FI, Italicum solo alla Camera Renzi: bene, Senato sara' abolito
Roma, 4 mar. - Accordo raggiunto sulla legge elettorale
a poche ore dall'approdo in Aula dell'Italicum.
Forza Italia e Pd hanno trovato l'intesa: al termine del lungo vertice a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi dirama una nota con cui da' il via libera alla riforma "ma solo per la Camera": "Confermiamo integralmente l'accordo pubblicamente realizzato, senza alcun 'patto segreto' come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa", scrive il Cavaliere. "Prendiamo atto con grave disappunto della difficolta' del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati - scrive il leader di Fi - Come ulteriore atto di collaborazione, nell'interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell'assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilita' ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l'efficacia alla sola Camera dei Deputati, accettando lo spirito dell'emendamento 2.3".
Berlusconi ribadisce "dunque piena collaborazione su questo piano, e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, e su tutto quanto, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra".
Forza Italia e Pd hanno trovato l'intesa: al termine del lungo vertice a palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi dirama una nota con cui da' il via libera alla riforma "ma solo per la Camera": "Confermiamo integralmente l'accordo pubblicamente realizzato, senza alcun 'patto segreto' come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa", scrive il Cavaliere. "Prendiamo atto con grave disappunto della difficolta' del Presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati - scrive il leader di Fi - Come ulteriore atto di collaborazione, nell'interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell'assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilita' ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l'efficacia alla sola Camera dei Deputati, accettando lo spirito dell'emendamento 2.3".
Berlusconi ribadisce "dunque piena collaborazione su questo piano, e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, e su tutto quanto, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra".
RENZI: BENE ACCORDO CON BERLUSCONI, SENATO SARA' ABOLITO
"Non capisco le polemiche....". Cosi' il Capo del Governo
Matteo Renzi risponde ai giornalisti che gli facevano notare il
tono deluso dei commenti di Silvio Berlusconi sull'accordo
raggiunto da Pd e FI sull'Italicum. "Quello di oggi - ha detto
il premier - e' un passo avanti perche' e' il si' a un modello
elettorale che garantisce un vincitore certo. Il fatto che il
Senato abbia o no una legge elettorale e' ininfluente perche'
non si votera' piu' per eleggere i senatori. Spero - ha
aggiunto - di chiudere presto, dopo 20 anni, la pagina delle
riforme istituzionali. Voglio far notare a Berlusconi e a tutti
che stiamo realizzando cio' che ci eravamo impegnati a fare. Le
polemiche di oggi non le capisco".
"I cittadini - ha aggiunto il premier - devono sapere che non si votera' piu' per il Senato, ma solo per la Camera". "Lo scopo della legge elettorale - ha spiegato Renzi - e' di avere un vincitore certo e l'Italicum garantisce di averlo.
Il fatto che il Senato abbia o meno una norma elettorale, nel momento in cui abbiamo deciso di superarlo, e' un fatto secondario, una discussione ed un tema che appassiona i soli addetti ai lavori". Renzi ha poi ricordato che "gli obiettivi che ci siamo dati sono tre: arrivare ad una legge elettorale che garantisca la certezza su chi ha vinto; tagliare il numero dei parlamentari; riformare il titolo V cosi' da ridurre i costi e gli sprechi".
"I cittadini - ha aggiunto il premier - devono sapere che non si votera' piu' per il Senato, ma solo per la Camera". "Lo scopo della legge elettorale - ha spiegato Renzi - e' di avere un vincitore certo e l'Italicum garantisce di averlo.
Il fatto che il Senato abbia o meno una norma elettorale, nel momento in cui abbiamo deciso di superarlo, e' un fatto secondario, una discussione ed un tema che appassiona i soli addetti ai lavori". Renzi ha poi ricordato che "gli obiettivi che ci siamo dati sono tre: arrivare ad una legge elettorale che garantisca la certezza su chi ha vinto; tagliare il numero dei parlamentari; riformare il titolo V cosi' da ridurre i costi e gli sprechi".
L.ELETTORALE: IMPASSE SU CANDIDATURE MULTIPLE, NCD NE CHIEDE 10
Chiuso l'accordo con Forza Italia sull'Italicum valido solo per
la Camera, si apre un altro fronte nella trattativa sulla
riforma elettorale e, spiegano fonti Ncd, certo non aiuta il
fatto che il premier sia fuori dall'Italia, impegnato nella
prima visita ufficiale all'estero, in Tunisia. A fare da
ufficiale di collegamento tra le richieste Ncd e Renzi e' la
ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi. L'impasse, sul
quale si sta ora trattando, riguarda le candidature multiple,
fortemente volute dagli alfaniani, soprattutto alla luce degli
scenari prospettati dagli studi effettuati dalla camera sulla
base degli algoritmi per la ripartizione dei seggi, che
sfavoriscono i piccoli partiti per l'elevata casualita' della
distribuzione a livello nazionale. Ncd, quindi, chiede di
alzare il tetto massimo delle candidature multiple a 10, mentre
l'accordo precedente ne prevedeva un massimo di 8. Si attende
ora la risposta di Renzi. Sul punto, c'e' la contrarieta' di
FI, ma anche di una parte del Pd.
TENSIONI FI-CARROCCIO, RISCHIA DI SALTARE IL SALVA-LEGA
Rischia di saltare l'emendamento cosiddetto 'salva-Lega',
presentato da Forza Italia alla legge elettorale. Fonti
parlamentari azzurre spiegano che nelle ultime settimane si e'
registrata una certa tensione tra Forza Italia e Carroccio,
proprio sull'atteggiamento nei confronti dell'Italicum ma,
anche, sulle future alleanze.
Da qui, stando ad alcuni parlamentari forzisti, deriverebbe
l'intenzione degli azzurri di non portare all'esame dell'Aula
di Montecitorio l'emendamento che, di fatto, garantiva alla
Lega, fortemente radicata territorialmente, di accedere
comunque in Parlamento anche se non dovesse superare la soglia
del 4,5%. Purche' all'interno di una coalizione.
Ma secondo altri esponenti di piazza San Lorenzo in Lucina,
alla base dell'ipotesi di non presentare piu' il salva-Lega ci
sarebbero altri motivi, attinenti alla nuova intesa siglata con
il Pd.
Il Carroccio, pubblicamente e anche attraverso il suo
segretario Salvini, ha sempre rivendicato di non aver chiesto
l'emendamento e di non averne bisogno.
"Noi non abbiamo presentato nessun emendamento a favore della Lega", spiega Matteo Bragantini, esponente del Carroccio in commissione Affari costituzionali della Camera. Peraltro, aggiunge, "quell'emendamento non ci piaceva nemmeno, non e' stato condiviso con noi e non ci piace perche' prevede che ci sia una soglia differenziata se un partito sta in coalizione oppure no. Ma noi vogliamo che sia data a tutti la possibilita' di stare in parlamento, a prescindere dalla coalizione". In sostanza, spiegano altre fonti del Carroccio, con quell'emendamento Forza Italia si assicurava l'alleanza con la Lega.
"Noi non abbiamo presentato nessun emendamento a favore della Lega", spiega Matteo Bragantini, esponente del Carroccio in commissione Affari costituzionali della Camera. Peraltro, aggiunge, "quell'emendamento non ci piaceva nemmeno, non e' stato condiviso con noi e non ci piace perche' prevede che ci sia una soglia differenziata se un partito sta in coalizione oppure no. Ma noi vogliamo che sia data a tutti la possibilita' di stare in parlamento, a prescindere dalla coalizione". In sostanza, spiegano altre fonti del Carroccio, con quell'emendamento Forza Italia si assicurava l'alleanza con la Lega.
'MAI VISTO', E CIVATI SI APPELLA A NAPOLITANO
"Ma si e' mai visto un sistema politico bicamerale con due
leggi diverse per ognuna delle due Camere? Mi appello a
Napolitano per sapere se va tutto bene". Pippo Civati,
esponente dela minoranza Pd, commenta cosi' la discussione
sulla riforma elettorale.
La legge, ha aggiunto, "non interviene su rappresentanza e
governabilita'. Non e' ne' un superamento ne' una riflessione
su cio' che la Consulta ha detto"
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