BOLLETTINO N 83 DEL 91 ESIMO GIORNO DI PRIGIONIA DI AMBROGIO CRESPI
DAL 10 SCIOPERO DELLA SETE-VD
QUANTE FIRME VI SERVONO ANCORA PER SMETTERE STO SCEMPIO ?
Di Luigi Crespi – Ho già annunciato che comincerò lo sciopero della sete che si andrà ad aggiungere allo sciopero della fame. Ho anche già fatto un appello Al PM D'Amico a cui mi rivolgo nuovamente, lui, che amministra la giustizia non può
non sapere, non può non vedere quello che tutti vedono e cioè che Ambrogio è innocente, non può non sapere che la sua detenzione è ai limiti della legalità.
Mi aspetto che sia lui a scarcerare mio fratello, questo sarebbe per me giustizia, ma gli avvocati mi dicono che non c’è alcuna speranza.
Mi aspetto che sia lui a scarcerare mio fratello, questo sarebbe per me giustizia, ma gli avvocati mi dicono che non c’è alcuna speranza.
Mio fratello è la mia vita e io
non posso che mettere a disposizione sul piatto della bilancia di questa
giustizia la mia stessa vita. Non possono prendere mio
fratello e non prendere me, siamo un’unica cosa, quindi da giovedì 10,
giorno nel quale saranno tre mesi esatti in cui mio fratello è detenuto
nel carcere di Opera, aggiungerò ai miei oltre 60 giorni di sciopero della fame quello della sete, ad oltranza.
Perché all’interno di questo
gesto, che non è esclusivamente per Ambrogio e che segue l’insegnamento e
l’esempio di Marco Pannella, c’è tutta la mia passione civile, il mio
amore per Ambrogio, il mio sostegno alle persone che si trovano nella
stessa situazione di mio fratello e l’amore per il mio Paese.
BERNARDINI :AMNISTIA GIUSTIZIA E LIBERTÀ PER RIFORMARE IL SISTEMA
Di LUIGI ERBETTA – IRadicali hanno presentato il simbolo della lista Amnistia Giustizia e LIBERTÀ con cui andranno alle prossime elezioni politiche. Già Marco Pannella
aveva parlato di una lista di scopo con cui si intende continuare a
portare avanti le battaglie che i radicali hanno intrapreso negli scorsi
anni. Clandestinoweb ha intervistato l’onorevole Rita Bernardi per chiederle un commento sulla lista e sul programma politico con cui il partito intende presentarsi alla tornata elettorale.
Ci parli del simbolo della lista Amnistia, Giustizia e Libertà.
Il simbolo e il nome della lista sono
stati già spiegati con le parole e con il corpo di Marco Pannella,
protagonista di una lotta nonviolenta contro l’illegalità in cui versa
il sistema giudiziario italiano. Ribadiamo ancora una volta che è
necessaria una riforma strutturale e profonda di questo sistema. Il nome
della lista racchiude la storia delle nostre battaglie, fatte negli
ultimi trenta anni.
Quindi il nuovo simbolo è un segno di continuità con i temi su cui i radicali continuano a battersi?
Certo, continuità. Ma il nome non è
nuovo. E’ una novità solo il suo utilizzo per le elezioni. Già nel 2005
Amnistia, Giustizia e Libertà era il titolo di una marcia di Natale a
cui parteciparono tra gli altri anche Napolitano, Cossiga, Andreotti,
D’Alema.
Cosa ci dice invece della lista?
E’ una lista di scopo, che si propone un
obiettivo. Non è una lista radicale, ma appunto di obiettivo. La
giustizia italiana non funziona. Basti pensare allo spropositato numero
di processi penali pendenti. Siamo di fronte a un problema di legalità.
Il rispetto delle regole è dimenticato. Ciò che è scritto nelle leggi
non viene applicato. L’illegalità si manifesta nei confronti della
Costituzione, in relazione alla durata dei processi, alle continue
mortificazioni a cui sono sottoposti i detenuti nelle carceri. Anche
l’ordinamento penitenziario viene costantemente violato. Io mi occupo di
carceri e vengo sempre più spesso a contatto con persone a cui vengono
violati i diritti. In Italia viene infranto anche ciò che è stabilito
dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali, in particolare dagli articoli 3 e 6, in cui
si parla di mortificazioni della persona e della durata dei processi.
L’Italia è stata più volte richiamata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo proprio su questi aspetti.
L’Italia è tra i paesi più condannati
dall’Europa a causa dell’eccessiva durata dei processi. Il Ministro
della Giustizia Paola Severino è stata anche convocata per dare una
giustificazione alle continue sanzioni per la non ragionevole durata dei
processi. C’è la necessità per la giustizia italiana di affrontare i
processi con più serietà ed evitare il ripetersi di casi come quello di
Enzo Tortora, e come il calvario che sta vivendo in questi giorni Ambrogio Crespi
In questa fase si parla spesso
di necessità di una rivoluzione politica. Voi come vi ponete davanti a
questa che sembra diventata un po’ una moda.
Noi non siamo un partito rivoluzionista,
siamo riformatori. La storia dice che le riforme più importanti sono
state fatte con i referendum: ad esempio quelli sul divorzio,
sull’aborto. Questo sistema illegale ci sta per regalare l’ennesima
tornata elettorale che contrasta con tutti i principi della democrazia.
Cerchiamo di darci una mossa corte UE Rossodivita amnistia unico provvedimento possibile
Cerchiamo di darci una mossa corte UE Rossodivita amnistia unico provvedimento possibile
Di GIUSEPPINA CAVALLO – La Corte Europea Dei DIRITTI Dell'Uomo ha Condannato ,Ancora Una Volta, L'ITALIA Per La SITUAZIONE IN CUI VERSANO I DETENUTI E LE CARCERI Era già successo nel 2009, ma questa volta, a differenza della prima
sentenza, Strasburgo intima allo Stato italiano di prendere
provvedimenti entro un anno per risolvere alla radice il problema del
sovraffollamento. Questa battaglia è da sempre quella dei Radicali e in particolare a seguire questo caso in prima persona è stato l’avvocato Giuseppe Rossodivita che abbiamo intervistato.
Avvocato lei ha parlato di Soddisfazioni e SOFFERENZA per questa sentenza, perché?
C’è soddisfazione da un punto di vista
politico e professionale per la sentenza che è arrivata dopo
l’iniziativa assunta dal Comitato Radicale per la Giustizia Piero
Calamandrei, perché quei sette detenuti erano assistiti da me e dalla
collega Urciuoli. Una sentenza per la quale la corte ha adottato il
procedimento della sentenza pilota ed ha certificato ufficialmente che
la violazione dei diritti umani dipende da una mancata soluzione al
problema strutturale del sovraffollamento delle carceri. Con questa
sentenza, a differenza di quella del 2009 su Sulejmanovic, non solo si
chiede il risarcimento del danno ai detenuti ma si invita entro un anno
lo Stato italiano ad individuare la strada interna per porre rimedio a
questo problema strutturale. Quindi il prossimo governo italiano non
potrà esimersi dall’adottare provvedimenti che fanno parte della nostra
lista di scopo AMNISTIA GIUSTIZIA E LIBERTÀ
Peraltro in un preciso passaggio della sentenza viene stigmatizzato
l’eccessivo ricorso alla custodia cautelare, un caso tutto italiano,
dove abbiamo il 40% dei detenuti che sono in attesa di giudizio. Quindi
la corte condanna il modo di procedere dei pm italiani e invita, ancora
una volta, lo Stato a sollecitare la magistratura ad applicare soluzioni
di tipo diverso, ampliando il ricorso a misure alternative e riducendo
l’applicazione delle misure cautelari e della custodia in carcere.
Però c’è anche sofferenza…
La sofferenza è come cittadino italiano, non mi piace vivere in uno Stato che strutturalmente viola i diritti umani.
La corte ha dato all’Italia un anno di tempo, ce la farà il prossimo governo ad adeguarsi in tempo?
Il tempo, per i tempi della politica
italiana, è poco anche perché si tratta di un problema che viene da
lontano e per cui tutte le soluzioni che sono state messe sul piatto da
parte di chi si è occupato della vicenda si sono rivelate insufficienti.
E’ importante sottolineare che la Corte Europea ha anche accertato
essere inadeguato quello che finora è stato posto in essere, ovvero il
Piano Carceri, la cosiddetta Legge svuotacarceri, termine falso perché
non ha svuotato nulla e non ha salvato nulla. Il governo si è anche
difeso davanti alla Corte enfatizzando in modo grottesco i risultati
ottenuti con questi due provvedimenti, ma Strasburgo, pur avendo
apprezzato gli sforzi, ha certificato che questi provvedimenti sono
inadeguati. Tra le altre cose dalla prima sentenza del 2009 all’epoca
della presentazione di questo ricorso, 2010, il sovraffollamento è
passato dal 151% al 148% quindi una riduzione assolutamente
insufficiente.
Quindi ci vorranno degli interventi urgenti, voi sostenete da sempre l’amnistia.
L’amnistia è l’unico provvedimento
strutturale capace di far rientrare nell’immediato lo Stato italiano
nell’albo della legalità. Il nostro Paese è stato ancora una volta
condannato dalla Corte europea e, così come la società pretende dai
condannati che si adeguino alle prescrizioni imposte dalla sentenza, in
questo caso noi pretendiamo che lo Stato condannato di adegui alla
decisione della Corte europea. Per noi l’amnistia è l’unica strada
immediata che può, in seguito, aprire il varco ad una profonda riforma
del sistema giustizia partendo proprio dai suggerimenti della Corte e
cioè misure alternative al carcere anche a livello legislativo e meno
ricorso alla custodia cautelare da parte dei giudici.
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