LA TRUFFA DELLA VENDITA DI BANCA ITALIA
In questa data avvengono due fatti estremamente importanti per la realizzazione del progetto:
viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro; Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.
viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro; Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.
I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle
conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne
subiscono le conseguenze e quando si domandano “perchè”, ogni volta
viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i
cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo.
I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto
e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il Decreto Ministeriale
numero 561, pone il segreto su:
“articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…;
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea…
Articolo 3. a ) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”.
“articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…;
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea…
Articolo 3. a ) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”.
Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto
europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica
monetaria.
Il 1 gennaio 2002 l’Italia ed altri Paesi europei (non tutti)
adottano come moneta l’euro. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La
crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai
cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che,
invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo.
Il 4 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di
partecipazione alla Banca d’Italia. Si scopre così, per la prima volta
(le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano riservate) che
l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione
dell’articolo 3 del suo statuto (“In ogni caso dovrà essere assicurata
la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca
da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni
con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in
mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo,
Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS.
Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto
succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione
degli istituti di credito voluta con la legge numero 35/1992 Amato-
Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito
seguire la legge 82/1992, che dava facoltà alla Banca d’Italia di
decidere autonomamente il costo del denaro.
In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori.
Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia.
In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori.
Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia.
Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza
2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino
(l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno
derivante dalla sottrazione del reddito monetario.
Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca
d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente
di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora
non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in
evidenza:
Per quanto concerne la Banca d’Italia:
come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato;
come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare;
come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro.
come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato;
come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare;
come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro.
Per quanto concerne la BCE:
come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte;
come, ex articolo 107 del Trattato di Maastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea.
come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale;
come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro.
come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte;
come, ex articolo 107 del Trattato di Maastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea.
come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale;
come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro.
In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato,
delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica
monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima
alla Banca d’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE
(soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale).
Così facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione:
L’articolo 1 che recita: “… La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati;
L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
L’articolo 1 che recita: “… La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati;
L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
L’articolo 11 della Costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale.
Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.
Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli:
241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.
283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.
Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.
Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli:
241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.
283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.
I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e
sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE , anche
esterno allo Stato. Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a
giudizio per questi gravi reati dura poco. Per una strana coincidenza, a
soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia, nell’ultima
riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle
elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 numero 85 dal titolo “Modifiche
al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati
proprio gli articoli 241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e
l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello
Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le
assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni
democratiche del Paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno
ben poco a che vedere.
Cosa cambia con questa modifica? Nella sostanza le figure di
attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti. Se
invece si attenta alla Costituzione semplicemente abusando di un potere
pubblico non si commette più reato. I politici, dunque, non solo sono
salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno
abusare del loro potere pubblico violando la Costituzione senza più
rischiare assolutamente nulla. Certo, questa modifica priva la nostra
repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga.
Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16.751/2006
della Cassazione a Sezioni Unite, che accoglie il ricorso di Banca
d’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle
motivazioni si legge: “… al giudice non compete sindacare il modo in cui
lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono
indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a
trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali:
funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione
di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano
o non assumano un determinato contenuto”.
In altri termini il giudice non può sindacare come lo Stato
esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un
danno al cittadino.
Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto privo di
difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua
sovranità venga svenduta a soggetti privati. E allora che fare? Al
cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla
violazione dell’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia?
Assolutamente no, anche l’articolo 3 dello Statuto, ovviamente, è stato
modificato a dicembre del 2006. Ora non è più necessaria nessuna
partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per
Statuto.
La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.
La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.
Lisbona
I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:
I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:
evitare di far votare la popolazione;
rendere il testo illeggibile.
rendere il testo illeggibile.
Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea
immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla Trattato. Poi, per
non far capire al cittadino che nulla è cambiato, rendono il testo
illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè
pagina, come hanno confessato:
l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”;
il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”;
il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile… Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”.
l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”;
il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”;
il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile… Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”.
Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si
riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione
Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora manca solo la ratifica
dei vari Stati.
Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto
del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al
periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica
del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono.
In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere.
Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolo 1 e 11 della nostra Costituzione.
L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.
In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere.
Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolo 1 e 11 della nostra Costituzione.
L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.
Inoltre ha violato l’articolo 11 perché, come abbiano visto:
“L’Italia… consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità”.
Lo Stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha
ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non
ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e
importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che
il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese
Tony Blair. La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere,
sopratutto in ordine alla cosiddetta Clausola di Solidarietà presente
nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea
sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare
contro “azioni terroristiche” in qualunque altra nazione. Il problema e
che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche”. Chi
deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in
passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione
di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra
all’Iraq? A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché
qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la
parola “terrorista” o “azione terroristica”?
Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto
terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i
servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività
criminale che potrà poi essere coperta con il segreto di Stato, come ha
recentemente confermato con la sentenza 106/2009 anche la nostra Corte
Costituzionale.
Ma il dato più allarmante è che con il Trattato di Lisbona viene
reintrodotta la pena di morte. Ovviamente tale dicitura non è
chiaramente presente nel testo, ma in una noticina a piè pagina (si
continua nell’inganno).
Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).
La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.
Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).
La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.
Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia
- con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la
funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati:
- nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione;
- nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce;
- ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.
- nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione;
- nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce;
- ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.
Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso
tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non
eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno
in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare,
perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione
terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la
sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il
tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.
La crisi non esiste,la crisi è provocata dalla banche che
chiedono rientri e non rilasciano presiti,questo provoca un’economia
ferma e senza sbocchi.
Diffondete l’informazione AIUTATECI AD AIUTARVI.
Partecipanti al capitale Ente partecipante:
Intesa Sanpaolo S.p.A.
UniCredit S.p.A.
Assicurazioni Generali S.p.A.
Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. INPS
Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia Banca Nazionale del Lavoro S.p.A.
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A. Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. Fondiaria – SAI S.p.A.
Allianz Società per Azioni
Banco Popolare s.c.
Cassa di Risparmio del Veneto S.p.A.
Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.
Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.
Banca delle Marche S.p.A.
INAIL
Milano Assicurazioni
Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia S.p.A. (CARIFVG S.P.A.) Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia S.p.A.
Cassa di Risparmio dell’Umbria S.p.A.
Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.
Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.
Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A.
Banca Regionale Europea S.p.A.
Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A.
Banca Popolare di Vicenza S.c.p.A.
Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A.
Banca dell’Adriatico S.p.A.
Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A.
Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna S.p.A.
Banca Carime S.p.A.
Società Reale Mutua Assicurazioni
Veneto Banca S.c.p. Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 430 Banca CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. 393 Cassa di Risparmio di Bolzano S.p.A. 377 Cassa di Risparmio di Bra S.p.A. 329 Cassa di Risparmio di Cento S.p.A. 311 Cassa di Risparmio della Spezia S.p.A. 266 Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo S.p.A. 251 Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A. 237 Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. 200 Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 194 Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. 151 Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A. 130 Cassa di Risparmio di Savona S.p.A. 123 TERCAS – Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo S.p.A. 115 Cassa di Risparmio di Civitavecchia S.p.A. 111 Credito Valtellinese S.c. 101 Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. 101 CARILO – Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A. 100 Cassa di Risparmio della Repubblica di S. Marino S.p.A. 36 Banca CARIPE S.p.A. 8 Banca Monte Parma S.p.A. 8 Cassa di Risparmio di Rieti S.p.A. 8 Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A. 4 Banca del Monte di Lucca S.p.A. 2
UniCredit S.p.A.
Assicurazioni Generali S.p.A.
Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. INPS
Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia Banca Nazionale del Lavoro S.p.A.
Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.
Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.
Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A. Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A. Fondiaria – SAI S.p.A.
Allianz Società per Azioni
Banco Popolare s.c.
Cassa di Risparmio del Veneto S.p.A.
Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.
Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.
Banca delle Marche S.p.A.
INAIL
Milano Assicurazioni
Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia S.p.A. (CARIFVG S.P.A.) Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia S.p.A.
Cassa di Risparmio dell’Umbria S.p.A.
Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.
Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.
Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A.
Banca Regionale Europea S.p.A.
Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A.
Banca Popolare di Vicenza S.c.p.A.
Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A.
Banca dell’Adriatico S.p.A.
Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A.
Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna S.p.A.
Banca Carime S.p.A.
Società Reale Mutua Assicurazioni
Veneto Banca S.c.p. Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 430 Banca CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. 393 Cassa di Risparmio di Bolzano S.p.A. 377 Cassa di Risparmio di Bra S.p.A. 329 Cassa di Risparmio di Cento S.p.A. 311 Cassa di Risparmio della Spezia S.p.A. 266 Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo S.p.A. 251 Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A. 237 Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. 200 Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 194 Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. 151 Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A. 130 Cassa di Risparmio di Savona S.p.A. 123 TERCAS – Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo S.p.A. 115 Cassa di Risparmio di Civitavecchia S.p.A. 111 Credito Valtellinese S.c. 101 Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. 101 CARILO – Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A. 100 Cassa di Risparmio della Repubblica di S. Marino S.p.A. 36 Banca CARIPE S.p.A. 8 Banca Monte Parma S.p.A. 8 Cassa di Risparmio di Rieti S.p.A. 8 Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A. 4 Banca del Monte di Lucca S.p.A. 2
TOTALI 300.000.
Nessun commento:
Posta un commento