Andreotti fa paura anche da morto
Un atroce dubbio si diffonde a Roma nei palazzi della politica:
Andreotti prima di morire avrebbe scritto un memoriale e un testamento
spirituale per alleggerirsi l’anima, lui cattolico praticante, prima di
compiere il fatale passo.
Ciò che è più di un sospetto (secondo indiscrezioni) agita i palazzi della politica poiché nel memoriale potrebbero essere contenute alcune rivelazioni scottanti su alcuni episodi mai chiariti della storia italiana e, in particolare, sull’omicidio di Aldo Moro, sull’organizzazione Gladio e sulla “strategia della tensione”.
Relativamente all’omicidio di Aldo Moro, Andreotti potrebbe ad esempio aver scritto che la D.C. ricevette l’ordine di adottare la “linea dura” sulle trattative con le B.R. (una vecchia questione sulla quale si è per anni discusso) e da quali centrali esterne sia pervenuta la disposizione di evitare di entrare in trattativa con le B.R.. Andreotti potrebbe averla finalmente chiarita nelle sue carte per alleggerirsi la coscienza. Furono forse i servizi segreti americani, la CIA? Il Mossad? Fu un ordine o un consiglio? Di sicuro Andreotti godeva di un rapporto privilegiato con Henry Kissinger ed altri esponenti del Dipartimento di Stato dell’epoca negli USA.
Giocano un ruolo in questa vicenda le rivelazioni fatte a suo tempo dall’ex segretario di Aldo Moro, Galloni e il racconto fornito ai magistrati dalla famiglia dello statista democristiano circa le minacce che Moro aveva ricevuto da una qualche personalità degli Stati Uniti, individuata in Henry Kissinger, Segretario di Stato USA negli anni ’70. Moro, una volta liberato, avrebbe potuto rivelare alcune verità scomode e la sua politica di “compromesso storico” con il PCI nonché il suo avvicinamento al mondo arabo nella politica estera, non erano per niente graditi ai responsabili del Dipartimento di Stato USA né a Israele. Le BR all’epoca, come riferito dopo alcuni anni da Giovanni Galloni (assistente di Moro), erano state infiltrate dalla CIA e questa notizia era conosciuta dallo stesso Aldo Moro che si domandò (ingenuamente) perché gli americani non lo avessero ufficialmente informato.
Ciò che è più di un sospetto (secondo indiscrezioni) agita i palazzi della politica poiché nel memoriale potrebbero essere contenute alcune rivelazioni scottanti su alcuni episodi mai chiariti della storia italiana e, in particolare, sull’omicidio di Aldo Moro, sull’organizzazione Gladio e sulla “strategia della tensione”.
Relativamente all’omicidio di Aldo Moro, Andreotti potrebbe ad esempio aver scritto che la D.C. ricevette l’ordine di adottare la “linea dura” sulle trattative con le B.R. (una vecchia questione sulla quale si è per anni discusso) e da quali centrali esterne sia pervenuta la disposizione di evitare di entrare in trattativa con le B.R.. Andreotti potrebbe averla finalmente chiarita nelle sue carte per alleggerirsi la coscienza. Furono forse i servizi segreti americani, la CIA? Il Mossad? Fu un ordine o un consiglio? Di sicuro Andreotti godeva di un rapporto privilegiato con Henry Kissinger ed altri esponenti del Dipartimento di Stato dell’epoca negli USA.
Giocano un ruolo in questa vicenda le rivelazioni fatte a suo tempo dall’ex segretario di Aldo Moro, Galloni e il racconto fornito ai magistrati dalla famiglia dello statista democristiano circa le minacce che Moro aveva ricevuto da una qualche personalità degli Stati Uniti, individuata in Henry Kissinger, Segretario di Stato USA negli anni ’70. Moro, una volta liberato, avrebbe potuto rivelare alcune verità scomode e la sua politica di “compromesso storico” con il PCI nonché il suo avvicinamento al mondo arabo nella politica estera, non erano per niente graditi ai responsabili del Dipartimento di Stato USA né a Israele. Le BR all’epoca, come riferito dopo alcuni anni da Giovanni Galloni (assistente di Moro), erano state infiltrate dalla CIA e questa notizia era conosciuta dallo stesso Aldo Moro che si domandò (ingenuamente) perché gli americani non lo avessero ufficialmente informato.
Una questione sempre sottaciuta dalla stampa in Italia forse per non
turbare i buoni rapporti esistenti con gli americani. Piuttosto Galloni,
che ha ricoperto anche la carica di vice presidente del CSM, è stato
fatto oggetto, a seguito di tali dichiarazioni, di una campagna di
delegittimazione volta a screditarlo come teste attendibile (si sono
distinti in questo i radicali, da sempre difensori d’ufficio degli
interessi degli USA e di Israele in Italia).
Ancora ai giorni nostri, la questione potrebbe assumere importanza per
il Dipartimento di Stato USA e per gli ex notabili democristiani
dell’epoca ancora oggi in vita (da Arnaldo Forlani a De Mita, da Beppe
Pisanu a Emilio Colombo).
L’altra questione che Andreotti potrebbe aver menzionato nel suo
memoriale si riferisce alla così detta “strategia della tensione”, le
stragi degli anni ’70 e Gladio, l’organizzazione paramilitare segreta,
argomenti oggetto di numerose inchieste giudiziarie e di rivelazioni
fatte da Cossiga sulle collusioni con i servizi USA, prima della sua
morte ed anche queste puntualmente snobbate e sottaciute dai media che
hanno sempre preferito accreditare come veritiera la comoda tesi delle
stragi realizzate da gruppi di neofascisti (Freda e Ventura per P.zza
Fontana, Mambro e Fioravanti per Bologna).
Vedere anche le rivelazioni fatte poco tempo fa dal giudice Ferdinando
Imposimato relative alla strategia della tensione ed agli atti contenuti
nei documenti del giudice Alessandrini che indagò a fondo sulle BR e
che da queste venne poi assassinato. Dichiarazioni astutamente occultate
e mai divulgate da tutti i media, giornali e TV
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