Quella relazione mai vista sugli sprechi dell'Ente per i Sordi
La relazione della Corte dei conti che mancava dal 2006 esce dieci giorni dopo la richiesta dei deputati radicali.
In allegato la relazione della Corte dei conti inviata alla presidenza della Camera l'11 dicembre - Sabrina Giannini
Non c’è peggior sordo di chi non vuole vedere.
Ed è finita che mentre l’Ente nazionale sordi (Ens) sprofondava in un disavanzo economico di 12,5 milioni di euro i governi che dal 2006 avrebbero dovuto vigilare non l’hanno fatto continuando però ad elargire un contributo annuo di 516 mila euro.
Soltanto ieri, con sei anni di ritardo e a seguito della sollecitazione dei deputati radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco, la Corte dei Conti ha inviato alla Presidenza della Camera la relazione degli esercizi dal 2006 al 2010 (e il 2011?) senza motivare le ragioni del proprio intervento tardivo che, se fosse stato redatto tempestivamente, avrebbe arginato l’emorragia.
Si legge che “l'Ente non ha redatto un bilancio consuntivo. Ha, invece, stilato una sorta di bilancio consolidato, non conforme alle disposizioni vigenti, fornendo a supporto una documentazione contabile incompleta e discordante, così da rendere impossibile l’interpretazione della reale situazione economica e patrimoniale”.
Vai a sapere come hanno usato i soldi e come hanno gestito le vendite delle proprietà ricevute in donazione. Scrive la Corte, “Non è stato possibile verificare le argomentazioni presentate dall’Ente a proposito della dismissione del cospicuo patrimonio immobiliare”.
Si è saputo che l’attuale dirigenza ha ipotizzato di affittare parte del prestigioso immobile della sede centrale dell'ente a due passi da San Pietro ad un hotel di lusso con annesso centro massaggi.
Chissà se potranno accedervi con uno sconto i tesserati.
Nell’aprile del 2011 Ida Collu, presidente dell’Ens in carica dal '95, viene accusata della gestione disastrosa e sostituita da Giuseppe Petrucci che, oltre a promettere un riordino, rende noto il disavanzo di 12,5 milioni di euro (sebbene avesse approvato fino ad allora i bilanci in quanto membro del direttivo).
Oggi cliccando sul sito internet dell’Ens alla voce “Progetti e campagne” compare la comunicazione cristallizzata a marzo del 2012 che la pagina è in allestimento. Così come non compare alcuna rendicontazione, quella che dovrebbe essere richiesta dal Ministro dell’Interno deputato alla vigilanza.
Però le spese non mancano.
Petrucci vive in una casa in affitto arredata a spese dell’ente e possiede una carta di credito per spese di rappresentanza con un tetto di cinquemila euro al mese (risultano acquisti di abiti e viaggi all’estero certamente non low budget).
Se la mission dell’Ente “è l'integrazione delle persone sorde nella società, la promozione della loro crescita, autonomia e piena realizzazione umana”, non c’è dubbio che quella dei presidenti è quella di trattarsi molto bene.
Un governo attento avrebbe messo l’ente nelle mani di una dirigenza estranea alle gestioni precedenti. Anzi, i governi dal 2006 ad oggi avrebbero dovuto fare molto di più.
Come fa notare Maria Antonietta Farina Coscioni “dopo l’accertamento di un disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi andava nominato un commissario e l’ente posto in liquidazione coatta amministrativa. Ma in questo caso non si sono accorti perché non hanno controllato. Questo governo come i precedenti”.
Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri subentrata a Maroni sono i responsabili del mancato controllo e prima di loro l’ex ministro Giuliano Amato (2006-2008) che nel 2007, in via straordinaria, concesse all’Ente Nazionale per i sordi una contribuzione doppia rispetto all’ordinario assegno di 516 mila euro.
È lo stesso Giuliano Amato al quale Monti ha chiesto di redigere un dossier sui tagli alle risorse pubbliche?
Leggi la relazione della Corte dei conti inviata alla presidenza della Camera l'11 dicembre
Ed è finita che mentre l’Ente nazionale sordi (Ens) sprofondava in un disavanzo economico di 12,5 milioni di euro i governi che dal 2006 avrebbero dovuto vigilare non l’hanno fatto continuando però ad elargire un contributo annuo di 516 mila euro.
Soltanto ieri, con sei anni di ritardo e a seguito della sollecitazione dei deputati radicali Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco, la Corte dei Conti ha inviato alla Presidenza della Camera la relazione degli esercizi dal 2006 al 2010 (e il 2011?) senza motivare le ragioni del proprio intervento tardivo che, se fosse stato redatto tempestivamente, avrebbe arginato l’emorragia.
Si legge che “l'Ente non ha redatto un bilancio consuntivo. Ha, invece, stilato una sorta di bilancio consolidato, non conforme alle disposizioni vigenti, fornendo a supporto una documentazione contabile incompleta e discordante, così da rendere impossibile l’interpretazione della reale situazione economica e patrimoniale”.
Vai a sapere come hanno usato i soldi e come hanno gestito le vendite delle proprietà ricevute in donazione. Scrive la Corte, “Non è stato possibile verificare le argomentazioni presentate dall’Ente a proposito della dismissione del cospicuo patrimonio immobiliare”.
Si è saputo che l’attuale dirigenza ha ipotizzato di affittare parte del prestigioso immobile della sede centrale dell'ente a due passi da San Pietro ad un hotel di lusso con annesso centro massaggi.
Chissà se potranno accedervi con uno sconto i tesserati.
Nell’aprile del 2011 Ida Collu, presidente dell’Ens in carica dal '95, viene accusata della gestione disastrosa e sostituita da Giuseppe Petrucci che, oltre a promettere un riordino, rende noto il disavanzo di 12,5 milioni di euro (sebbene avesse approvato fino ad allora i bilanci in quanto membro del direttivo).
Oggi cliccando sul sito internet dell’Ens alla voce “Progetti e campagne” compare la comunicazione cristallizzata a marzo del 2012 che la pagina è in allestimento. Così come non compare alcuna rendicontazione, quella che dovrebbe essere richiesta dal Ministro dell’Interno deputato alla vigilanza.
Però le spese non mancano.
Petrucci vive in una casa in affitto arredata a spese dell’ente e possiede una carta di credito per spese di rappresentanza con un tetto di cinquemila euro al mese (risultano acquisti di abiti e viaggi all’estero certamente non low budget).
Se la mission dell’Ente “è l'integrazione delle persone sorde nella società, la promozione della loro crescita, autonomia e piena realizzazione umana”, non c’è dubbio che quella dei presidenti è quella di trattarsi molto bene.
Un governo attento avrebbe messo l’ente nelle mani di una dirigenza estranea alle gestioni precedenti. Anzi, i governi dal 2006 ad oggi avrebbero dovuto fare molto di più.
Come fa notare Maria Antonietta Farina Coscioni “dopo l’accertamento di un disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi andava nominato un commissario e l’ente posto in liquidazione coatta amministrativa. Ma in questo caso non si sono accorti perché non hanno controllato. Questo governo come i precedenti”.
Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri subentrata a Maroni sono i responsabili del mancato controllo e prima di loro l’ex ministro Giuliano Amato (2006-2008) che nel 2007, in via straordinaria, concesse all’Ente Nazionale per i sordi una contribuzione doppia rispetto all’ordinario assegno di 516 mila euro.
È lo stesso Giuliano Amato al quale Monti ha chiesto di redigere un dossier sui tagli alle risorse pubbliche?
Leggi la relazione della Corte dei conti inviata alla presidenza della Camera l'11 dicembre
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