"E' allarme lavoro, non festa" Napolitano 'scuote' il 1 maggio
Un appello contro la disoccupazione dal
Presidente della Repubblica nel messaggio per il primo maggio.
"Se volessimo dare un nome" a questa giornata del Primo Maggio, "non e' eccessivo parlare di "allarme lavoro". Napolitano ha aperto cosi' il suo intervento al Quirinale.
"No, non e' eccessivo parlare di 'allarme lavoro': per suscitare il massimo di reazioni in tutti i sensi, non certo per abbandonarsi allo scoramento. Il massimo di reazione - ha detto Napolitano - in termini di riforme e di politiche pubbliche, di impegno delle imprese e delle organizzazioni sociali, di iniziativa dal basso, individuale e di gruppo".
"Se volessimo dare un nome" a questa giornata del Primo Maggio, "non e' eccessivo parlare di "allarme lavoro". Napolitano ha aperto cosi' il suo intervento al Quirinale.
"No, non e' eccessivo parlare di 'allarme lavoro': per suscitare il massimo di reazioni in tutti i sensi, non certo per abbandonarsi allo scoramento. Il massimo di reazione - ha detto Napolitano - in termini di riforme e di politiche pubbliche, di impegno delle imprese e delle organizzazioni sociali, di iniziativa dal basso, individuale e di gruppo".
"L'opposto, insomma, della rassegnazione, del fatalismo e
anche dell'ordinaria amministrazione della pigra e lenta
routine burocratica".
"Non tocca a me esprimermi sul merito di orientamenti e
provvedimenti e sui punti controversi che presentano", ha detto
il capo dello Stato.
"Il confronto e' fisiologico e il dissenso pienamente libero di esprimersi: ma le scelte conclusive non possono tardare a lungo", ha aggiunto, dopo aver premesso: "come stia reagendo con accresciuto dinamismo e spirito innovativo il governo lo ha detto qui il ministro Poletti". Ai sindacati spetta "un ruolo essenziale e nuovo". Ma a loro spetta anche un ruolo nuovo e sono chiamati, in un quadro grave di crisi aziendali, come l'attuale, "a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche, innovative, coraggiose e determinate".
"Il confronto e' fisiologico e il dissenso pienamente libero di esprimersi: ma le scelte conclusive non possono tardare a lungo", ha aggiunto, dopo aver premesso: "come stia reagendo con accresciuto dinamismo e spirito innovativo il governo lo ha detto qui il ministro Poletti". Ai sindacati spetta "un ruolo essenziale e nuovo". Ma a loro spetta anche un ruolo nuovo e sono chiamati, in un quadro grave di crisi aziendali, come l'attuale, "a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche, innovative, coraggiose e determinate".
I sindacati "per loro natura - ha detto il Capo dello Stato
- hanno storicamente sempre avuto difficolta' a rappresentare,
insieme con il lavoratori, i senza lavoro, le istanze degli uni
e degli altri. Ma anche salvaguardare posti di lavoro a
rischio, oggi implica azioni diverse da quelle tradizionali di
difesa condotte dai sindacati".
Per raggiungere l'obiettivo della piena occupazione e del
progresso sociale servono "anche in Italia ripensamenti non da
poco nei nostri sistemi di garanzia del benessere e della
protezione sociale", ha aggiunto il presidente della
Repubblica. "Anche al fine di evitare che venga messo a rischio
quel modello civile che nella seconda meta' del '900 ha fatto
dell'Europa un punto di riferimento mondiale", ha osservato
ancora.
"Per non far regredire l'Italia e l'Europa, per rilanciarne
il ruolo e i valori, innanzitutto promuovendo decisamente
crescita e occupazione, ricerca e formazione, si impongono
riforme razionalizzatrici", Lo concluso il presidente della
Repubblica, ed ha spiegato: "dal mercato del lavoro al sistema
tributario". E si impongono "politiche severe di impiego
trasparente e produttivo del denaro pubblico, incidendo su
sprechi, corruzione, privilegi e parassitismi".
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