Renzi: non facile 'slegare' Italia da lacci inutili in un mese
"Non e' facile 'slegare' questo paese da
lacci inutili e anacronistici. Soprattutto, non si fa in un
giorno e nemmeno in un mese. Vorrei anche dire che non si
realizza una forte azione modernizzatrice solo 'dall'alto', da
palazzo Chigi o dal parlamento: no, serve l'iniziativa di
tutti, serve un concorso partecipato di idee". Lo scrive il
premier Matteo Renzi in una lettera a 'Europa'. "Il che non
vuol dire ripetere il copione del passato, con i tempi
lunghissimi della politica tradizionale e delle infinite
trattative, ma vuol dire: muoviamoci, muoviamoci come
istituzioni, come comunita', come nazione".
"E dunque, in questo senso, - dice ancora - questo Primo Maggio ci serve per raccoglierci insieme e riflettere su quello che stiamo facendo e su quello che abbiamo intenzione di fare.
Noi stiamo parlando il linguaggio della concretezza e anche dell'ottimismo. Perche' non dobbiamo assuefarci. L'intervento sulle buste paga per chi ha di meno, la riforma della pubblica amministrazione, le leggi sul mercato del lavoro, la prossima riforma fiscale, il pagamento dei debiti alle pubbliche amministrazioni: tasselli di un mosaico che tende a comporsi con l'obiettivo di ridare fiato all'economia italiana. Non basta, e' chiaro. Ma ripartiamo da quello che c'e', e scrolliamoci di dosso la rassegnazione. Per cambiare, insieme, l'Italia". "Da troppi anni ormai il tema del lavoro viene declinato come il tema del non-lavoro - aggiunge il premier - Nelle case, in famiglia, con gli amici si parla di disoccupazione, non di lavoro, e la verita' e' che ci siamo un po' tutti abituati a questo. Ci siamo assuefatti. Diamo per scontato che ormai e' cosi', che non c'e' niente da fare. Che in Europa, in Italia per forza ci debba essere meno lavoro e che ai giovani non resti fare altro che prendersi un bel biglietto aereo di sola andata e cercare fortuna altrove". "Purtroppo la realta', certo - conclude il presidente del Consiglio - e' quella di una crisi mai vista negli ultimi decenni, una crisi che da noi e' mille volte piu' grave a causa di un sistema-paese che ostacola l'innovazione, la sperimentazione, il coraggio, la fantasia.
Pensiamo a quanti imprenditori, soprattutto giovani, hanno tante idee e validissimi progetti per far partire imprese nuove e che si trovano di fronte a una serie impressionante di porte chiuse quando chiedono un finanziamento, un'autorizzazione, un bollo, un permesso"
"E dunque, in questo senso, - dice ancora - questo Primo Maggio ci serve per raccoglierci insieme e riflettere su quello che stiamo facendo e su quello che abbiamo intenzione di fare.
Noi stiamo parlando il linguaggio della concretezza e anche dell'ottimismo. Perche' non dobbiamo assuefarci. L'intervento sulle buste paga per chi ha di meno, la riforma della pubblica amministrazione, le leggi sul mercato del lavoro, la prossima riforma fiscale, il pagamento dei debiti alle pubbliche amministrazioni: tasselli di un mosaico che tende a comporsi con l'obiettivo di ridare fiato all'economia italiana. Non basta, e' chiaro. Ma ripartiamo da quello che c'e', e scrolliamoci di dosso la rassegnazione. Per cambiare, insieme, l'Italia". "Da troppi anni ormai il tema del lavoro viene declinato come il tema del non-lavoro - aggiunge il premier - Nelle case, in famiglia, con gli amici si parla di disoccupazione, non di lavoro, e la verita' e' che ci siamo un po' tutti abituati a questo. Ci siamo assuefatti. Diamo per scontato che ormai e' cosi', che non c'e' niente da fare. Che in Europa, in Italia per forza ci debba essere meno lavoro e che ai giovani non resti fare altro che prendersi un bel biglietto aereo di sola andata e cercare fortuna altrove". "Purtroppo la realta', certo - conclude il presidente del Consiglio - e' quella di una crisi mai vista negli ultimi decenni, una crisi che da noi e' mille volte piu' grave a causa di un sistema-paese che ostacola l'innovazione, la sperimentazione, il coraggio, la fantasia.
Pensiamo a quanti imprenditori, soprattutto giovani, hanno tante idee e validissimi progetti per far partire imprese nuove e che si trovano di fronte a una serie impressionante di porte chiuse quando chiedono un finanziamento, un'autorizzazione, un bollo, un permesso"
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