"Le parole di De Gennaro però non sono certo quelle che si aspettano da un uomo che ha giurato di servire le istituzioni e che oggi rappresenta il governo. Sono parole simili a quelle di un capobanda che, dopo aver subito una sconfitta, resta consapevole dell'enorme potere di cui ancora dispone''. A dichiararlo è Vittorio Agnoletto portavoce del GSF al G8 di Genova commentando la dichiarazione del sottosegretario De Gennaro. ''Nelle parole dell'ex capo della polizia - aggiunge - non c'è nemmeno l'ombra delle scuse che, se pur solo formalmente, ha chiesto il suo successore Manganelli''.
''De Gennaro, con arroganza rivendica ogni cosa e - prosegue - sfottendo i giudici osa addirittura affermare, che tutto si è svolto secondo la Costituzione, lui che a Genova nel 2001 era il capo della polizia e quindi il responsabile della gestione dell'ordine pubblico''.
''Nemmeno una critica -rileva Agnoletto - verso i dirigenti di polizia condannati per reati estremamente gravi, ai quali va anzi la sua solidarietà. La stessa solidarietà in nome della quale per undici anni i vertici della polizia hanno cercato di impedire l'azione dei pubblici ministeri e di bloccare i processi. Per tutti gli altri resta solo un generico dolore; nemmeno un accenno alle vittime della violenza provocata dai suoi sottoposti. In qualunque altro Paese europeo - conclude Agnoletto - De Gennaro sarebbe statosospeso dall'incarico già nel 2001; è inaccettabile - conclude - che resti al governo nel silenzio colpevole di tutto il parlamento''.
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