono,
infatti, notevolmente elevate le riduzioni e vengono, soprattutto,
anticipate al 2014.
L’effetto sul Ministero del lavoro e delle politiche sociali è pesante: 21,5 milioni già dal 2014.
L’effetto è grave perché gli accantonamenti di quel Ministero sono
notevoli: risultano, infatti, ancora presso il Ministero sia le somme
afferenti al Fondo per le Non Autosufficienze 2013 (275 milioni di euro)
che quelle del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali 2013 (344
milioni). In entrambi i casi i decreti di riparto, cioè gli atti che
attribuiscono le rispettive somme alle Regioni, sono stati
particolarmente tardivi, se si pensa che i fondi sono stati approvati
nel dicembre 2012 e non ancora trasferiti alle Regioni.
Come abbiamo detto il decreto-legge è già in vigore, ed eventuali
modificazioni possono essere apportate solo in sede di conversione in
legge.
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