L'ETA' DELLE PROFESSIONI
L’età
delle professioni sarà da "ricordare" come l’epoca nella quale dei
politici un po’ rimbambiti, in nome degli elettori, guidati da
professori, affidavano ai tecnocrati il potere di legiferare sui
bisogni: diventando succubi di oligarchie monopolistiche che imponevano
gli strumenti con i quali tali esigenze dovevano essere soddisfatte.
Sarà
ricordata come l’era della scolarizzazione, in cui alle persone per un
terzo della loro vita venivano imposti i bisogni di apprendimento ed
erano addestrate ad accumulare ulteriori bisogni, cosicché, per gli
altri due terzi della loro vita, divenivano clienti di prestigiosi
“pusher” che forgiavano le loro abitudini.
Sarà
ricordata come l’era nella quale dedicarsi a viaggi ricreativi
significava andare in giro intruppati a guardare la gente con l’aria
imbambolata, e fare l’amore significava adattarsi ai ruoli sessuali
indicati da professionisti “sessuologi”. L’epoca in cui le opinioni
delle persone erano una replica dell’ultimo talk show televisivo e alle
elezioni il loro voto serviva a premiare imbonitori e venditori perché
potessero fare meglio i comodi propri.
Verrà ricordata come l’epoca nella quale un’intera generazione se ne andò alla ricerca frenetica di un benessere che impoverisce, dove tutte le libertà umane furono svendute, ad un totalitarismo “bonario” e ad un “tecno fascismo”.
Verrà ricordata come l’epoca nella quale un’intera generazione se ne andò alla ricerca frenetica di un benessere che impoverisce, dove tutte le libertà umane furono svendute, ad un totalitarismo “bonario” e ad un “tecno fascismo”.
Solo
se comprendiamo il modo in cui la dipendenza dalle merci ha legittimato
le domande, le ha trasformate in bisogni urgenti ed esasperati mentre
contemporaneamente ha distrutto la capacità delle persone di provvedere a
se stesse, noi potremmo evitare di avanzare verso una nuova epoca buia
nella quale una auto indulgenza edonista sarà scambiata per la forma più
alta di indipendenza.
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